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«Senza risorse la scuola collassa», il 16 dicembre sciopero dei settori della conoscenza

Flc Cgil: «Necessario e prioritario affrontare con risorse economiche adeguate il problema dell'attribuzione di ulteriore personale e il sovraffollamento delle aule»

«Senza risorse la scuola collassa». La Flc Cgil aderisce allo sciopero proclamato da Cgil e Uil della Regione Emilia-Romagna per la giornata di venerdì 16 dicembre e invita tutto il personale del comparto a aderire alle manifestazioni che si svolgeranno in ogni provincia della regione.

«In Emilia-Romagna con la ripresa del contagio a cui si aggiungono picchi influenzali straordinari, le difficoltà in cui si trovano diversi istituti scolastici mettono in evidenza quanto da tempo stiamo denunciando, ovvero la mancanza di assegnazione dell'organico con particolare riferimento all'organico Covid, tagliato colpevolmente dai decisori politici. Tale organico, finanziato dal Ministero nei due anni di pandemia appena trascorsi, aveva garantito la scuola in presenza e in sicurezza. La realtà dei fatti ci consegna una situazione disastrosa perché non viene sostituito il personale assente, generando una grave lesione del diritto allo studio degli studenti».

«A causa del permanere della situazione pandemico - prosegue il sindacato, indicando le ragioni dello sciopero - sarebbe stato necessario e prioritario affrontare con risorse economiche adeguate, il problema dell'attribuzione di ulteriore personale e il sovraffollamento delle aule, tema quest'ultimo molto serio e diffuso. A questo proposito vorremmo ricordare che il dato medio regionale di classi con 26 alunni e oltre è del 9,3% con questa distribuzione per ordine di scuola: scuola primaria 4%, scuola secondaria di primo grado 11,5%, scuola secondaria di secondo grado 13,6%. Le classi con 23 alunni e oltre sono il 45% del totale, concentrate prevalentemente alle scuole superiori».

«In tutti questi mesi, la Flc Cgil si è battuta affinché si ritornasse alle attività in presenza coniugando la massima sicurezza per i lavoratori e gli studenti, per recuperare le pesanti diseguaglianze che la didattica a distanza ha portato con sé.  Non è accettabile apprendere, al contrario, che anche la nuova Legge di Bilancio varata dal Governo Meloni, non apporta alcun significativo cambiamento di rotta nel finanziamento dell'Istruzione Pubblica e agisce con i tagli nel solco delle precedenti».

«Ciò è evidente – aggiunge la nota - nella scelta di ridurre il numero degli istituti scolastici fin dal prossimo anno, aumentando il numero degli alunni da 600 a 900/1000 per istituto tagliando quindi Dirigenti Scolastici, Direttori dei servizi generali (DSGA) e personale scolastico in generale. Questo taglio di risorse genererà la chiusura di molti Istituti sul territorio nazionale passando dalle attuali 8.136 alle 6.885 diversi dei quali anche nella nostra regione. A questo si aggiunge il fatto che non sono state stanziate risorse per il rinnovo dei contratti per il prossimo triennio 2022/2024 e per la valorizzazione del personale di tutto il comparto istruzione e ricerca oltre alla necessità di aprire una discussione sul reclutamento del personale e la riduzione vera e cogente del numero degli alunni per classe mentre all’orizzonte avanza l’ipotesi di accelerazione dei processi di autonomia differenziata».

«In generale – conclude Flc Cgil - una manovra negativa per tutto il mondo del lavoro perché reintroduce i voucher, aumenta la soglia per la flat tax a 85.000 euro, modifica i requisiti per l’accesso alla pensione (opzione donna e quota 103), taglia la rivalutazione delle pensioni già definita dal precedente governo, promuove l’ennesimo condono e di fatto favorisce l’evasione fiscale invece di combatterla. Taglia le risorse per il sistema 0/6, per la formazione, per l’organizzazione dei concorsi e l’offerta formativa delle scuole pubbliche mentre al contrario si incrementano i finanziamenti a favore delle scuole paritarie. Una manovra, decisamente, che va nella direzione opposta a quella che si auspicava».

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