BaseOFF, "Uparrinu - La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia"
Si conclude venerdì 22 aprile 2016 alle ore 21.30 la Rassegna BaseOFF - arte e teatro contemporaneo - nella Sala P.P.Pasolini dell'ex scuola di Baselica, a cura dell'Associazione 'Matassa', con il sostegno a la collaborazione del Teatro comunale 'Verdi' di Fiorenzuola d'Arda, Sciaraprogetti e Crisalidi.
In scena "U PARRINU - La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia", di e con Christian Di Domenico
U PARRINU
Il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56°compleanno, un colpo di pistola alla nuca uccise Don Pino Puglisi, segnando un pezzo di storia della Chiesa e della società civile in Italia. Fu eliminato perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia. Ma se Don Pino fu giudicato dai boss di Cosa Nostra un fastidioso intralcio di cui liberarsi alla svelta, il suo assassinio fu soltanto il mostruoso epilogo di una lunga catena d’incomprensioni, inadempienze e silenzi da parte di tutti. Il 25 maggio 2013 si è celebrata la Beatificazione di Padre Puglisi, mentre il 15 settembre 2013 si sono commemorati i 20 anni dalla sua morte.
Padre Puglisi era un «piccolo prete in pantaloni», dalle membra assolutamente sproporzionate, (aveva «grandi orecchie, grandi mani, grandi piedi»), ma proprio per questo paradossalmente proporzionato più di ogni altro ad aderire con pienezza alla vita. Questo suo aspetto gli conferiva, infatti, uno stile del tutto particolare nell’avvicinarsi, nel guardare e nell’amare le cose come le persone, nonché nel proteggerle da tutto quello che poteva rovinarne l’intrinseca bellezza. Se c’era un problema da risolvere o un’anima da consolare, egli era capace di percorrere chilometri per portare bizzarre soluzioni o colte prospettive di senso. Fu così che, catapultato dentro l’inferno di Brancaccio – dove mancavano (e sembra manchino tutt’ora) scuole, ospedali, luoghi di intrattenimento – egli non si sentì di fuggire come altri preti per conservare la propria incolumità. Restò, piuttosto, per cercare di trarre da questo santuario del brutto e del male nuovi fiori, sorrisi, speranze per chi finora aveva avuto solo motivo di disperare.
Con una pallottola la mafia pose fine alla vita di un grande uomo, ma non a quello che aveva seminato : i risultati raggiunti e il proseguimento della sua opera da parte dei suoi eredi. Il centro Padre Nostro di Palermo continua, infatti, ancora ad operare in difesa dei bambini di Brancaccio, quasi che il suo fondatore non fosse mai morto. Già evidenziato in 'La radio e il filo spinato' di Roberto Abbiati, questo conferma che il teatro può farsi testimonianza di come l’uomo virtuoso non viene vinto anche se viene ucciso, poiché le sue opere e le sue azioni si collocano su un piano a cui il malvagio non riesce ad arrivare.
Il coraggioso e sincero lavoro di Christian Di Domenico rifrange la memoria di un uomo buono, giusto e bello, facendosi sulla scena mediatore magico e mostrando agli spettatori – a cui parla direttamente eliminando la cosiddetta “quarta parete” – i ricordi conservati nella memoria, rievocando con azioni fisiche ben meditate la personalità, insieme dolce e combattiva, del sacerdote. Si potrebbe azzardare, anzi, di aggiungere che l’attore diventa padre Puglisi stesso. Il sacerdote amava, infatti, il teatro e lo utilizzava per educare i giovani della sua parrocchia poichè convinto che «senza la forza di un gesto, la parola», anche quella più nobile o profonda, «è muta». Attraverso il suo spettacolo, dunque, l’autore in un certo senso costruisce un monologo che Puglisi avrebbe potuto tranquillamente recitare durante un’omelia.
Lo scopo oggettivo di far rivivere il sacerdote nella memoria e quello soggettivo di chiedere perdono sono uniti da un altro convincimento chiave di Puglisi, sostenitore della capacità di perdonare quale mezzo per diventare uomini, ossia di essere «forti dentro» e di amare con intensità. Lungi dal diventare invito a un ingenuo pietismo, una simile convinzione permette, da un lato, di mostrare come i cosiddetti “uomini di onore” della mafia non siano umani anche se potrebbero ritornare ad esserlo. Dall’altro, prova una bontà intoccabile nel fondo di ognuno per cui è importante avere fiducia nel fatto, spesso apparentemente smentito, che tutti possono amare forsennatamente e intelligentemente una volta risvegliati dai loro folli sogni di gloria e di potere. D’altronde è facile immaginare che Puglisi, nel teatro della sua parrocchia, avrebbe potuto pronunciare una battuta del genere: «diventa ciò che sei, uomo, che risulti brutto, cattivo, mostruoso e sanguinario solo per accidente, per tua ignoranza e per qualcosa che ti dorme dentro, mentre nel tuo segreto appari più simile al pesco in fiore che sboccia e dona i suoi frutti senza chiedere ricompensa quando viene messo nelle condizioni di crescere in alto alla luce soffice e bianca del sole primaverile».
CHRISTIAN DI DOMENICO
Attore e pedagogo abilitato allo sviluppo e all’insegnamento della metodologia teatrale acquisita dal Maestro russo Jurij Alschitz dalla European Association For Theatre Culture, presso la quale ha conseguito il Master for Teaching. Dopo il diploma d’attore conseguito presso la Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, prosegue i suoi studi presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Dal 1997 al 1999 frequenta la “Scuola dopo il Teatro”, diretta da Jurij Alschitz, corso triennale di perfezionamento rivolto ad attori e registi professionisti, al termine del quale rimane a fianco di Alschitz in qualità di Pedagogo. Ha lavorato in qualità di attore in teatro con Gianpiero Borgia, Alessio Bergamo, Simona Gonella, Massimo Navone, Jerzy Sthur, Giorgio Marini, Gabriele Vacis, Elio De Capitani, Marco Baliani, Carlo Bruni, Sonia Antinori, Mariano Dammacco, Michele Sinisi. Al cinema ha lavorato con Giuseppe Bertolucci, Antonio Albanese e Giuseppe Battiston. Ha partecipato a Festival internazionali come il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Festival Castel dei Mondi di Andria, Mittelfest, In teatro, Fringe Festival of Edinburgh.
Per info e biglietteria : Ufficio del Teatro 'Inform'Arti' - via Liberazione/Piazzetta San Francesco a Fiorenzuola d'Arda - aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e, nei giorni di spettacolo in Teatro, anche dalle 19.30 - tel 0523 985253
e mail :teatroverdi@comune.fiorenzuola.pc.it - cultura.fiorenzuola@libero.it oppure direttamente venerdì sera all'ex Scuola di Baselica.