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Teatro Filodrammatici, la Compagnia Enzo Cosimi presenta "Sopra di me il diluvio"

Venerdì 17 marzo al Teatro Filodrammatici la Compagnia Enzo Cosimi presenta "Sopra di me il diluvio". A conclusione della serata è previsto un incontro con lo psichiatra Corrado Cappa

Il rapporto doloroso dell’Uomo con la Natura nella società contemporanea, ma anche l’ipotesi dell’apparire di Un Nuovo Uomo che si affaccia ad un paesaggio arcaico e tribale, di cui il continente africano rappresenta l’emblema. Si tratta di un'Africa che, benché violata da massacri senza fine, riesce a darci una visione di speranza.

Sono alcune delle suggestioni di “Sopra di me il diluvio” della Compagnia Enzo Cosimi, in programma al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza venerdì 17 marzo alle ore 21 nell’ambito del cartellone di Teatro Danza curato da Roberto De Lellis e proposto in collaborazione con Ater, inserito nella Stagione di Prosa 2016/2017 “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza, organizzata da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con Fondazione Teatri di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Regia, coreografia, scene e costumi sono di Enzo Cosimi, interprete in scena Paola Lattanzi, che ha anche collaborato alla coreografia. Uno spettacolo, prodotto nel 2014, che ha ottenuto il Premio Danza&Danza 2014 Produzione Italiana dell’anno e il Premio Tersicore 2015 a Paola Lattanzi Migliore interprete femminile contemporaneo.

A conclusione della serata è previsto un incontro con lo psichiatra Corrado Cappa. Modera Roberto De Lellis, che cura il cartellone di teatro danza. L’iniziativa di approfondimento dopo lo spettacolo è proposta con l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita nell’ambito del programma “InFormazione Teatrale” sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. 

«Dopo la creazione “Welcome to my world” dedicato all’idea della fine del mondo, del verificarsi di una nuova Apocalisse, - spiega Enzo Cosimi - prendo nuovamente ispirazione dal rapporto doloroso dell’Uomo con la Natura nella società contemporanea. Ripensare l’opera come un luogo di magia e di perdita di certezze. Dare spazio ad un’arte della coreografia che contenga una componente tecnica rigorosa, sperimentale, attraverso la quale indirizzare una riflessione sul mondo in cui viviamo in rapporto alla Natura e a percepirlo in termini sensoriali.

Esaurito il paradigma della postmodernità, si ipotizza l’apparire di un Nuovo Uomo che si affaccia ad un paesaggio arcaico, tribale di cui il continente africano rappresenta l’emblema. Un’Africa urlata, violata che, nonostante i massacri senza fine a cui è sottoposta da sempre, riesce a restituirci una visione di speranza.

Anche questo lavoro, come “Welcome to my world”, focalizzerà una scrittura di danza scarna, ossuta, un campo percettivo vuoto in cui si vive in uno stato irreale, visionario. Partiture di gesti, movimenti, in apparenza semplici ma che riportano alla complessità del lavoro sulla “presenza”, sull’atto performativo, sulla percezione del sistema nervoso a discapito di quello muscolare.

Amplificare in scrittura coreografica fenomeni naturali che tendiamo a considerare scontati e renderli visivamente come campi che sconfinano verso una spiritualità laica, una metafisica del corpo, un pellegrinaggio di meditazione».

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