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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Quando Sant'Antonino andò alla guerra contro Barbarossa

Pubblicato "Gesindel", di Franco Livera. Un libro che porta alla luce la storia piacentina più nascosta, un romanzo storico per comprendere anche l'attualità. I piacentini, con un loro carroccio, andarono, con la Lega Lombarda, allo scontro con l'imperatore Federico I

«Il tema storico è la mia passione di sempre. In particolare, mi piace la storia piacentina, perché noi piacentini siamo spesso digiuni della storia di casa nostra, non sapendo che, invece, è estremamente interessante. Da qui a cercare di farla conoscere agli altri il passo è stato breve e per farlo ho scelto la forma del romanzo storico».

Franco Livera è l’avvocato piacentino autore di un bel libro “Gesindel - Il giorno della marmaglia” (Fabrizio Filios editore, 13 euro). Tutto in questo testo parla di noi e delle nostre radici, dall’autore, all’editore alla storia che galoppa nelle pagine.

Il libro è stato presentato sabato 6 ottobre, all’Auditorium di Sant’Ilario. Sala esaurita e un presentatore di eccezione al tavolo, Paolo Colagrande, avvocato, amico di Livera, scrittore anch’egli e Premio Campiello 2007 Opera prima, con “Fideg”. In sala, tra i tanti intervenuti, anche il sindaco Paolo Dosi e il presidente della Provincia, Massimo Trespidi.

Dalla toga alla penna (meglio, al computer) Livera è passato dai codici ai testi di storia medievale. E la storia narrata in Gesindel è più che mai attuale. Nel 1152 l’imperatore Federico I, Barbarossa siede sul trono di Acquisgrana e vuole riportare all’ordine i riottosi comuni della Valle del Po. I Comuni sono divisi, ma decidono di ribellarsi all’imperatore e al suo forte esercito. E così, un anno prima di Legnano, a Montebello, si organizzano per una battaglia che non fu mai combattuta. E dalle pagine, esce un pezzo di Piacenza non conosciuta: quattro carrocci della Lega Lombarda vengono approntati: Milano, Brescia, Verona e Piacenza. Sul nostro svetta la statua di Sant’Antonino. E la nostra città fornisce anche la fanteria e la cavalleria. Introno al nostro Carroccio, marciano parmigiani e reggiani. Purtroppo, la nemesi farà sì che fra poco saremo noi a “marciare” al seguito di Parma.

L'INTERVISTA

Livera, è il suo primo libro importante?

Sì, anche se qualche anno fa avevo pubblicato vecchie favole dialettali piacentine.

Si aspettava tanto pubblico?

No, e, sinceramente, mi ha fatto molto piacere

Un libro del genere ha richiesto molto lavoro per l’acquisizione del materiale e la verifica e la consultazione delle fonti storiche…

Ha richiesto molto  tempo per le ricerche e questo è il suo principale difetto, forse ci sarebbe voluto più tempo per lavorarci su.

Però, questo non è un saggio, è romanzo storico.

Non mi consideravo all’altezza del saggio, non sono storico. Sono un appassionato di storia. Ho creduto di provare a romanzarlo, per renderlo accessibile a un maggior numero di persone. Spero di non aver scontentato gli storici, i romanzieri e anche l’editore Filios.

Chi ha letto il libro in anteprima?

Mio fratello, non mia moglie. Ed è piaciuto.

Ne farebbe un altro?

Ne farei un altro, sì. Mi ritengo eclettico, ma la storia… riguardarla è un grande insegnamento che serve per capire anche il presente, perché ci ritrovi le cose di cui si ragiona oggi

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