rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Eventi

Alla Galleria Alberoni un quartetto di puri talenti con un leader progressive al violoncello

Venerdì 5 aprile alle 21.15 nella Sala degli Arazzi protagonista sarà il quartetto guidato dal violoncellista e compositore Erik Friedlander. Nel pomeriggio lo stesso Friedlander terrà una masterclass al Conservatorio Nicolini

Se il Piacenza Jazz Fest sta volgendo anche quest’anno al termine, non per questo diminuisce il valore e il livello dei concerti ancora in cartellone. Davvero interessante è il concerto in programma venerdì 5 aprile alle 21.15 nella splendida Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni, in concomitanza con l’evento “Dis-chiusure”. Protagonista sarà un quartetto di puri talenti, guidato dal violoncellista e compositore Erik Friedlander. Il quartetto dal nome “Throw a Glass” vede, oltre al leader, altri fuoriclasse: basti pensare che al pianoforte siederà Uri Caine, musicista la cui duttilità gli consente di confrontarsi con diversi contesti musicali molto differenti tra loro, mentre al contrabbasso ascolteremo Mark Helias e alla batteria Ches Smith.

I biglietti per poter ascoltare questo gruppo di “all stars” si possono acquistare nei pomeriggi feriali dalle 15.00 alle 19.30 presso la sede del Piacenza Jazz Club, online sul sito www.diyticket.it o nelle ricevitorie Sisal di tutta Italia. Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club con la direzione artistica di Gianni Azzali, il decisivo sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Regione Emilia Romagna e dei Comuni di Piacenza e Fiorenzuola d’Arda, il patrocinio del MiBAC e la collaborazione di una fitta rete di associazioni, istituzioni e realtà del territorio.

Alle ore 15.00 presso il nuovo Auditorium del Conservatorio “Nicolini”, Erik Friedlander terrà un incontro masterclass aperta a studenti, insegnanti e pubblico esterno ad ingresso libero e gratuito.

Il gruppo dei quattro super talentuosi “Throw A Glass” sarebbe dovuto durare il tempo di un unico concerto, ma si accorsero che era talmente alta la “chimica” tra di loro e, visto il piacere che gli procurava, decisero di proseguire a suonare insieme fino ad arrivare a incidere un album, che ha visto la luce nel 2018, dall’evocativo nome di “Artemisia”. L’ispirazione per questo concept album è arrivata dall’osservazione attenta della serie scultorea dei “bicchieri di assenzio” di Picasso esposti al MoMA di New York e, più in generale, dalla storica fascinazione per la “fata verde” e la sua capacità di alterare gli stati percettivi, che hanno portato il violoncellista a riflettere sul rapporto tra l’arte e l’ispirazione. Si può definire questo un disco sull'ispirazione e sulla sua origine. Ciò che l’autore vuole portare alla luce con le sue composizioni, è di lasciar perdere l’idea della cosiddetta rivelazione assoluta, per concentrarsi invece su tutti i momenti speciali che si creano nella quotidianità. Anche prendendo l’esempio di un gruppo che fa musica insieme: quei momenti in cui c’è assoluta sincronicità, tutte le incredibili combinazioni che si creano per la prima volta e tutte quelle che tenderanno a sfuggire non appena si tenterà di ripeterle di nuovo. Queste sono le vere cose da amare e da apprezzare secondo Friedlander nel fare musica insieme dal vivo.

Figlio di uno dei più affermati fotografi statunitensi, Erik Friedlander intraprende un percorso musicale lontano anni luce dalle grandi major, essendo stato “rapito” dagli animatori della downtown creativa newyorkese degli anni '80, Dave Douglas e John Zorn su tutti. Inizia perciò a sperimentare forme sonore in bilico tra rivisitazioni di musica Kletzmer, Free-Jazz e musica colta contemporanea con rara sensibilità, pur facendo emergere un timbro personale che lo rende riconoscibile in qualsiasi ambito. Mai cerebrale, mai ostentato, la sua naturale sobrietà non ha moderato quel calore che da lui sprigiona nei diversi contesti in cui riesce a dipingere con il suo violoncello, grazie a una naturalezza sbalorditiva. Un gigante della scena attuale americana, insomma, capace di rivisitare i percorsi più affascinanti della cultura musicale statunitense, rispettandola e, perché no, turbandola al tempo stesso.

Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzfest.it o visitare la pagina Facebook del festival www.facebook.it/piacenzajazzfest. Per contatti si può scrivere alla mail a biglietti@piacenzajazzclub.it oppure telefonare allo 0523.579034 – 366.5373201

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alla Galleria Alberoni un quartetto di puri talenti con un leader progressive al violoncello

IlPiacenza è in caricamento