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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Gragnano Trebbiense

Steriltom conclude la campagna con ottimi risultati in termini di quantità e qualità

Squeri: «Raggiunto l’obiettivo di campagna di 3,5 milioni di quintali in un contesto non facile»

Può ormai considerarsi chiusa la campagna 2020 del pomodoro, un prodotto che tradizionalmente rappresenta un simbolo del made in Italy. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia Covid-19, la produzione ha fatto registrare numeri positivi. Fra le realtà più significative operanti nel settore, Steriltom è un’azienda leader nel mercato della polpa di pomodoro a livello europeo. Presente in oltre 80 paesi, raggiunge un fatturato consolidato di oltre 80 mln di euro grazie alla produzione dei suoi due stabilimenti di Piacenza e Ferrara dove impiega oltre 100 risorse fisse durante l’anno e oltre 500 stagionali durante la campagna del pomodoro.

«La campagna 2020 è stata una delle più complesse e difficili degli ultimi anni ma alla fine ci possiamo dire soddisfatti, prima di tutto per il buon funzionamento delle misure anticovid che abbiamo messo in atto e che hanno garantito la salute del personale nei nostri stabilimenti, secondariamente per i risultati ottenuti in termini di qualità e quantità lavorate». E’ quanto rileva Alessandro Squeri, imprenditore in Steriltom srl, azienda familiare fondata nel 1934 da Giuseppe Dario Squeri specializzata nella lavorazione di pomodoro 100% italiano convenzionale e biologico per i canali industriali e food service. «Per superare il pericolo di contagio abbiamo rimodulato i turni di lavoro, modificato la logistica, implementato controlli di temperatura e massimizzato l’utilizzo dei PPE (mascherine, gel) che sono stati garantiti a tutti i lavoratori. Fondamentali anche le collaborazioni con le ALS di Piacenza e Ferrara. Si tratta senza alcun dubbio del primo risultato importante per cui dobbiamo ringraziare tutti i colleghi e colleghe che hanno lavorato in Steriltom e Italtom».

«Quanto ai risultati in termini di prodotto - prosegue Squeri – siamo più che entusiasti perché, grazie alla nostra fedele e forte base agricola, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di campagna di 3,5 milioni di quintali in un contesto non facile. Questa campagna, infatti, ha presentato una concentrazione della maturazione dei pomodori durante il mese di agosto, dove la disponibilità era fino eccessiva, e una mancanza dal 15 settembre in poi. Grazie ai rapporti di lungo termine che intratteniamo, ormai da generazioni, con gli agricoltori locali, siamo riusciti a gestire al meglio queste problematiche, sempre con la massima attenzione a garantire la qualità del prodotto raccolto».

«Riguardo agli scenari futuri - afferma Squeri - il Covid ha sicuramente avuto un impatto pesante sul canale Food Service che per noi è sempre stato strategico, ma fino ad oggi l’azienda l’ha affrontato con una resilienza straordinaria trovando canali alternativi di vendita e nuovi clienti e convertendo parte della produzione in industriale. In tal senso, a fronte di un comparto che si prevede perderà oltre il 40% a livello nazionale, come gruppo siamo riusciti invece a limitare quasi a 0 il calo di fatturato. In particolare, però, l’aver acquisito nuovi clienti e l’aver aumentato la nostra quota di mercato nel Food Service è ciò che mi fa ben sperare per il futuro. Questo virus prima o poi dovrà passare e allora noi saremo nella posizione migliore per servire questo canale dove stiamo sempre più consolidando la nostra presenza e nel quale crediamo ancora tanto».

«Il settore industriale d’altra parte ha registrato volumi in forte crescita fino a diventare oggi il nostro principale ambito di vendita. Sotto questo profilo - conclude Squeri - già da anni ci stiamo caratterizzando come qualcosa di più di un fornitore di ingredienti, offrendo anche un servizio di ‘consulenza’ e ‘personalizzazione’ di prodotto ai nostri clienti. Grazie a ciò siamo diventati ormai l’azienda leader in Europa nella fornitura di semilavorati (in particolare polpa di pomodoro) destinati sia alle grandi aziende multinazionali ma anche ai piccoli produttori di specialità locali in cerca di un pomodoro di alta qualità e 100% made in Italy. Ciò naturalmente non vuol dire che non ci sia ancora spazio di crescita in particolare in Asia e America».

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