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Economia

«Voucher strumento irriformabile». A Piacenza 862mila nel 2016

Parte la campagna referendaria della Cgil di Piacenza sui due quesiti riguardanti l’abolizione dei voucher e il codice appalti. Nel nostro territorio distribuiti 862mila buoni nel 2016 (nel 2013 furono 260mila. Ben 401mila sono "attività non classificate". Zilocchi: «Sono imprese e artigiani»

«Libera il lavoro con due “sì”, per costruire tutta un’altra Italia». È lo slogan con cui la Cgil nazionale e provinciale dà il via alla campagna referendaria per il lavoro. Al momento ancora non si conosce la data del Referendum: potrebbe anche essere accompagnata alle Amministrative di questa primavera. Due i quesiti: uno volto ad abrogare il buono voucher, l’altro per la eliminare le norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti.

«La nostra organizzazione – informa il segretario provinciale Cgil Gianluca Zilocchi - è entrata nel vivo della campagna referendaria. Abbiamo raccolto più di 3 milioni di firme nel 2016 per proporre i quesiti. La nostra iniziativa di legge popolare sulla carta dei diritti del lavoratore è volta a riscrivere lo statuto dei lavoratori di questo Paese. Ci sono milioni di persone, soprattutto giovani precari, esclusi da ogni tipo di tutela. Abbiamo lanciato questa campagna per riscrivere lo Statuto e difendere tutte le categorie di lavoratori, con ogni forma di contratto. Dopo le modifiche alle norme sui licenziamenti c’è bisogno di allargare la platea dei tutelati». Per questo quesito sono state raccolte un milione e mezzo di firme. «In questi giorni la Cgil sta incontrando i parlamentari di ogni schieramento. Il Pd ci ha detto che si discuterà nel dibattito parlamentare questo tema: li abbiamo costretti a prendere in considerazione il testo e parlare di lavoro».

Inizialmente i Referendum erano tre, quello sull’articolo 18 è stato poi bocciato e non sarà sulla scheda referendaria. «Siamo fortemente perplessi – puntualizza Zilocchi - sulla decisione della Corte Costituzionale, negli anni passati si era espressa con un giudizio opposto sul tema. Detto questo la nostra battaglia sull’articolo 18 non termina qui perché quella è una norma di civiltà. Chi viene licenziato senza motivo ha diritto di riottenere il posto di lavoro ed essere risarcito. Vogliamo fare ricorso alla Corte di giustizia europea, e chiederemo che questa norma sia dichiarata incostituzionale».

VOUCHER

Il tema caldo che infiammerà il dibattito sarà sicuramente la questione voucher. «È in corso una discussione fuorviante – precisa il segretario provinciale -, tanti dicono che “questo è uno strumento utile che elimina il lavoro nero”. Noi della Cgil pensiamo che non sia così. Non basta fare un po’ di maquillage sui voucher per sistemare il problema. Il lavoro nero non è stato minimante attaccato dai voucher, anzi. Si è dato uno strumento in più alle imprese per coprire prestazioni di diverse ore. Ci sono persone che lavorano 5-6 ore al giorno e vengono pagate con un buono voucher da 10 euro. Questa non è una forma di contratto: come lavoratore sono completamente svincolati dal datore di lavoro». C’è chi dice che il voucher dia comunque tutele previdenziali. «Sono contributi molto piccoli, finiscono nella gestione separata dell’Inps, così i lavoratori si trovano i soldi sparpagliati su più fondi dell’Inps che poi andranno raccolti insieme in modo oneroso». Gianluca Zilocchi 2-2-2

La Cgil critica il limite di 9mila euro per il reddito annuo dei voucher. «Se uno arriva a 7mila euro non si può parlare di “lavoro occasionale”. Oggi tutti lo utilizzano. Sono norme da abrogare. Non è uno strumento riformabile. Ci vogliono limiti ben precisi, 40 giorni al massimo di lavoro all’anno, 2500 euro di limite, e solo per studenti, pensionati e disoccupati. Va riscritta la norma, non si può modificare con una discussione in Parlamento di una settimana.

I VOUCHER A PIACENZA

Nel 2013 a Piacenza – stando ai dati Inps – furono distribuiti 260.300 voucher da dieci euro l’uno. Nel 2016 siamo arrivati a 862mila voucher. In Emilia sono 16 milioni e 800mila i voucher del 2016. «Una crescita costante: il dato più eclatante è dove vengono utilizzati» - dice al riguardo Zilocchi -. Tra gli 862mila di Piacenza il giardinaggio ne registra 30mila, sport e cultura 20mila, cure familiari 21mila. Poi ci sono numeri che pongono più di un interrogativo. I “servizi” 135mila, il commercio 120mila e – dulcis in fundo – le “attività non classificate” ben 401mila.

«Incominciamo – prosegue il segretario - a classificare chi li utilizza. nei 401mila abbiamo i buoni di tutte le imprese e l’artigianato. E infatti gli imprenditori si giustificano dicendo che sono legittimi. Peccato che abbiamo altre forme per coprire i lavoratori delle imprese nei momenti più produttivi. C’è concorrenza tra queste forme di lavoro rivolte al ribasso. Purtroppo negli ultimi anni sono state sbagliate tutte le politiche sul lavoro». La Cgil di Bologna ha utilizzato i voucher. A Piacenza nel sindacato rosso qualcuno li ha utilizzati? «No, mai dato un voucher in tutti questi anni, neanche ai nostri pensionati», è la pronta replica della segreteria.

«Chiederemo – ha aggiunto Ivo Bussacchini della Fiom - a 26 milioni di italiani di andare a votare. Sarà una campagna delicata. A Piacenza abbiamo raccolto 11mila firme fuori dalle fabbriche, sui mercati, parlando con la gente. I cittadini ci chiedono una svolta dopo tanti anni di lavoro. Ora andremo porta a porta. In questo Paese si è tornato a parlare di lavoro. Mi auguro che non ci siano comitato del No, spero che abbiano un po’ di pudore». «Sono proposte della Cgil – rileva Stefania Bollati della funzione pubblica - speriamo che non si voti a favore o contro la Cgil. C’è molta insoddisfazione nella società nei confronti del lavoro, perché è stato smantellato da ogni diritto e tutela. Questi due "sì" permettono ai lavoratori di decidere, dire la propria sul mondo del lavoro. Con due "sì" sarà veramente tutta un’altra Italia».

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