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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

«Uve bianche: una vendemmia quasi perfetta»

Ormai conclusa la raccolta, si parte con le rosse. Miravalle: quest’anno con i tempi si è tornati all’antico

Con i conferimenti nelle cantine, si sono concluse le operazioni di raccolta delle uve bianche e dai prossimi giorni si inizierà la raccolta delle uve nere. C’è grande soddisfazione per i risultati qualitativi e anche le aspettative per i vini rossi sono molto favorevoli, anche se ovviamente, in questo caso, occorre usare al massimo il condizionale, ovvero in base a come sarà l’andamento meteorologico. Ma dopo il passaggio di una perturbazione domenica e lunedì, è previsto il ritorno dell’alta pressione.

“L'interminabile coda dell'inverno, fredda e piovosa – precisa il presidente del Consorzio vini Doc colli piacentini Roberto Miravalle- ha causato il dilavamento dei terreni dai nutrienti per le piante e rallentato molto i ritmi vegetativi. Così in modo anomalo, osserviamo ancora interi campi di pomodori da raccogliere e mais verdeggianti, nonostante ottobre sia alle porte.
Anche le colture arboree sono state pesantemente influenzate. Così la vite ha iniziato tardi a vegetare ed è cominciata in ritardo il periodo della fioritura. Luglio, caldo e secco, ha consentito una certa ripresa. Tuttavia l'abbassamento delle temperature notturne, nella seconda metà di agosto, ha nuovamente rallentato la maturazione.
L'inizio della raccolta delle basi spumanti è avvenuto da fine agosto ai primi di settembre, con almeno 15 giorni di ritardo rispetto agli ultimi anni ( 8-9 agosto negli ultimi due anni ). Molto bello- osserva Miravalle- lo Chardonnay,  mentre è stata modesta la produzione del Pinot nero a causa della scarsa allegagione per le piogge. Quindi si è proseguito con il Sauvignon bianco, mentre per Ortrugo e Malvasia si è atteso fino a metà settembre.
Le rese sono nella norma, ottima sanità delle uve e sopratutto ottimi valori dei parametri enologici di qualità. Infatti- spiega il presidente del Consorzio- la maturazione lenta e le basse temperature notturne, hanno evitato la perdita dei profumi ( il grande caldo delle ultime annate provocava l'ossidazione delle frazioni aromatiche) , mantenuto quella giusta acidità che dà freschezza al vino e limitato l'accumulo di zuccheri.

Quindi la promessa vendemmiale è per vino profumati, freschi, moderatamente alcoolici, una vendemmia quasi perfetta per le uve bianche, come non si vedeva da tempo”.

Cresce comunque la quantità del vino prodotto con le uve coltivate nelle 2.200 aziende vitivinicole attive sul territorio piacentino. Secondo le stime elaborate da Coldiretti, la vendemmia 2013 segnerà un aumento del 4% rispetto allo scorso anno; in concreto significa che saranno imbottigliati oltre 343.000 ettolitri di vino, per una produzione lorda vendibile stimata intorno ai 55 milioni di euro. Nella provincia di Piacenza sono presenti 5.700 ettari di vigneti e oltre il 70% è destinato alla produzione di vini Doc.

Dunque se quest’anno l’andamento climatico e meteorico è stato inusuale e deleterio per alcune colture, è stato favorevole alla vite, permettendogli un ciclo vegetativo più razionale, con una maturazione diluita nel tempo che ha determinato acini più grandi e più ricchi, facendo rientrare il periodo vendemmiale della media storica. Infatti i tempi di raccolta, rispetto alla scorsa campagna, sono procrastinati di 10/15 giorni nel Centro Nord e di 7/10 giorni nel Sud e nelle Isole. Un andamento climatico bizzarro, ma non per la vite.

robertomiravalle-2Il vino italiano comunque piace e rimane il più venduto al mondo. Mentre i consumi interni continuano a calare, secondo Assoenologi il 2013 si chiuderà sotto i 40 litri procapite contro i 45 del 2007 e i 110 degli anni Settanta, le nostre vendite all’estero, nonostante il periodo difficoltoso, crescono. Il 2012 si è chiuso con un incremento del 6,5% in valore ma con un calo dell’8,8% in volume rispetto al 2011. I primi mesi di quest’anno mettono in luce un’ulteriore crescita del 9,8% in valore rispetto al 2012 con un leggero decremento dei volumi pari all’1,9%. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di più. Decisamente interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingrosso che, negli ultimi mesi, è aumentato del 12%.
Le contrattazioni di uve, mosti e vini della vendemmia 2013 sono appena iniziate. Lo scorso anno, a causa della carenza di materia prima, i prezzi erano lievitati con punte anche del 30% per le uve e per i vini maggiormente richiesti.
“Attualmente – secondo il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli - il mercato all’ingrosso è stazionario in diverse regioni italiane con quotazioni simili a quelle fatte registrare nel medesimo periodo del 2012. Ma in Emilia Romagna per i nuovi vini si prevede una diminuzione delle quotazioni rispetto al 2012. 

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