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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Sicurezza alimentare, la Cina collaborerà con l’Università Cattolica

Importante incontro con un ricercatore dell’organismo cinese di supervisione della qualità. Auspicata una uniformità nei metodi di valutazione. Morelli, preside di Agraria: se dovremo trovare cibo per tutti, dovremo lavorare insieme

Uniformare i metodi di valutazione e di validazione delle ricerche e delle analisi per far sì che uno Stato, nella stessa partita di cibo, trovi dei batteri mentre un altro no. In estrema sintesi è il problema principale emerso questo mattina a Piacenza, dove all’Università Cattolica ha parlato uno scienziato cinese, Chu Xiaogang, che si occupa di sicurezza degli alimenti. Un evento raro, organizzato dal preside di Agraria, Lorenzo Morelli – fresco di un viaggio di lavoro in Cina - al quale hanno partecipato studiosi, ricercatori e privati che lavorano nell’import-export dell’agroalimentare. Finora, l’ente cinese che tutela la salute dei cibi ha firmato accordi di cooperazione soltanto con gli organismi di food safety degli Usa, della Gran Bretagna e dell’Olanda. Il prossimo partner con cui sviluppare una collaborazione sarà la Cattolica, in particolare con la sede di Piacenza che ospita, oltre alla facoltà di Agraria, i corso di laurea in Scienze alimentari, laboratori all’avanguardia, il prestigioso Ph D Agrisystem e annovera tra i suoi docenti anche membri dell’Efsa, l’autorità europea di controllo degli alimenti. Purtroppo, il professore cinese non ha accettato domande – se non quelle tecniche – su altri aspetti del commercio dell’agroalimentare nel mondo, perché sarebbe stato interessante, ad esempio, porne qualcuna sulle recenti barriere doganali innalzate contro il vino italiano. L’incontro con Chu Xiaogang rientrava nel programma dei festeggiamenti per i 60 anni della facoltà di Agraria che, dal 1° novembre prossimo, diventerà facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

“La sicurezza alimentare è un argomento glocal perché parte dall’uso di corrette procedure di produzione in un territorio, ma poi si estende a tutto il mondo, data la globalità del mercato degli alimenti” ha dichiarato Lorenzo Morelli, preside di Agraria.

Esperto a livello internazionale di analisi chimiche di alimenti e bevande, conosciuto per aver messo a punto tecniche innovative per  rintracciare residui di pesticidi e altre sostanze nocive, Chu Xiaogang presiede la Chinese Academy of Quality Supervision, Inspection and Quarantine (CAIQ). Con 8 strutture e 2 centri di ricerca, la CAIQ è tra gli istituti cinesi che forniscono supporto tecnico ai policy maker e a coloro che desiderano cooperare in tema di indagine scientifica per la qualità e la sicurezza dei prodotti di largo consumo.

“La Cina, spesso sotto i riflettori della cronaca per episodi di scarsa sicurezza, ha i numeri di una nazione-continente che solo da pochi anni ha il potenziale economico per garantire alimenti ad alto valore proteico come le carni o il latte”, ha affermato Morelli. E poi ha sottolineato il preside “se nel futuro dovremo trovare cibo per tutta la popolazione mondiale, dobbiamo collaborare”.

La sfida del futuro - ha esordito Chu Xiaogang, per la prima volta in Italia – è quella del controllo degli alimenti sia nell’import sia nell’export e lo sviluppo della cooperazione. L’organismo principale per il controllo degli alimenti rientra nell’AQSIQ (Amministrazione generale per la supervisione della qualità, l’ispezione e la quarantena) organismo ministeriale del Consiglio di stato cinese. Nella scala segue l’Accademia e l’Istituto per la sicurezza alimentare.

Laboratori moderni e personale formato nelle università americane ed europee compongono, ha detto Xiaogang, lo staff degli analisti che utilizzano molto gli spettrometri di massa. I campi di intervento riguardano la ricerca di residui di pesticidi, chimici, metalli pesanti, tossine. Ma il team cinese va anche alla ricerca di additivi presenti nel cibo. Gli studi permettono di stilare lo standard nazionale. Importante, infine, è il metodo di validazione. Un aspetto su cui Xiaogang ha insistito parecchio, auspicando una uniformità dei metodi nella comunità scientifica. Un fattore che dovrebbe servire a limitare le liti all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

Una particolarità del team di controllori è quella di eseguire molti test on site, cioè nelle aziende. E per farlo si usa un laboratorio mobile, costituito da un grande bus contenente strumentazione per le analisi.

Sulla sicurezza alimentare, i controlli eseguiti dall’organismo cinesi hanno evidenziato diversità tra i siti urbani e quelli rurali, in particolare nella ricerca di residui di pesticidi. Un grande aiuto, ha affermato Xiogang, è venuto dagli spettrometri di massa una tecnica che si deve sviluppare di più. E per la mostrare la bontà di questa tecnica, il professore ha fatto vedere una ricerca sul succo di mela – molto esportato dalla Cina negli Usa – che ha portato alla luce ben 266 tipi di pesticidi diversi.

Infine, Xiaogang ha auspicato lo sviluppo di una collaborazione italiana sul versante della sicurezza alimentare. Una partnership che includerà lo scambio dei dottorati (Ph D), lo studio di nuovi metodi per i test, proficiency testing (cioè la valutazione esterna di qualità) e calcolo del rischio alimentare.

Secondo il rapporto 2012-2013 dell’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) - che fotografa il Paese nell’economia internazionale - l’export italiano, nonostante le difficoltà della crisi globale, continua a espandersi e a rappresentare una delle voci più dinamiche del Pil. Le vendite all’estero delle imprese italiane nel 2012 sono cresciute del 3,7%. Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni del “Made in Italy” agroalimentare, l’Italia ha mantenuto, insieme alla Francia, la leadership mondiale per un gruppo di prodotti tra cui vino, olio di oliva, cioccolato e pasticceria.

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