A Palazzo Farnese "Viagg'io" - mostra fotografica del gruppo Ideaimmagine
Presso la Sala espositiva di Palazzo Farnese, verrà inaugurata sabato 9 aprile alle ore 17 "VIAGG'io", mostra fotografica del Gruppo ideaimmagine. La mostra sarà visitabile fino al 24 aprile 2016, nei seguenti orari di apertura:
da lunedì a venerdì: 17-19
sabato e domenica: 10-12:30 e 16-19
evento in collaborazione con: Comune di Piacenza, Omeofest
Un viaggio non è mai solo un viaggio: spesso è un'esperienza di vita, che a volte ci cambia per sempre. È una profonda presa di coscienza, un intimo ponte fra il nostro io e la realtà, siamo tutti d'accordo. E, come strumento per accompagnarci nel viaggio, nulla è meglio di una fotocamera. Ne sono convinti gli autori del Gruppo Fotografico ideaimmagine che, come evento correlato alla manifestazione Omeofest, il festival internazionale dell'omeopatia, si sono dedicati ad esplorare il tema dell'edizione 2016 (il Viaggio, appunto) con un punto di vista sempre molto, molto personale. Tanto personale che, come si evince dal calembour espresso fin dal titolo, un viaggio è sempre parte della nostra identità. La scopriremo insieme, dal 9 al 24 aprile 2016, negli splendidi spazi espositivi di Palazzo Farnese, con una mostra fotografica di ampio respiro, non solo per viaggiatori o fotografi, ma per tutti coloro che sono sempre alla ricerca inesaurita di nuovi sguardi sul mondo.
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#QUIeORA
di Monica Bellonzi
Un tempo erano foto ricordo. Viaggi, vacanze, gite scolastiche. Oggi, la voglia di esserci, di dimostrare agli altri che c'eravamo anche noi, si è trasformata, velocemente, oltre la tecnologia dello strumento di documentazione. Il "selfie" è entrato nel palmo della mano di tutti noi e, quando anche il braccio non basta, c'è la prolunga telescopica. L'Hic et nunc è così diventato un hashtag, compulsivamente comunicato al mondo, quasi urlato, per dire: io sono qui. Ora.
Monica Bellonzi è invece un'artista sensibile, che ama ciò che fotografa: con rispetto, racconta le storie di viaggiatori da autoscatto, vede le loro fragilità, così indifesi nella loro tenerezza, colti in quel momento sublime in cui il loro sorriso fa il giro del web. Silenzio: non disturbiamoli.
14 settembre
di Camilla Biella
2015. Lunedì mattina. L'onda di piena del torrente Nure, che all'alba aveva causato danni e lutti in alta montagna, conclude il suo viaggio distruttore allagando le pianure nella zona di Roncaglia. Arriva alla cascina dove risiedono i familiari della fotografa. Sfonda il portone di casa, entra con un boato nelle stanze, rovescia il pianoforte, i mobili, disperde ogni oggetto personale. L'acqua si accanisce anche sulle foto di famiglia, che il fango non risparmia. Con estrema pietas, in una difficile scelta su cosa salvare, Camilla Biella raccoglie, recupera, fotografa parte di quei ricordi, ripercorrendo un nuovo viaggio alla ricerca della memoria obnubilata, sì, ma non offesa nella sua ancora intatta bellezza.
La Terra prima
di Giovanni Calori
Il viaggio -concreto- di Giovanni Calori è il reportage di un'isola, ma non una qualsiasi: è l'Islanda, terra primigenia, come evoca il titolo. Di tutto quel colore che solitamente tinge indelebilmente gli obiettivi dei fotografi che vi approdano, l'autore ce ne riporta soltanto il bianco e nero, come una scrittura. Nell'immagine delle Vestmannaeyjar, le Isole degli Uomini dell'Ovest, il diario fotografico di viaggio si fa essenziale, languida distanza poetica dal lontano orizzonte, dove anche il colore è inutile. Perché, come ci ricorda anche Paulo Coelho nel suo Cammino di Santiago: "non é importante la meta, ma il cammino".
