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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il giornalista Del Debbio: «L'ignoranza è il vizio principale del nostro paese»

Paolo Del Debbio famoso giornalista e conduttore del programma televisivo Quinta Colonna è stato ospite dell'Associazione Liberali durante una cena organizzata al ristorante Olimpia di Niviano di Rivergaro

Del Debbio famoso conduttore del programma televisivo: Quinta Colonna è arrivato a Piacenza da Milano.  Il luogo dell’incontro il ristorante Olimpia di Niviano dove si respira la quasi primaverile, anche se frizzante, aria della prima  Val Trebbia. Persona aitante e di bella presenza che poi dirà di avere sessant’anni, ma ne dimostra dieci di meno, è accolto da un pubblico festoso, specie quello di sesso femminile che in processione lo vogliono conoscere. Gli elogi si sprecano: più bello che in tv, più alto di quello che appariva ( sempre in tv.) i molti giudizi di partenza.  A questi, dopo il suo discorso, se ne aggiungeranno, altri : veramente simpatico, coinvolgente, ironico, sensibile, disponibile a rispondere agli inviti  e poi anche a farsi fotografare con la bionda o con la bruna di turno. Detto questo, conviene ora soprassedere negli elogi,  per non creargli intorno un alone mitico che lo paragona agli eroi omerici. A parte queste impressioni, è un dato di fatto, che l’uomo, oltre al video, sia in grado di bucare l’attenzione anche in una sala gremita. La sala dicevo.

Per quanto ampia non avrebbe ospitato tutto il numeroso pubblico presente ( quasi trecento persone)  se non si fossero adottate strategie di  accoglienza e sistemazione.  Rappresentate da  lunghi tavoli formati da trenta persone, tavoli fra loro  appaiati   in numero di nove,  al posto di mense piccole, come si faceva  di solito, ma  contenenti al massimo otto o dieci persone, che  occupando più spazio, non avrebbero consentito la sistemazione per tutti  . Nonostante questa disposizione, la sala non perde di eleganza. Tovaglie bianche e sedie pure rivestite di candide  coperture,  sono in grado di dare quel colpo d’occhio gradevole alla vista,  creando un’atmosfera di simpatico coinvolgimento emotivo generale. Quanti liberali! è la prima spontanea voce che si sente in giro. A questo proposito, oltre ai numerosi amici, non mancano le  autorità ,di cui  ne citerò alcune, sapendo in questo modo di andare incontro a qualche dimenticanza. Accetto comunque la sfida e le enumero,   seguendo una strano ordine, peraltro molto arbitrario, legato alla  vicinanza al nostro tavolo . E dico nostro,  in quanto per ospitare degnamente Del Debbio e per sistemargli adeguatamente sia il posto a sedere  che il microfono, è stato allestito un tavolo a cinque, insieme al presidente dell’Associazione liberale, A. Coppolino, il razdur Anelli, l’avv. Bongiorni ed il sottoscritto. Ma ho parlato degli ospiti illustri presenti. Eccoli. Quasi al nostro fianco il sindaco della città P. Barbieri con alla sua destra  il suo vice( sindaco) E. Baio e il neo eletto parlamentare T. Foti e poi l’amica prof. M. A. De Micheli, sempre  attenta ed acuta nei giudizi sulle persone.  Viceversa sistemati in altri tavoli, più distanti, gli altri parlamentari eletti nel centro destra, P. Pisani ed E. Murelli, quest’ultima biondissima ed elegantissima . Seguono in bella evidenza fra i consiglieri comunali i nostri eletti rappresentanti associativi, P. Ultori e A. Levoni. Quindi altri politici fra sindaci comunali e consiglieri ragionali di cui ometto i nomi per non fare, con dovuto rispetto, una lista troppo lunga, in cui la dimenticanza di qualcuno sarebbe una colpevolezza, quasi un affronto personale. Mentre distribuirla fra più persone, annacqua un po’ l’errore. Vi basti dire che fra la  moltitudine di gente, circolava la voce che tutte le persone cosiddette importanti erano presenti.

Me lo conferma il mio amico letterato, il prof. G. Romagnoli  con la frase: c ’erano proprio tutti. Vi sorprenderà che non abbia citato fra i presenti il più importante, ma date tempo al tempo. Ecco allora la cronaca. Accoglienza da favola con vassoi riempiti di ogni tipo di leccornie, i cosiddetti antipasti, per significare ogni cosa  per tutti i gusti. Si inizia con i convenevoli, come già detto, con l’ospite che sembra gradevolmente sorpreso da tanta attenzione. Inizia il pasto con due portate sobrie e di buona fattura in  fatto sia gusto  che di presentazione. Avendo alla mia sinistra Del Debbio,  noto che mangia pochissimo e beve quasi niente se non un bicchiere o due di acqua naturale. Con lui  ho modo di conversare e lo interrogo sulla sua attività di giornalista televisivo,  di insegnate universitario  di etica e di economia alla Luiss di Milano , quindi come autore di libri disuccesso, di cui l’ultimo: Più etica nel mercato?  viene proposto in due piccoli stand all’ingresso  e che va  letteralmente a ruba. E’ cortese e simpatico, nessuna prosopopea, risponde amabile ad ogni domanda   e ringrazia. Noto però, conoscendo il linguaggio del corpo, che la sua  gamba sinistra si muove in continuazione, piccoli movimenti, un tremolio continuo che danno  la sensazione di una tensione interna, lui apparentemente così sicuro. Viene naturale pensare che se anche  abituato ai grandi pubblici, soffra  un po’ di emozione. Possibile. Dopo circa un ora dall’inizio della cena, servita con precisione e tempismo esemplari,   comincia il suo discorso preceduto da una richiesta di attenzione rivolta ai commensali da parte dell’amico Coppolino che già prima lo aveva presentato  adeguatamente ed elegantemente al pubblico.  Silenzio. Inizia il discorso con l’ironia tipicamente toscana. Dice che fra tutti i presenti, dei quali si era  prima con me curiosamente informato , manca solo il Vescovo, ma subito aggiunge che   l’avv. Sforza Fogliani ( eccolo finalmente citato), con   tutte le sue  benemerenze,  assorbe tranquillamente anche quella del primo pastore della città . Ilarità.  Prosegue citando il suo programma televisivo, sostenendo  di essere approdato in tv tardi all’età di 49 anni , mentre adesso di anni ne porta sulle spalle  sessanta, che punto dimostra .

