rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Transizione ecologica, c’è l’accordo per i parchi solari nelle cave dismesse

Nasce l’alleanza per lo sviluppo di energia rinnovabile e agricoltura sociale

Contro il caro bollette che pesa su imprese e famiglie nasce la prima partnership per trasformare le cave esaurite o le aree di cava attive non più produttive in parchi agrivoltaici, con sistemi che integrano impianti di produzione di energia solare e coltivazioni agricole. È quanto emerge dall’accordo siglato da Coldiretti, la più importante associazione di imprese agricole a livello nazionale ed europeo, con Anie Rinnovabili (cui aderiscono le aziende del settore dell'energia da fonti rinnovabili elettriche), Anepla (Associazione nazionale alla quale aderiscono le imprese del settore estrattivo, fortemente impegnata nel campo del Green Deal )  e Consorzio Cascina Clarabella (attività sostenibili per la cura e il reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio psichico e/o socialmente svantaggiate).

L’obiettivo è favorire la transizione energetica verso un modello energetico più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e creare nuove aree di coltivazione, con finalità sociali. Anepla valuterà le aree idonee alla riconversione e una volta individuate le aree da riconvertire, si passerà allo studio dei progetti. Anie Rinnovabili si occuperà degli impianti fotovoltaici che saranno realizzati con tecnologie innovative che non compromettono l'utilizzo agricolo dei terreni, come il montaggio verticale di moduli elevati da terra che lascia liberi i terreni sottostanti. Terreni che Coldiretti e Cascina Clarabella recupereranno con progetti di agricoltura e allevamento sociali. Alla base di tutto c’è la collaborazione con le comunità locali affinché gli interventi di valorizzazione delle cave abbiano ricadute economiche e sociali positive per i territori coinvolti.

«In Italia le cave dismesse sono in crescita – spiega Coldiretti – e hanno superato quota 14mila su tutto il territorio nazionale e molte si prestano a ospitare impianti solari. Si tratta di un trend iniziato con la crisi del settore edilizio, che ha visto ridurre i dati delle quantità estratte, in particolare per sabbia e ghiaia.  Una situazione che – evidenzia Coldiretti – fa emergere l’esigenza di pianificare la riconversione di queste aree. Le ex cave si prestano bene ad un uso combinato, agricolo e energetico». 

«L’idea è unire in un connubio virtuoso la produzione agricola e quella di energia rinnovabile, senza che l’una tolga spazio all’altra come è successo nel recente passato. Con il vantaggio di rendere le aziende agricole più competitive perché si riducono i loro costi di approvvigionamento energetico e si migliorano le prestazioni climatiche-ambientali», spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

Il valore del progetto è ancora più ampio, come sottolinea Carlo Fenaroli, presidente di Cascina Clarabella. «Restituire ad un uso agricolo le cave abbandonate aprirà nuove opportunità di sviluppo economico per i luoghi interessati e avrà un’importante ricaduta sociale. Le nuove realtà agricole promuoveranno il lavoro di persone con fragilità psichiche, secondo il modello virtuoso che da trent’anni promuoviamo in Cascina Clarabella».

«Le cave dedicate all’estrazione di ghiaia e sabbia per il settore delle costruzioni – spiega Claudio Bassanetti, presidente di Anepla - assumono con questa iniziativa un nuovoimportante valore. Il loro terreno permette di realizzare impianti fotovoltaici con semplici sistemi di fissaggio, senza necessità di fondazioni, ma con palificazioni facilmente rimovibili e riciclabili in futuro. Inoltre la stragrande maggioranza sono ubicate in terreni che hanno ancora la destinazione urbanistica agricola. L’agri-fotovoltaico, ancora poco diffuso in Italia, ma conosciuto e teorizzato da tempo in tutto il resto del mondo, offre l’opportunità di rispondere sia al fabbisogno energetico che a quello della produzione alimentare».

«I nuovi impianti – illustra Alberto Pinori, presidente di Anie Rinnovabili - hanno caratteristiche tecniche e fisiche che rispettano la produzione agricola e consentono di produrre energia elettrica mantenendo la coltivazione diretta dei terreni, con vantaggi per entrambi i settori in termini di sostenibilità ambientale ed economica».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Transizione ecologica, c’è l’accordo per i parchi solari nelle cave dismesse

IlPiacenza è in caricamento