Tasse sui rifiuti: anche a Piacenza si può chiedere il rimborso dell'Iva
Una sentenza della Corte Costituzionale affema che Tia e Tarsu sono da considerarsi tributi e non servizi e quindi non sono soggetti a Iva. Sarà possibile chiedere i rimborsi, per un totale di 350 euro a famiglia
La distinzione non è di poco conto: in quanto tributo infatti Tia e Tarsu non possono essere oggetto di Iva e quindi le aziende che hanno emesso bollette con l'aggiunta di questa maggioraziona saranno tenute ai rimborsi.
La Corte Costituzionale sostiene che tale natura di tributo possa desumersi da alcuni elementi inequivocabili, come ad esempio la doverosità della prestazione che caratterizza la normativa atta a disciplinare i prelievi, l’assenza di un rapporto sinallagmatico (vale a dire di reciprocità ) tra le parti, e il collegamento della prestazione pubblica a un presupposto economico rilevante.
In termini numerici in tutta Italia ci sono ben 15 milioni di famiglie che dovranno fare ricorso per ottenere il rimborso del 10% dell’Iva non dovuta e versata negli ultimi dieci anni. Tra queste anche le famiglie piacentine, il cui numero però al momento l'Udicon non è riuscito a stimare. In media, l’importo da rimborsare ad ogni famiglia si aggira intorno ai 350 euro, con un costo globale per lo Stato, o per l'ente pubblico che dovrà erogare i rimborsi, di circa 5 miliardi e 250 milioni di euro.
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal presidente nazionale dell'associazione consumatori Udicon Denis Nesci: “Ci siamo battuti a lungo per questa sentenza che rende giustizia di ciò che dicevamo da tempo. Ora saremo al fianco dei consumatori per presentare i ricorsi”.
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