Parla inizialmente con un tono abbassato, anche se la voce arriva a tutti. Il suo intento è rivolto a combattere  la lotta all’ignoranza, comune fra l’altro in molti politici e in particolare presente in un partito politico vincitore alle recenti elezioni, formato da ignoti alla cultura. Infatti è l’ignoranza che secondo lui rappresenta il vizio principale  del nostro paese, che induce molti  a parlare molto ed a dire poco o niente. In altri termini il suo è un elogio della serietà e della preparazione, indispensabile soprattutto in un conduttore televisivo per  reggere il confronto con le poche persone   preparate, ma  nello stesso tempo utilissima a smontare i parlatori di professione che con le loro ciance riempiono le teste ma  non il loro contenuto. Piano piano intanto si accalora. La voce diventa quasi tonante e il discorso acquista toni sempre più precisi, sui temi che riguardano l’etica, sua materia di insegnamento insieme alla  filosofia e all’economia, tutte e tre,  secondo lui, strettamente legate  alla prima( l’etica). Ma non per un moralismo generico ,solo  per una questione essenziale che suscita la condivisione dei presenti. In sostanza perché la vera economia si basa sullo spirito imprenditoriale della singola persona, che proprio nel profitto investe i suoi lati migliori, compresi la creatività ,il coraggio e gli aspetti morali. Applausi. Dopo quasi 40 minuti di discorso, soddisfatto, si zittisce e si siede( aveva parlato in piedi).  Fatica ed emozione  si fanno evidenti per la presenza di un sudore perlaceo che umetta la fronte. A questo punto il conduttore e presentatore della serata, l’avv. Coppolino chiede se vi sono domande. Una di queste si orienta  sulle accuse di populismo che alcuni rivolgono al suo talk show. Risponde in modo chiaro ed esemplare, ma soprattutto convincente. Per lui esiste una differenza fondamentale fra  due tipi di populismo,  il primo è quello becero e volgare, l’altro quello che favorisce  la maturazione delle idee attraverso finalità didattiche. Insomma il primo è deleterio  e quindi  da combattere come lui spesso fa, togliendo addirittura la parola ai vari seminatori di imbecillità ( ce ne sono molti) che raggiungono  il microfono nel suo talk show, solo per  parlare della loro vanità. Il secondo invece rappresenta una caratteristica della sua trasmissione innovativa e di successo, perché dà ascolto alla piazza e non al palazzo , in termini però non facinorosi. Convincente.

Ad una seconda domanda, simpatica e nel contempo provocatoria dell’amico C. Mistraletti sempre imprevedibile nei suoi commenti, riguarda se    esiste, per Del Debbio, una equazione fra   Lucca e Pisa come fra Piacenza e Parma.  Il nostro, risponde  che sceglie Piacenza ( Parma è troppo altezzosa) ma poi subito  con l’icasticità tipicamente toscana, chiude ogni polemica con un: Insomma vedetevela voi io ho già tanto da fare ad interessarmi di Lucca. Basta così.  Intanto altre persone si accalcano al tavolo chiedendo gli uni una firma,  gli altri una foto. Alcuni addirittura una intervista che lui concede con cortesia. La serata si chiude fra consensi e entusiasmi generali.  Una stretta di mano sancisce la mia vicinanza  in tutti i sensi con il gradito ospite. Al  razdur Anelli il compito, dopo averlo già  condotto da Milano a Piacenza,  di fare marcia contraria, di riportare  di nuovo  il responsabile di tanto consenso, nella sua abitazione di Milano. Con il tutti i casa, si conclude la cronaca, ma  a questo punto non voglio dimenticare in extremis di fare i complimenti per l’organizzazione della serata, all’ amico Mario Mistraletti, cui la nostra associazione deve oltre agli elogi, anche la riconoscenza per aver contribuito con tanta partecipazione, a incrementare la magra cassa associativa. Un contributo questo indispensabile per portare a termine nel prossimo futuro  altre iniziative   col necessario entusiasmo. Proprio ieri infatti, bisogna dirlo, ricorreva un ventennio,  che non riguarda quello che  ci viene subito in mente,  ma più modestamente i vent’anni dalla prima riunione conviviale della nostra Associazione. Che questo sia allora  di buon auspicio per il futuro, oltre ad una speranza, possiamo e dobbiamo considerarlo un fatto certo. Ad maiora.  

Paolo Del Debbio ospite alla cena dei liberali ©Bersani-Mistraletti/IlPiacenza

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