rotate-mobile
Economia

Tomato World: parlare di acqua senza pregiudizi, filiera unita per vincere sui mercati

Workshop dedicato alla "filiera del pomodoro da industria, una risorsa per il territorio" che si è svolto nell’ambito di Tomato World a Piacenza Expo

«Bisogna parlare dei problemi irrigui e della gestione dell’acqua senza pregiudizi ideologici, certo con un approccio di sostenibilità ambientale ma che deve essere anche (e soprattutto) economica e sociale. Per vincere sui mercati, tutelando un patrimonio storico di professionalità, è però necessaria una filiera unita, della quale sia parte integrante anche la Gdo e tutelare il prodotto del territorio (e quello italiano in genere) con norme chiare ed univoche». Un messaggio chiaro emerso dal workshop dedicato alla "filiera del pomodoro da industria, una risorsa per il territorio" che si è svolto nell’ambito di Tomato World,  due giornate professionali dedicate al sistema del pomodoro da industria che si svolge presso Piacenza Expo, un evento caratterizzato da convegni, workshop, tavole rotonde e laboratori dedicate ad un settore nel quale la nostra provincia è uno dei leader mondiali per tradizione storica ed innovazione per produzione e trasformazione.

«E’ un settore strategico per Piacenza - ha detto il sindaco Patrizia Barbieri - e va tutelato. Per questo, anche con i problemi irrigui ed in generale per la gestione delle acque da troppo non si fa nulla per evitare infrazioni ma in realtà le situazioni si aggravano. Dobbiamo porci i problemi e trovare soluzioni valorizzando il comparto; vedo con favore il confronto tra esperti ma poi quando si parla di sostenibilità, bisogna ricordare che deve essere anche economica e sociale, altrimenti pregiudica una ricchezza». Un concetto pienamente condiviso anche dal Consigliere delegato per l’agricoltura della Provincia di Piacenza Giampaolo Maloberti che ricordando alcuni dati significativi che evidenziano il primato europeo della nostra provincia nel pomodoro da industria, un predominio oggi minacciato da costi produttivi in crescita esponenziale - ha ribadito che «che deve cessare la conflittualità sull’acqua che serve a tutti. A Bruxelles non conoscono le prerogative pedoclimatiche dei nostri territori ne il carattere torrentizio dei nostri corsi d’acqua, da sempre asciutti in estate». «Gli invasi - ha ribadito - servono anche a mantenere il MDV che va ricalcolato; basta comitati del NO, gli invasi servono anche per l’ambinte; quindi facciamoli, piccoli o grandi ma costruiamoli se volgiamo tutelare il miglior pomodoro del mondo». 

Secondo il professore Gabriele Canali (che ha coordinato l’incontro) l’istituzione dell’OI del Nord Italia ha avviato un rinnovamento della filiera «la sua presenza è essenziale per vincere le sfide e la competizione sui mercati che è di per se stessa un incentivo alla crescita, ormai si va verso (2023) il disaccoppiamento totale con uno spostamento verso una logica di mercato. La prima sfida è quella della sostenibilità; cresce la competizione in contesti di mercato che cambiano». Il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi ha ricordato che su una SAU provinciale di 113mila ha gran parte in collina e montagna, oltre 10mila sono a pomodoro ed in pianura. Quest’anno ci sono problemi con l’acqua, con gli invasi sola al 21% del volume autorizzato e quindi c’è grande e veritiera preoccupazione. Ha elencato le numerosissime opera in atto sul territorio per razionalizzare e migliorare il sistema irriguo (Arda, Traversa di Mirafiori, recupero invasi di Mignano e Molato, i laghi di falda, tante per citarne alcune), un totale di di 71 milioni di Euro di opere. «Per tutto ciò - ha puntualizzato - è necessario un approccio al problema in modo non ideologico ma pragmatico, con soluzioni ambientali certo compatibili ma da attuare. La vera sostenibilità è pensare al futuro ed alle prossime generazioni». Stefano Anconelli direttore scientifico del Canale Emiliano-Romagnolo ha sostenuto che «è necessario un uso efficiente della risorsa acqua, tutelando il lavoro degli imprenditori. Noi da 60 anni portiamo avanti un’attività di ricerca e divulgazione proprio a questo fine». Ha poi illustrato i programmi attuati con Irriframe ed Irrinet che hanno consentito di attuare ottimi modelli di irrigazione con buoni risultati produttivi ed ha precisato che dal 2022 Irrifrane sarà disponibile con una Up gratuita per tutti gli smartphone degli imprenditori agricoli.

