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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sondaggio Ipsos per Confesercenti

«Spese non essenziali, 8 italiani su 10 dimezzano il budget: ristoranti i primi da tagliare per il 67%»

Samuelli (Confesercenti Piacenza): «La stangata in arrivo sulle bollette ridurrà di circa 54 miliardi i consumi sulle altre voci di spesa»

«Le bollette (e la paura) aumentano, i consumi scendono. Per far fronte alla stangata sulle utenze domestiche, otto italiani su dieci dimezzeranno il budget destinato alle voci di spesa non essenziali, in particolare consumi in ristoranti e bar, viaggi e abbigliamento.  Allo stesso tempo, quasi un italiano su due valuta di fare scorte dei beni primari – in particolare quelli alimentari – per paura di un boom dei prezzi o di un’interruzione delle forniture». È quanto emerge da un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti su un campione di consumatori. «Complessivamente – spiega la nota dell’associazione - solo il 9% degli intervistati affronterà il caro-bollette senza battere ciglio: il restante 91% adotterà qualche strategia di risparmio, arrivando a tagliare in media il 55% del budget previsto per le altre spese, quota che sale al 59% nelle regioni del Sud e delle Isole».

Cosa si taglia - «A rimetterci - sottolineano - sono soprattutto i consumi più legati all’Italian Style: cene e pranzi fuori, moda e persino il rito del caffè. In cima alla classifica della revisione di spesa dei nostri concittadini, infatti, ci sono le consumazioni nei ristoranti, indicate come voce da tagliare dal 67%. Seguono abbigliamento e accessori (53%) e bar (49%). Ma a soffrire è anche il turismo: il 47% indica la volontà di ridurre il budget per le vacanze, mentre un ulteriore 37% taglierà anche i viaggi brevi, con meno di due pernottamenti fuori casa. Inevitabilmente, la scure della spending review cala anche su attività di intrattenimento (spettacoli, musica, videogiochi, ‘tagliati’ dal 47%), acquisti di tecnologia (38%) e spostamenti con mezzi privati (35%)».

L’assalto agli scaffali - «Se la bolletta svuota le tasche - prosegue Confesercenti - la paura riempie inutilmente le dispense. Proprio mentre procedono al taglio delle spese per far fronte alla stangata energetica, quasi un italiano su due (il 49% in media, con punte del 57% al sud) ammette di stare valutando – o addirittura di aver già fatto – scorte di beni primari. Obiettivo dell’assalto agli scaffali di discount e negozi alimentari soprattutto pasta e riso, indicati dal 66% di chi valuta scorte, ma anche prodotti in scatola (48%), legumi (41%), acqua e bevande (36%), surgelati (28%) e medicine (26%). A spingere all’accaparramento è il timore di un forte aumento dei prezzi in arrivo sull’onda del conflitto russo-ucraino (61%) o addirittura di un’interruzione delle forniture (39%)».

«I consumi energetici sono praticamente incomprimibili e la stangata in arrivo sulle bollette ridurrà di circa 54 miliardi i consumi sulle altre voci di spesa», spiega Fabrizio Samuelli, direttore di Confesercenti Piacenza. «Uno scenario negativo soprattutto per pubblici esercizi e le imprese di commercio e turismo, le più colpite dalla crisi pandemica. E che adesso, con gli arrivi di turisti stranieri già ridotti dalle tensioni internazionali, vedranno mancare anche una parte importante della domanda interna. Gli interventi varati ieri dal Governo per imprese e famiglie, anche se non completamente definiti, sembrerebbero andare nella direzione giusta: ora è importante che arrivino in fretta. Bisogna inoltre agire anche in sede europea con provvedimenti volti a gestire la crisi energetica attraverso un tetto ai prezzi delle importazioni della materia prima. Il conflitto in Ucraina e la corsa di luce e gas stanno generando aspettative negative e, in alcune fasce di popolazione, dei veri e propri allarmismi irrazionali».

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