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Pontenure, finale in grande stile per il Festival 50+1

La seconda edizione dell'evento teatrale pontenurese chiude i battenti in grande stile proponendo, ancora, due spettacoli di rara qualità artistica e tecnica

Finale, come è consueto dire in questi casi, col “botto” per Festival 50+1. La seconda edizione dell’evento teatrale pontenurese chiude i battenti in grande stile proponendo, ancora, due spettacoli di rara qualità artistica e tecnica.

Hanno calcato il palco di Teatro serra, rispettivamente venerdì 29 e sabato 30 maggio, Rooms 2.0 Drammaturgia per attrice e coro web di Lisa Moras con Elisabetta Mossa e A parte me di e con Vanessa Korn.

rooms 2.0-2Lo spettacolo di venerdì ha visto in scena un’unica attrice nei panni della giovane Olivia, trentenne, alle prese con un esperimento di isolamento domestico totale, ispirandosi allo stile giapponese degli Hikikomori, affidandosi unicamente a contatti virtuali via web. Dopo una serie di eventi, e dopo una doverosa riflessione introspettiva, capisce che quel mondo non è il suo e lo abbandona nonostante la community iniziasse a considerarla come un fenomeno virale.

La forza scenica dell’opera, rappresentata da una tenda da campo e da una moltitudine di luci a rappresentare vari contatti del network, rinforzata da musiche e luci superbamente elaborate e sottolineata da un testo efficace e tagliente, non lascia un attimo di tregua agli spettatori di Teatro Serra che possono solo applaudire con entusiasmo al termine.

Interessante e intelligente l’utilizzo di una telecamera interna alla tenda, con le riprese riprodotte su un televisore, che danno al pubblico una doppia visuale dello spettacolo; azzeccatissima anche l’idea stessa della tenda, la casa appunto della neo-hikikomori, che rende tutto quello che accade al suo interno come ovattato e sfocato, ma allo stesso tempo sensuale e intimo.

Prodotto da Associazione K di Milano, con il supporto di A.T.I.R. Teatro Ringhiera e Book Republic, questo lavoro ha visto la luce dopo più di un anno di lavoro e con l’utilizzo di una doppia regia: Lisa Moras, per quanto riguarda la parte drammaturgica, e Marco Bellocchio, per quanto riguarda gli elementi scenici e i movimenti ad essi correlati.

L’interprete, Elisabetta Mossa, ha dimostrato una mimica e una dialettica impressionanti, dimostrando, ancora una volta, quanto il movimento teatrale underground fiorisca di talenti unici.

Si ricorda che lo spettacolo è stato vincitore di Bando La città infinita 2014, premiato con menzione speciale al Premio Giovani Realtà del Teatro 2013 e finalista al Bando Direction Under 30 2014.

a parte me-2L’ultimo appuntamento, sabato, viene dedicato all’unico spettacolo prodotto interamente da Associazione Culturale Crisalidi con Vanessa Korn che nel suo “A parte me” racconta del dialogo che c’è tra una donna e il suo corpo. Spettacolo tragicomico, pensato e inscenato in occasione della Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, il 6 febbraio a Teatro Trieste Trentaquattro, pone la fisicità e la spiritualità femminile al centro della scena e porta la narrazione del corpo femminile sotto diversi punti di vista culturali.

Uno spettacolo, spiega la Korn, che affronta un’argomento sempre attuale seppur, fortunatamente, lontano dal nostro concetto culturale e che per questo stesso motivo spesso viene poco considerato.

“Questo monologo è in realtà un dialogo: il dialogo di una donna con il tema delle Mutilazioni genitali femminili.

Riflessioni che sono come domande e risposte, come fare un viaggio per andare a capire le donne di tutto il mondo, e ritrovarsi a fare un viaggio dentro di sé , in cui, al dialogo tra la quotidianità della donna in scena e la narrazione delle pratiche di Mgf, si aggiunge una terza voce: una voce intima e nascosta, che sopravvive a tutte le culture e a tutti  i tempi, una voce femminile e antica, che ci ricorda chi siamo e di cosa abbiamo bisogno. Una voce limpida. Una voce di donna.”

Vanessa Korn si forma e diploma presso la scuola di Teatro Arsenale di Milano studiando e assimilando lo stile del teatro fisico di Jacques Lecoq e attualmente è regista e attrice professionista e pedagoga teatrale.

Si conclude con queste due pièce Festival 50+1, un mio ringraziamento personale va a: Anna Arzani, Daria Calza e Valentina Pacella, che con estrema professionalità e garbo hanno creato e mantenuto questa nuova realtà teatrale che già sta cominciando a far parlare di sé e che dimostra, anche e soprattutto in questo momento di crisi, quanto, a volte, i progetti che siamo abituati a reputare irraggiungibili siano, in realtà, molto più vicini di quanto non immaginiamo.

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