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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Una vita da precari: “E' lo Stato a strumentalizzare”

Ieri pomeriggio, incontro alla Cgil di Piacenza sul tema del precariato scolastico. Nella nostra provincia, sono 1500 i docenti e i collaboratori impiegati nell'istruzione, che non hanno una sicurezza lavorativa. E il Ministero, a Roma, ha ammesso il problema ma propone ancora soluzioni troppo fumose

Pio Prosperi, insegnante tecnico pratico, ha alle spalle sei anni di lavoro precario. Maria Grazia Rinaldi, insegnante di sostegno, ne ha all’attivo uno. Un’altra insegnante di sostegno, Sara Canclini, è al secondo anno di precariato. Paola Poggi è maestra precaria da tre anni. Mariangela Fabrizi, impiegata nel personale ATA, lo è da dieci. Maria Giordano, insegnate di inglese, ha spento quest’anno la quindicesima candelina del suo impiego precario.

Queste persone sono alcuni dei tanti volti del precariato nel sistema scolastico, i loro quasi quarant’anni totali d’insicurezza lavorativa testimoniano una situazione d’instabilità diffusa, che a Piacenza colpisce il 30% del personale impiegato nelle scuole.

Ieri, all'incontro a tema, promosso dalla Flc- Cgil, queste persone hanno rappresentato i 1500 docenti e impiegati nel settore ATA che, nella nostra provincia, non possono contare sulla sicurezza di un lavoro fisso.
  Lo Stato, che è un datore di lavoro pubblico, è il primo a strumentalizzare il precariato per mantenere il sistema  

Di fronte alla disposizione per la sospensione delle graduatorie fino ad esaurimento, attuata dal Tar del Lazio, che porta alla ribalta l’idea della lista unica nazionale  “è necessaria la definizione di un decreto per l’immissione in ruolo in tempi brevissimi” ha dichiarato Raffaella Morsia, di Flc- Cgil.
Eliminare la graduatoria in favore dell’immissione a pettine vanificherebbe infatti gli sforzi di chi ha impiegato anni per scalare la classifica e non aiuterebbe coloro che non vi sono ancora entrati.

“Nella scuola per scelta, precari per forza”, questo il motto di una battaglia iniziata il 30 ottobre per migliorare le condizioni del precariato in Italia, delle quali il Ministero ha sostanzialmente ammesso l’esistenza solo qualche giorno fa, proponendo però soluzioni ancora troppo fumose.

“Lo Stato, che è un datore di lavoro  pubblico, è il primo a strumentalizzare il precariato per mantenere il sistema” ha continuato la Morsia, sottolineando il fatto che se a settembre la scuola, a causa dei tagli ministeriali, si trova privata dei docenti e del personale ATA precari, l’anno scolastico non può iniziare normalmente e vengono ovviamente a crearsi degli scompensi.

Il problema del precariato, inoltre, non va letto solo in chiave strettamente economica: se una persona per quindici anni vive una condizione d’instabilità lavorativa, le conseguenze si manifestano in tutti gli aspetti della vita, dalla famiglia al rapporto psicologico con il proprio lavoro.



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