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Perseveranza e resilienza, il campione del mondo di spada Paolo Pizzo in Cattolica

Un insegnamento forte quello del campione che è intervenuto ad un incontro alla Cattolica nell’ambito dell’insegnamento di Gestione del Personale della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, tenuto dalla professoressa Franca Cantoni

Per riuscire nella professione ma anche nella vita in genere è fondamentale essere perseveranti ma anche resilienti, ovvero affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, utilizzando intelligenza e duttilità. Un’esperienza ed un insegnamento forte quello di Paolo Pizzo, olimpionico, campione del mondo di spada maschile nel 2011 proprio nella sua Catania che è intervenuto ad un incontro alla Cattolica nell’ambito dell’insegnamento di Gestione del Personale della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, tenuto dalla professoressa Franca Cantoni e con il contributo di Banca Centropadana Credito Cooperativo.

“Qualunque problema ci sia - ha spiegato Pizzo -, va affrontato; non bisogna mollare mai. Ma è necessario sapersi mettere in discussione per riuscire; è necessario saper portare messaggi positivi”, come ha fatto lui che ha sconfitto un tumore al cervello e che “è tornato a vivere grazie alla scherma”.Così Pizzo è tornato all’Università piacentina perché è suo convincimento che sia necessario che qualcuno racconti ai ragazzi storie vere e positive dall’alto della sua straordinaria esperienza prima umana che sportiva.

Ha raccontato della sua esperienza della malattia (quando tutte le certezze crollano e la vita è in gioco), ma soprattutto di ciò che attraverso questa situazione ha compreso, ovvero” capire che certi valori non sono frottole, che nella vita bisogna selezionare le persone di cui fidarsi, che ci sono ancora valori da cui il nostro paese può rinascere, ovvero la famiglia ed i suoi affetti, il coraggio, la voglia di lottare, di non mollare mai”. Pizzo ha consigliato di provare tutti gli sport, di come ha cominciato la carriera, dei suoi intensi allenamenti quotidiani, dei sacrifici continui, dello scarso tempo libero, ma anche della bellezza degli sport veri ed autentici, dove ci si impegna non certo per i soldi, inezie rispetto agli sport “ricchi”, ma che trasmettono esperienze di vita straordinarie.

La sua prima sfida Pizzo l’ha vinta da giovanissimo quando - senza volerlo - era già un campione prima ancora di salire sul podio. Un tumore che lo colpì alla testa quando aveva 13 anni segnò in modo incisivo il suo approccio alla vita e tutt’ora continua a farlo. A tutto Campus è stato dunque protagonista stavolta non di uno dei tanti incontri sportivi, ma di una vera e propria lezione di vita fondamentale per i futuri manager che dovranno gestire il personale e lo dovranno fare in un’ottica non necessariamente collegata solo all’utile, ma comprendendo le esigenze degli individui  in tutte le loro personali accezioni.

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