rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Dopo quote latte: la produzione nazionale non subirà sostanziali cambiamenti

Decima edizione degli Stati generali del Latte a Cremona con il Ministro De Girolamo e il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo De Castro. Ieri convegno con l'Università Cattolica di Piacenza protagonista

Prosegue con grande successo di pubblico, operatori del settore ed allevatori la decima Fiera internazionale del bovino da latte che che ogni anno richiama a Cremona oltre 78mila operatori professionali altamente specializzati, il meglio delle attrezzature, della tecnologia e delle novità del settore, a cui si affianca un programma eventi unico con 75 appuntamenti tra convegni, seminari e workshop di altissimo livello con la partecipazione di ben 194 relatori internazionali.

Fiera internazionale del bovino ©Romagnoli/IlPiacenza

Oggi evento clou, ovvero gli Stati generali del latte cui hanno partecipato Gianni Fava (assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia), Flavio Fornari  (coordinatore settore Freschi Coop Italia), Mario Guidi (presidente di Confagricoltura), Giorgio Mercuri (presidente di Fedagri Confcooperative) e Mario Lanzi (presidente CIA Lombardia). Con loro l’On. Paolo de Castro Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e il Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo cui sono state affidate le conclusione dei lavori che vertevano di fatto sui possibili scenari all’indomani dello smantellamento del regime delle quote latte.

Il Ministro in una breve intervista al suo arrivo ha ricordato che, nel 2015 la nuova Politica Agricola Comune voluta dall' Europa sancirà la fine delle quote latte, “una nuova sfida che non ci preoccupa: stiamo già lavorando per dare delle risposte, per essere al fianco di un comparto estremamente importante per l'Italia e per il nostro sistema economico. Un sistema produttivo che, per qualità e quantità non può non essere presenta a Expo 2015.

Oggi qui a Cremona - ha annunciato il ministro - prenderò l'impegno affinché il latte e l'allevamento dei bovini possano essere una delle eccellenze presenti all'Expo di Milano. I nostri allevatori, nonostante la crisi, hanno dimostrato di saper rimanere con la schiena dritta, e di dare comunque grandi risultati in termini di qualità. E' su quella che dobbiamo puntare, sfruttando la vetrina della manifestazione. L'obiettivo è evidente: farne uno dei settori trainanti dell'economia. E' chiaro che lo sforzo che dovremo compiere è di cercare di promuovere l'internazionalizzazione dei prodotti del settore. Se arriveranno sui mercati internazionali si fortificheranno, e daranno un grande contributo all'Italia, oltre che alle loro aziende”.

Sollecitata dalle domande dei giornalisti, il Ministro ha pure detto che “siamo tutti di Forza Italia e Berlusconi è il numero 1°, il leader indiscusso; la discussione riguarda quelli che vengono dopo di lui; quello che è certo è che noi dobbiamo avere rispetto per le istituzioni perché l’Italia si aspetta delle risposte”.

Alla tavola rotonda gli interventi sono stati preceduti dalla relazione del presidente dell’Ismea Arturo Semerari:” dall’indagine sull’orientamento degli allevamenti nazionali nel post quote latte e sulle attese degli operatori in previsione di un mercato privo di strumenti di controllo dell’offerta e dei prezzi, è emerso con chiarezza che a seguito dello smantellamento del sistema delle quote latte, previsto dal primo aprile 2015, il livello della produzione nazionale non subirà sostanziali cambiamenti.

“Se da un lato, infatti - come ha spiegato il Presidente dell’Ismea Arturo Semerari,  presentando i risultati dell’indagine - per alcune aziende si profilano scenari di crescita produttiva rispetto ai livelli attuali, dall’altro l’esistenza di numerose limitazioni, tra cui i vincoli ambientali, come la Direttiva nitrati, la ridotta disponibilità di terreni, il peso finanziario degli investimenti e una struttura dei costi troppo esposta alla volatilità, contrasta con lo scenario di un aumento della produzione. Alcune aziende, inoltre, sono destinate alla chiusura, principalmente per la mancanza di un ricambio generazionale e per questioni di inefficienza economica legata alle ridotte dimensioni e alla sfavorevole localizzazione geografica, con ricadute anche logistiche. Fenomeni che favoriranno quel fisiologico processo di concentrazione degli allevamenti bovini da latte in atto ormai da diversi anni.”

Riguardo gli scenari post quote Paolo De Castro ha ribadito che la fine del regime delle quote latte non si rimette in discussione. “Si prevede un periodo di soft landing, un passaggio graduale, per venire in aiuto agli allevatori per la gestione di un mercato volatile. “Purtroppo dalla Conferenza del latte non sono venute idee, se non l’osservatorio. Ci aspettiamo un pacchetto latte che possa affrontare il tema della volatilità del mercato introducendo strumenti per aiutare gli allevatori nei momenti di ribasso del prezzo del latte”.

Numerosi i convegni tra cui, ieri, uno dedicato alle malattie dei bovini su cui ha relazionato la dott. Norma Arrigoni dello Zooprofilattico di Gariga ed uno sulle prospettive future sulla produzione del latte, organizzato dalla Regione Lombardia che ha avuto come protagonista l’Università Cattolica di Piacenza con relazioni di Paolo Sckokai, membro del panel di esperti Ue sul futuro del settore e di Daniele Rama e Renato Pieri di Smea. Con loro esperti come Angelo Rossi fondatore di Clal.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dopo quote latte: la produzione nazionale non subirà sostanziali cambiamenti

IlPiacenza è in caricamento