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Vini, Croatina a Piacenza si potrà chiamare Bonarda

Miravalle (presidente consorzio vini Doc colli piacentini): «Bonarda è ufficialmente il sinonimo di Croatina per i Colli piacentini. Abbiamo scongiurato una perdita economica di circa 10 milioni di euro»

Croatina. Per la nostra provincia si potrà chiamare ufficialmente con il nome con il quale è conosciuta da sempre, ovvero Bonarda. Lo ha comunicato il Presidente del Consorzio vini Doc colli piacentini Roberto Miravalle sottolineando che tale dizione sarà consentita a Piacenza grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (4/06/2014) del Decreto Mipaf del 15 maggio 2014.

«Oggi si è concluso - ha sottolineato Miravalle - un lungo e sfibrante iter che consentirà di mantenere un vino Doc strategico per il futuro: il Bonarda. Poiché tutti i vigneti erano correttamente iscritti come Croatina, la Ue- precisa il presidente del Consorzio- aveva sollevato la questione della discrepanza tra le due denominazioni non essendo sinonimi riconosciuti. Le vendemmie  2012 e 2013 erano trascorse in deroga poiché l’azione di valutazione era in corso, quindi grazie all’intervento del prof. Scienza ed i suggerimenti ad aiuti di tanti Soci, è stato possibile superare gli innumerevoli ostacoli ed il “muro di gomma” che si era erto a Roma, con il MIPAAF che è un interlocutore obbligatorio tra Associazioni Produttori, Regione ed EU. Ora finalmente - conclude Miravalle- tutto è quasi concluso e Bonarda è ufficialmente il sinonimo di Croatina per il Colli piacentini. Si tratta ora, per completare la procedura, provvedere alla revisione dei Disciplinari cui sono esclusivamente deputati, per queste procedure, le Associazioni dei Produttori (per il vino i Consorzi, purché siano rappresentativi con almeno il 66% della produzione.  Si è dunque scongiurato che 5 milioni di bottiglie di Bonarda diventassero semplicemente “Vino Rosso” con una perdita di valore probabile di circa 10 milioni di euro. Dopo l’Ortrugo dei Colli piacentini, è il secondo grande risultato raggiunto negli ultimi due anni perché altrimenti la perdita (certa) delle due denominazioni avrebbe comportato danni permanenti al sistema vitivinicolo. Ora è possibile guardare al domani con maggiori certezze».

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