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«Per molti uomini è insopportabile riconoscere una relazione alla pari»

L'edizione primaverile si apre nel segno del ministro Anna Finocchiaro. Dosi: «Suggeriamo a chi verrà dopo di noi di mantenere il Festival»

L’edizione primaverile del Festival del Diritto si è aperta nel segno di Anna Finocchiaro. Il ministro dei rapporti con il Parlamento è intervenuta a Palazzo Gotico come ospite d’onore. Il ministro, con i cronisti, ha parlato anche di femminicidio. «Io penso che la radice e la ragione del femminicidio non sia in una arretratezza e debolezza della condizione femminile, ma sia al contrario nell'espressione della libertà femminile che oggi sempre più si atteggia anche come libertà di desiderare una vita affettiva soddisfacente, una relazione paritaria. Questo risulta talvolta insopportabile per gli uomini che non sono in grado appunto di vivere paritariamente con una donna e di rispettarla nelle loro esigenze. Quindi paradossalmente questo fenomeno, che sembra arcaico, e che sta facendo lievitare il numero degli omicidi di donne, mentre gli omicidi in generale diminuiscono, appartiene invece alla modernità della libertà femminile, alla modernità della pretesa di parità nella relazione affettiva e coniugale. Ed è quindi soprattutto un fatto che affonda nella cultura maschile le sue radici, in questa incapacità di vivere in un rapporto realmente paritario, in questo avvertire il rapporto d'amore come un rapporto proprietario».

Durante il suo intervento a Palazzo Gotico ha toccato il tema del Referendum Costituzionale, che l’ha vista grande protagonista nel dibattito. «Il 4 dicembre si è aperta una frattura, ci sono segni evidenti. Si è rotto il sentimento verso Renzi e il Pd, si è aperta una crisi nel rapporto con il Mezzogiorno e con i giovani del Paese. Si è riflettuto poco sulla rappresentatività. C’è stato un difetto nella nostra analisi, non siamo stati bravi come Cassandra a leggere cosa stava succedendo. Nasceva intorno alla riforma un sentimento, che ribadiva il principio assoluto di rappresentanza. È stato un errore politico di analisi, non abbiamo saputo vedere il sentimento del Paese». Finocchiaro ha ribadito l’importanza di raggiungere l’obiettivo di una nuova legge elettorale. «Basterebbe una buona, sensata e pensosa legge elettorale. La dobbiamo pretendere questa per garantire rappresentanza. Serve per creare anche una cittadinanza più consapevole, che renda a sua volta più dignitosa la politica».

Il sindaco Paolo Dosi ha ringraziato l’editore Laterza e Stefano Rodotà per l’impegno profuso in questi anni. «Il Festival del Diritto è una sensibilità che per Piacenza è diventata emblematica, motore di tante iniziative che si sono succedute nel tempo. Nonostante la crisi si sono realizzati questi momenti. Seppure fuori tempo rispetto a quello tradizionale abbiamo pensato a questo appuntamento primaverile, un modo per questa Amministrazione per consegnare le suggestioni e la volontà di proseguire l’appuntamento. La prossima Amministrazione sarà libera di scegliere, non è un vincolo organizzarlo. Noi offriamo questo suggerimento, magari potrà modulare l’evento in modo diverso e con un’altra sensibilità, ma questo momento di riflessione è importante.  Qua si stimola un pensiero determinante e illuminante per la comunità piacentina, dal Festival abbiamo preso idee, si è aumentato il patrimonio comune di conoscenze in un momento di difficoltà».

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