Dennis Calanca, responsabile delle Politiche economiche, Sostenibilità, Sviluppo delle Filiere e Sicurezza alimentare di Coldiretti Emilia Romagna, ha ribadito che per vincere sui mercati è necessaria una filiera unita. Ha ricordato che l’etichettatura di  origine rappresenta una battaglia storica portata avanti da Coldiretti per impedire che vengano spacciati come “made in Italy” prodotti di bassa qualità e garantire trasparenza al consumatore. Ha menzionato due date: il 15 giugno del 2006, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del pomodoro fresco utilizzato per la passata e il 16 novembre del 2017, quando è stato introdotto il Decreto Pomodoro, con l’etichetta d’origine obbligatoria estesa ai derivati e a sughi e salse preparati a base di pomodoro. «A stabilire questi obblighi però è un decreto che viene rinnovato ogni anno, quando invece– afferma Calanca – sarebbe importante una normativa definitiva». Nell’illustrare la posizione di Coldiretti sull’etichettatura nutrizionale, Calanca ha ribadito il no dell’organizzazione all’avanzata in Europa dei modelli Nutriscore e a semaforo, in quanto “fuorvianti in termini di verità e trasparenza, cui ha contrapposto il modello Nutriform che aumenta la conoscenza e favorisce scelte consapevoli dei consumatori. «Noi - ha ribadito - puntiamo su tracciabilità, sostenibilità e qualità, ma per ottenere questi obiettivi è necessario estendere l’indicazione d’origine della materia prima ai ristoranti, alle trattorie e alle mense, investire in una corretta programmazione scongiurando il rischio di incertezze per gli agricoltori e nelle politiche di valorizzazione del prodotto legate al contesto territoriale, quello piacentino, che è virtuoso».

«Dobbiamo tutelare - ha detto Massimo Passanti di Confagricoltura - l’ottima fama che abbiamo all’estero, ma la G.D deve essere coinvolta sia nel dare corretti messaggi ai consumatori, come a sostenere l’aumento dei costi. Bisogna arrivare al più presto ad un contratto per permettere agli agricoltori di compiere delle scelte, ricordando che con queste difficoltà possono orientarsi verso altre produzioni; la trasformazione a sua volta subisce costi in crescita e dunque occorre più realismo da parte della G.D se si vuole ottenere un giusto equilibrio di filiera». Per Marco Serafini  presidente Anicav, industriali pomodoro, quella appena conclusa è stata certamente una campagna molto positiva non solo in termini quantitativi, ma anche per l'eccellente qualità del pomodoro trasformato, nonostante le aziende abbiano dovuto far fronte a rincari dei costi industriali senza precedenti. Questo ci consentirà di avere di nuovo scorte sufficienti a soddisfare la domanda di mercato dopo il totale azzeramento dei magazzini dovuto all'emergenza sanitaria. Si tratta di dati incoraggianti che rafforzano la nostra posizione di leader mondiale nella produzione di derivati del pomodoro destinati direttamente ai consumatori, in uno scenario caratterizzato da una produzione che, a livello mondiale, è rimasta stabile.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tomato World: parlare di acqua senza pregiudizi, filiera unita per vincere sui mercati

IlPiacenza è in caricamento