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Economia

Vino, le aziende di Confagricoltura fanno quadrato per ripartire

Azzali: «La qualità de nostri vini sarà ulteriormente promossa, facciamo squadra»

Il settore vitivinicolo è uno dei comparti del primario che ha pagato maggiormente l’impatto della pandemia. Non ha mancato di sottolinearlo più volte Chiara Azzali – presidente della Sezione di prodotto Vitivinicola di Confagricoltura Piacenza. «Certo, quello che fino a febbraio dello scorso anno era un valore aggiunto è diventato un fattore penalizzante – ricorda Azzali – il vino è convivialità, territorio, storia e cultura, tradizioni ed enogastronomia. Le aziende piacentine hanno lavorato su queste leve per far conoscere gli ottimi vini che producono. Leve spezzate dalla pandemia. Le aziende vitivinicole di Confagricoltura Piacenza, in particolare, sono molto apprezzate dal mondo della ristorazione e, necessariamente, ne stanno condividendo le difficoltà. È chiaro però – prosegue Azzali – che ad essere in crisi non è il nostro prodotto e neppure il modello di marketing, quanto la vita sociale. Usciti dalla crisi la vita riprenderà. È un momento molto duro per il settore vitivinicolo: le spese in vigneto non si possono certo tagliare. Servono sostegni ad hoc, esattamente come per gli altri settori in crisi. Sono stati previsti ristori, ma in misura non adeguata e oltretutto non sono arrivati tutti gli aiuti stanziati».

Il trend 2020 a valore ha segnato un -24%. L’anno del Covid ha evidenziato una disparità nelle performance delle diverse realtà aziendali segnando storici cambiamenti all’interno dei canali di vendita: per la prima volta infatti i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dell’horeca, tradizionalmente il canale a maggior valore aggiunto. In generale in Italia il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) è stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro. Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%.

Secondo le stime della sezione di prodotto di Confagricoltura Piacenza, il mercato mondiale del vino potrà tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, con un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del canale horeca. La flessione registrata sui fatturati italiani è la prima dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, ed è dovuta soprattutto a forti contrazioni sul mercato interno.

«Una situazione non facile – sottolinea Azzali - alla quale abbiamo reagito facendo cordata, ancor più che in passato, per individuare la via di uscita”. Le aziende vitivinicole di Confagricoltura hanno rinsaldato un percorso di partecipazione e di condivisione. “Nei nostri incontri – prosegue Azzali - non ci limitiamo a lavorare insieme sul come uscire dalla crisi, ma stiamo programmando, soprattutto per il dopo, in generale ragionando in ottica di sistema e di territorio. Gli imprenditori di Confagricoltura Piacenza sono protagonisti di un avvicinamento tra le aziende vitivinicole piacentine anche grazie al ruolo propulsore che hanno nel Consorzio Vini e insieme alle associazioni del territorio. Confagricoltura si è spesa perché questo percorso fosse avviato e le aziende, insieme, stanno approcciando un nuovo modo di proporsi ed esserci, portando avanti investimenti umani e professionali per valorizzare il prodotto locale migliorando le performance in tutti i canali commerciali e anche nel panorama mondiale, dove diverse sono già apprezzate, ma dove molti spazi possono essere ancora conquistati».

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