Castel San Giovanni, "Una nobile causa"
sabato28, domenica 29 e lunedì 30 Maggio 2016 il film "Una nobile caus"a arriva a Piacenza presso il Cinema Teatro Moderno (via Albanesi 9, Castel S.Giovanni), alle ore 21:00.
Alla proiezione del 28 Maggio il film sarà introdotto dalla referente del settore gioco d’azzardo patologico Alessandra Bassi per la Cooperitiva sociale l’Arco, il dottor Maurizio Avanzi del Sert Cortemaggiore, e la referente del settore gioco d’azzardo patologico Fausta Fagnoni per l’associazione La Ricerca.
Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Guglielmo Pinelli, Giulia Greco, Simona Marchini, Massimo Bonetti, Nadia Rinaldi, Massimo Foschi, Carla Stella, Eleonora Fuser, Vasco Mirandola, Nina Senicar.
Un cast brillante diretto da Emilio Briguglio per raccontare con la freschezza della commedia e la levità di un racconto corale lo spinoso tema della malattia per il gioco. La fotografia è firmata da Lorenzo Pezzano, le musiche da Fabrizio Castania e Tommy Fanton, il montaggio da Luca Bozzato e il suono di presa diretta da Francesco Liotard.
Prodotto da Rebecca e Tarcisio Basso su un soggetto di Riccardo Fabrizi, Francesco Costa ed Emilio Briguglio, Una nobile causa racconta la vicenda parallela di Gloria, una giocatrice incallita reduce da una folgorante vittoria di un milione di euro alle slot machine, e della sua famiglia, terrorizzata che sperperi il bottino miracolosamente vinto; e del Marchesino Alvise Fantin, a sua volta malato di gioco, piccolo truffatore, condannato a risarcire con il proprio lavoro due delle sue vittime, due pescivendoli, padre e figlia. Dopo essersi perdutamente innamorato della giovane Tania, Alvise pare redimersi, ma non tutto è come sembra.
In un escalation di colpi di scena, un fattore mette in comune tutti i protagonisti della vicenda e diventa fondamentale strumento di comicità: l’intelligenza perversa ed acuta, la furbizia di chi, in nome di un’ossessione quale quella del gioco, si condanna alla piccola e alla grande truffa per poter alimentare la propria malattia.