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Terrepadane, il Tar sospende la diffida del Ministero

Il Tribunale amministrativo di Parma “dà ragione” al Consorzio, Crotti: «Il Mise non riconosce il lodo arbitrale, costretti a rivolgerci alla magistratura»

Il Tar ha sospeso la diffida che paventava un commissariamento di Terrepadane. Nuovo capitolo nell’affare Terrepadane: il Tribunale amministrativo di Parma congela l’atto del Ministero dello Sviluppo Economico. Breve riassunto degli avvenimenti recenti. Lo scorso 3 novembre 2022 il Ministero dello Sviluppo Economico aveva emesso una diffida nei confronti del Consorzio Terrepadane. Con questo atto il Mise disconosceva l’esito del lodo arbitrale del Tribunale di Piacenza, che l’11 ottobre ha confermato la validità delle elezioni del consiglio di Terrepadane che si sono tenute nel maggio 2021. Ritenendo illegittima l’elezione, un dirigente del Mise, a mezzo stampa, aveva paventato l’adozione di misure radicali che comprendevano anche il commissariamento del Consorzio guidato da Marco Crotti.

Terrepadane ha quindi portato, sabato 5 novembre 2022, il caso davanti al Tar (tribunale amministrativo) di Parma, che il 7 novembre ha sospeso la diffida del Mise, fissando l’udienza per la trattazione delle ulteriori istanze cautelari al prossimo 7 dicembre 2022. «Il Mise, per mezzo di alcune dichiarazioni rilasciate da un dirigente ad un quotidiano nazionale, paventa l’avvio della procedura di commissariamento del Consorzio in caso di mancata riconvocazione dell’assemblea», sono le parole del presidente di Terrepadane Marco Crotti. «Il lodo arbitrale del Tribunale di Piacenza dell’11 ottobre scorso ha valutato come erronea la diffida del Ministero, eppure ora ci ritroviamo una nuova diffida emessa il 3 novembre, che minaccia l’assunzione di provvedimenti di estrema gravità. Il Consorzio si è visto costretto ad impugnare tutti i provvedimenti del Mise davanti al Tar di Parma».

«Fermo restando il rispetto per l’autorità di Vigilanza, non possiamo non unire all’estrema preoccupazione una profonda perplessità di fronte all’atto del Mise», prosegue Marco Crotti. «Viene rimessa in discussione l’elezione del 2021, nella quale ha prevalso una precisa visione del futuro del Consorzio, minando la stabilità dell’Ente e compromettendo indirettamente un indotto di milioni di euro sul territorio in una fase economica di estrema incertezza: di fronte a questo quadro siamo costretti a porci più di qualche interrogativo sull’iter intrapreso. Ci rimettiamo, quindi, con fiducia alle decisioni della magistratura e ribadiamo la nostra ferma volontà di rispettare tutte le sentenze, sperando che analogo atteggiamento venga finalmente assunto anche dai dirigenti del Ministero”».

Confindustria e Confcooperative sono al fianco di Terrepadane. «La diffida del Mise rappresenta un elemento di grande preoccupazione - afferma il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri - perché rischia di generare profonde difficoltà gestionali ad una realtà economica di per sé solida, sana e in crescita. La procedura di commissariamento è un atto estremamente grave, i cui effetti vanno ben oltre la sfera giuridica: ne viene messa a rischio la stessa solidità». «Terrepadane è uno dei più importanti player economici di Piacenza. Garantisce servizi, innovazione, mezzi di produzione per i propri soci e occupazione per i propri dipendenti», sono le parole del presidente di Confcooperative Piacenza Daniel Negri. «Riteniamo sia un'azienda da tutelare, di "sistema" per Piacenza. Siamo al fianco del Consiglio di Amministrazione, convinti che l'elezione del 2021 sia avvenuta correttamente e secondo statuto. Il Consorzio deve poter proseguire il suo lavoro in un clima di serenità, per i Soci e le famiglie dei dipendenti. Confidiamo che anche l’atteggiamento del Mise, fino a questo momento di difficile comprensione, contribuisca al sereno svolgimento del procedimento amministrativo non ancora concluso».

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