rotate-mobile
Eventi

A Palazzo Galli la mostra "Gustavo Foppiani, un omaggio"

Sarà inaugurata venerdì 27 maggio presso Palazzo Galli la mostra dedicata all'indimenticabile Gustavo Foppiani. Nel catalogo la prefazione di Vittorio Sgarbi, che ricorda commosso il grande artista

Sarà inaugurata venerdì 27 maggio 2016 alle ore 11 la mostra allestita a palazzo Galli dal titolo "GUSTAVO FOPPIANI, UN OMAGGIO". L'esposizione sarà visitabile fino al 25 giugno nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì, venerdì e sabato  dalle ore 16 alle 19, con ingresso libero

Particolarmente significativa la prefazione di Vittorio Sgarbi contenuta nel catalogo della mostra, che ricorda con accenti toccanti l'incontro tra il noto critico d'arte e il celebre artista, avvenuto a Piacenza sul finire degli anni Settanta.

"Ripensare, dopo più di trentacinque anni, alla emozione della scoperta e della conoscenza di Gustavo Foppiani è molto difficile oggi. Eravamo giovani ed entusiasti, ma anche disillusi su quello che l'arte contemporanea ci poteva dire,che non fosse artificio, finzione, menzogna. Troppi provocatori, troppi mistificatori, troppe fame usurpate. Da quanti anni non vedevamo poesia? Dopo Morandi, dopo Licini, dopo De Pisis, e anche dopo il primo Ontani, cosa potevamo aspettarci dagli artisti di quegli anni di distruzione e di disinganno? Con questo animo mi trovavo a Piacenza sul finire degli anni settanta nello studio, in una casa incantata, di Gustavo Foppiani, incredulo davanti a dipinti intatti come sogni compiutamente sognati, e non evaporati al risveglio.Fino a quel momento nessun pittore, se non forse Domenico Gnoli, mi aveva trasmesso segnali di autenticità e originalità come Foppiani in quei dipinti fantastici, con il fondo prevalentemente nero, come pietra di paragone, su cui si ritagliavano storie ironiche e affettuose. Ricordo una fabbrica di pomodori in conserva su un altopiano irraggiungibile con la imprescindibile ciminiera; torri isolate, aerei, treni su pianure sconfinate, in un sogno senza fine. Mi accorsi subito di uno stato di grazia, unico, del pittore, in luoghi perduti; e fui, letteralmente, "preso come per incantamento" da Foppiani, inventando per lui la classificazione fino ad allora inesistente, ma pertinente, di "Surrealismo padano". Si salvavano così la favola e la fabbrica di sogni nella perduta Piacenza, e lo spirito universale di quel mondo di invenzioni così lontane dalle consuetudini dell'arte di quegli anni e così prossime al mondo surrealista francese e belga: Magritte, Delvaux, Leonor Fini, Stanislao Lepri, Salvador Dalì.
Foppiani era un mondo misterioso e inesplorato, una sorpresa travolgente, con una produzione varia, ricca, su tavole e carte, talvolta strappate da libri e riusate, in una dolcezza di tempi immemorabili, remoti come i sogni che trovavano accoglienza su quei supporti semplici e precari. Tornai a trovarlo, a risalire le scale del suo rifugio, a sentire le parole misurate della sua umanità sconfinata, con una dolcezza disarmante, condividendola con amici comuni, come Armodio, e Sergio Zanni. Poi,più niente.Gustavo se ne andò silenziosamente, in un giorno d'estate di qualche anno dopo, il 1986; e con lui tutti i nostri sogni".(Vittorio Sgarbi)

11006926Invito-21x12_ok--3

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A Palazzo Galli la mostra "Gustavo Foppiani, un omaggio"

IlPiacenza è in caricamento