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Museo Civico di Storia Naturale: la garzaia di Bertuzzi apre il nuovo allestimento

Al Museo Civico di Storia Naturale dal 23 gennaio all'otto marzo rimane allestita la mostra "Migrazioni: percorsi e contaminazioni tra esseri umani, natura, preistoria e arte". L'esposizione è aperta martedì, mercoledì, venerdì dalle 9,30 alle 12,30, giovedì, sabato e domenica dalle 9,30-12,30 e 15-18

Al Museo Civico di Storia Naturale in via Scalabrini dal 23 gennaio all’8marzo rimane allestita la mostra "Migrazioni: percorsi e contaminazioni tra esseri umani, natura, preistoria e arte". L’esposizione è aperta con orari: martedì, mercoledì, venerdì 9,30 -12,30; giovedì, sabato e domenica 9,30-12,30 e 15-18.

Partendo dall’installazione "La Garzaia", luogo di nidificazione degli aironi e simili, proposta dell’artista Romano Bertuzzi con un simbolico albero, la mostra prende in considerazione il tema delle migrazioni di alcune specie di avifauna confrontandone i percorsi con quelli dei migranti che raggiungono l’Europa dal mare. Due grandi mappe riportano, una accanto all’altra, le migrazioni di alcune specie di uccelli e i principali flussi migratori umani dall’Africa all’Italia. Di fronte ad esse due “cammini” altrettanto significativi: quello dell’uomo preistorico dalla regione della Rift Valley all’Europa e quello riguardante la “migrazione” dei continenti nel corso delle diverse ere geologiche.

L’allestimento di Bertuzzi si propone, non come semplice raffigurazione funzionale ad un’esposizione sistematica di un habitat naturale, ma come simbolica ed evocativa rappresentazione di una Natura nella sua realtà di interazioni complesse. Una selezione di differenti esemplari di Ardeidi (famiglia di uccelli cui appartengono, ad esempio, gli aironi) delle collezioni storiche del museo interagisce con un’architettura lignea di linee che si intersecano, intrecciandosi come i ramoscelli e le cannucce degli stessi nidi opportunamente collocati accanto agli esemplari “tassidermizzati”, processo di conservazione che mantiene l’aspetto e le dimensioni naturali dei soggetti naturali. Il risultato consente di focalizzare uno degli aspetti forse meno noti e nello stesso tempo più affascinanti tra le peculiarità naturalistiche di cui ancor oggi rimane significativa traccia lungo il Po. La storia dell’uomo, si legge nella presentazione di Carlo Francou, ha visto il progressivo espandersi del genere Homo che, dal continente africano, si è irradiato in ogni direzione fino a raggiungere l’Europa e l’Asia, popolando l’intero pianeta e sfruttando nel suo cammino quei ponti naturali formatisi, soprattutto nel corso delle glaciazioni pleistoceniche di cui buona parte del pianeta è stata teatro negli ultimi 650mila anni.

La storia naturale ci insegna che chi ha saputo adattarsi alle nuove condizioni di vita è riuscito a far crescere la propria prole e a darle un avvenire. Ancora una volta è la natura ad insegnarci che solo mettendosi in gioco, giorno dopo giorno, saremo in grado di procedere nel cammino periglioso e allo stesso tempo entusiasmante della nostra vicenda umana. Dalla regione sub sahariana e dal Medio Oriente uomini, donne, bambini e anziani cercano luoghi di rifugio dove trovare condizioni di vita accettabili.

Lungo quegli stessi tracciati gli uccelli migratori transitano nel loro itinerario stagionale per raggiungere i luoghi di svernamento dove gli inverni sono più miti per ritornare, la primavera successiva, a quegli stessi nidi che avevano abbandonato alle prime avvisaglie della fine dell’estate.

A completamento della rassegna una decina di opere di artisti contemporanei (Gustavo Foppiani, Armodio, Carlo Berté, Romano Bertuzzi, Alfredo Casali, Ugo Locatelli, Giorgio Milani, Luiso Sturla) aprono lo sguardo su altre “mappe” con lo scopo di proporre un dialogo tra scienza e arte, che della natura e dell’uomo sono osservatrici preziose e attente.

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