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"Primo Maggio in Abbazia", viaggio attraverso i sapori della terra piacentina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

"Primo maggio in Abbazia". Alle 10:00 di venerdì 1° maggio ci troviamo davanti all'Abbazia di Chiaravalle della Colomba (Alseno - PC), in un gruppo di circa quaranta amici delle delegazioni dell'Emilia del Club Papillon. Il gruppo viene accolto dall'abate Padre Amedeo che accompagna la visita all'Abbazia, al chiostro, al museo e alla liquoreria.

La fondazione dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba, che sorge nella pianura piacentina, è merito della straordinaria attività di San Bernardo. La denominazione "della Colomba" è da attribuire ad una leggenda che narra come il perimetro del monastero sia stato indicato ai monaci da una colomba bianca con delle pagliuzze, ma forse più semplicemente è riferito al mistero dell'Annunciazione armonizzandosi così con la spiritualità mariana cistercense. La chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta. Uno dei motivi per cui l'Abbazia è famosa in tutta Italia (e non solo...) è la celebre "Infiorata del Corpus Domini". Da Domenica 7 giugno, Festa del Corpus Domini, a Domenica 21 giugno 2015 si potrà ammirare nell'Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba lo stupendo tappeto fiorito. La Festa dell'Infiorata è il momento in cui la vita dell'antica Abbazia tocca il suo apice, con l'arrivo di migliaia di visitatori da ogni parte d'Italia. È visitabile tutti i giorni dalle 8,30 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 20,00 ed è possibile prenotare visite guidate al tel. 0523 940132 dell'Abbazia Cistercense. Probabilmente il periodo "dell'infiorata" è il migliore in cui visitare questo stupendo luogo di culto che unisce lo splendore architettonico dello stile Romanico-Gotico allo stile di vita spirituale e laborioso dei monaci che lo popolano. Il suo chiostro integro in tutti i lati è uno dei meglio conservati tra le abbazie cistercensi, la chiesa dalle semplici linee in cotto favorisce il silenzio e la preghiera.

Terminata questa visita, ci si sposta nel vicino Salumificio "Carlo Peveri", che nasce da una tradizione famigliare che inizia alla fine dell'800, quando i Peveri si stabilirono a Chiaravalle di Alseno per intraprendere una attività di agricoltura nei fondi dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba. Il capostipite Remo iniziò da adolescente l'arte di salumiere, durante e dopo la seconda guerra mondiale lavorò come macellaio ambulante, portando con sé il figlio Carlo, che imparò presto il mestiere. Oggi a proseguire la tradizione di famiglia sono i figli di Carlo: Remo e Federica, che dal 2009 operano nella nuova sede del Salumificio a pochi passi dalla famosa Abbazia cistercense. Alla fine della visita al salumificio, Remo e Federica hanno proposto una gustosissima degustazione dei loro prodotti accompagnati da un delizioso vino Fortana della Bassa Padana.

Si raggiunge poi la vicina sede della delegazione di Piacenza e Parma del Club di Papillon, dove è stato preparato da alcuni soci il pranzo con pietanze della tradizione piacentina.

All'aperitivo degustiamo un eccellente Araballo della Cantina l'Uccellaia, che accompagna gli ottimi formaggi dell'azienda agricola biologica il Cardo. Questo momento è anche l'occasione per conoscere i titolari delle aziende vitivinicole l'Uccellaia, la Tosa, la Cascinotta e i Perinelli, produttori che fanno parte dell'associazione Valore ValNure, un progetto che nasce a maggio del 2014 dalla volontà di ventuno aziende della Val Nure di far conoscere i sapori, i profumi e i colori del territorio attraverso i prodotti del proprio lavoro. L'anima di questa associazione è fatta di piccole realtà, lentamente cresciute nel tempo, che prediligono la qualità alla quantità. Il progetto coinvolge diverse cantine, alcuni ristoranti, un'azienda agricola produttrice di salumi e un allevamento biologico di ovicaprini che produce formaggi.

Il pranzo inizia con i tortelli piacentini realizzati con un'ottima pasta "tirata a mano", ripiena di ricotta di pecora, grana padano e spinaci sbollentati, accompagnati da una stupenda Malvasia in purezza "Sorriso di Cielo" dell'az. agr. La Tosa. Si è proseguito con una deliziosa guancia di bovino al Gutturnio, accompagnata da un supremo Gutturnio il "Dongardo" dell'az. agr. Cascinotta. In chiusura la torta della Francigena della Pasticceria di Tabiano accompagnata dal passito dei Perinelli.

Arriva così l'ora della visita ad uno dei più belli borghi d'Italia: Vigoleno, con il suo castello e - unico in Europa - il "Museo gli Orsanti". Valeria Benaglia, presidente e anima di questa iniziativa, presenta il Museo che nasce originariamente a Compiano nel parmense e da alcuni anni è stato trasferito a Vigoleno. Il Museo raccoglie testimonianze della vita degli "Orsanti", uomini coraggiosi, artisti musicanti e ammaestratori di animali che portarono in giro per il mondo, nelle vie e nelle piazze, i propri spettacoli. Gli "Orsanti" non sono un'invenzione narrativa, infatti l'emigrazione girovaga è un fenomeno realmente esistito nelle zone dell'Appennino parmense e ha radici remote. Accattonaggio, commercio ambulante, lavori campestri e forestali, filatura, spettacoli di strada con animali - appunto di Orsanti e Scimmmiari - o con esibizioni musicali, furono alcune delle attività con cui gli abitanti delle zone appenniniche cercarono di affrontare, tra il Settecento e l'Ottocento, il difficile problema della sopravvivenza.

Un grazie a tutti gli amici che hanno partecipato all'evento, alle aziende che hanno collaborato e a tutti coloro che con il loro lavoro hanno reso possibile la giornata di questo "Primo maggio in Abbazia". La galleria delle foto di questa bella giornata è disponibile al sito www.papillondelducato.it

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