Agazzano, concerto d'organo di Gianmaria Raminelli
Sabato 4 ottobre 2014, alle ore 18, Gianmaria Raminelli del Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara, terrà un concerto sul prestigioso organo Tamburini della chiesa S. Maria Assunta di Agazzano.
GIANMARIA RAMINELLI
Diplomato presso il liceo classico "L. Ariosto" di Ferrara, è attualmente allievo del M.tro Francesco Tasini presso il Conservatorio "G. Frescobaldi" della città estense, all' 8° anno di Organo e Composizione organistica. Ha ottenuto giovanissimo la licenza in teoria, solfeggio e dettato musicale. Nel marzo 2007 ha conseguito il Primo Premio per la categoria "Organo" al Concorso Nazionale Musicale "L. Agostini". Ha frequentato masterclasses con i Maestri Eric Lebrun e Ludger Lohmann. Nel 2008 e nel 2009 è stato chiamato ad esibirsi sul cinquecentesco Organo della basilica ferrarese di S. Maria in Vado nell'ambito della Rassegna Internazionale di Musiche Organistiche "Percorsi d'Organo". Nell'ottobre 2010 ha accompagnato una liturgia domenicale nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Nel gennaio 2011 ha rilasciato una intervista alla Rai in occasione di una trasmissione su Guido, musico dell'abbazia di Pomposa, e nel febbraio dello stesso anno è stato insignito del Premio Salesiano "Don Piero Viganò" per meriti di servizio come organista della Corale della chiesa parrocchiale di San Martino in Codigoro (Ferrara). Il 30 aprile 2011 il Lions Club di Copparo (Ferrara) gli ha conferito il Premio "Penna d'Oro" per riconosciuti meriti culturali. Da due anni cura il commento musicale del premio nazionale di poesia "Caput Gauri" di Codigoro (Ferrara). Da un quinquennio tiene concerti nelle rassegne organistiche della Diocesi di Adria-Rovigo, dirette dal Maestro Carlo Barbierato. Nel maggio 2014 ha partecipato alla Rassegna "Ferrara Organistica" suonando sul prestigioso organo Pinchi-Skrabl della basilica di S. Giorgio fuori le mura. L'attività concertistica di Raminelli (specialmente se effettuata su organi del XIX secolo) presenta talora, oltre gli autori classici, quelli ottocenteschi, anche i meno noti, per la vivacità e il cromatismo che sprigionano le loro composizioni.