Soggetti Smarriti
di Francesco Covati
"Una volta che si è trovato se stessi, bisogna essere in grado, di tanto in tanto, di perdersi... e poi di ritrovarsi." Seguendo (è il verbo qui più idoneo) l'aforisma di Nietzsche, Francesco Covati ci propone una ricerca fotografica dal titolo intrigante: "Soggetti Smarriti". Può l'intelletto essere in grado di decidere del proprio destino? O, nel groviglio più impenetrabile, è anche la sorte che gioca ad aprire per noi nuove strade? Le fotografie di sentieri persi nel bosco diventano simbologia ricorrente di questo portfolio raffinato, dove l'autore offre nuovi e più ampi rimandi di lettura -non solo fotografica- al significato di viaggio, affrontato anche dal sommo Dante.
Eterno è il viaggio
di Gaetano Damasi
È il tempo la costante che ritroviamo nelle fotografie di Gaetano Damasi. Una piccola ed impercettibile distanza separa temporalmente le immagini che l'autore ha selezionato dalle proprie foto di viaggio. Eppure le stesse, messe a confronto, ci appaiono tutte indistintamente lontane e distanti, appartenenti a luoghi e momenti indefiniti, sospesi. Scelte cromatiche e inquadrature trasfigurano soggetti noti ai viaggiatori, facendoli apparire fusi in un'eternità unica, comune.
Disorientando l'osservatore in cerca di certezze e connotazioni orientative del contesto, Damasi ci regala invece piccole poesie trascolorate, dove l'eterno viaggia con noi.
Fine Corsa
di Patrizio Maiavacca
Le silenziose, immobili immagini di Patrizio Maiavacca, con purezza di sguardo e sorprendente realismo, ci documentano un tempo concluso, declinato al passato, sui viaggi di veicoli, imbarcazioni (che l'autore fotografa nella loro situazione di dismissione dal servizio), che un tempo -probabilmente assai più felice- questi compivano. "Fine Corsa" diventa così il titolo evocativo di una visione mai casuale, non compiaciuta né commiserevole, ma rispettosa e dal sapore di un delicato commiato, verso la dignità di oggetti che conservano, nel loro vissuto, ancora tracce di un passato mai raccontato perchè intimo, privato. Avventuroso, forse.
Scripta Manent
di Franco Merli
In "Scripta Manent", Franco Merli srotola per noi il nastro del pellegrinaggio per amore. Il fotografo texturizza, in un'unica opera, il fitto tappeto di messaggi che ricopre ormai da tempo il muro della casa di Giulietta, a Verona. Appassionati pegni d'amore, frasi e nomi, piccoli disegni, messaggi, scritte e bigliettini sono riprodotti dall'autore in una panoramica che comunica la continuità del viaggio sentimentale, la ricerca dell'aura del luogo, la scoperta del personaggio e del mito che la letteratura ha reso icona e metafora stessa del sentimento e che solo per iscritto vive. E quale viaggio, se non quello per amore, ha maggior dignità di chiamarsi tale?
Un viaggio nel passato
di Marco Rigamonti
Quel 9 ottobre 1963 gli abitanti della valle del Vajont erano tutti in casa per la cena. Molti davanti al televisore per vedere la finale di Coppa Campioni di calcio. Alle ore 22.45, 260 milioni di metri cubi di montagna precipitano e una massa d'acqua alta 200 metri scavalca la diga del Vajont per abbattersi sui paesi di Longarone, Erto e Casso. Un sordo boato e poi la valanga di fango e detriti travolge gli abitanti della valle. Il bilancio è catastrofico: duemila vittime. La storia del Vajont è quella di una tragedia annunciata. È la storia di interessi economici e politici, è la storia dei responsabili della tragedia che si nascosero dietro una parola: fatalità.
Orient Expression
di Samantha Veneziani
Fotografa viaggiatrice. Questa è Samantha Veneziani, un unicum che permette all'autrice di cogliere veramente un luogo principalmente con la fotocamera e saper vedere una buona foto soprattutto quando è in viaggio. Apparentemente un reportage dalla Turchia, la raccolta di appunti fotografici che Samantha ci propone, ha grazia ed ironia per trasmetterci con ogni particolare che, istintivamente, l'autrice sa come inquadrare, il vivo senso di un luogo visto, visitato, vissuto. Fotografie di espressività nuove ed autentiche, lontano da clichè e stereotipi già visti, dove anche i grandi ricadono.
Entomologia del viaggio
di Marisa Via
Il gioco di parole ci sta tutto. Perché, per Marisa Via, l'occasione di una vacanza parigina si è presto trasformata in una riflessione sui viaggi di gruppo ed il turismo di massa. Le lunghe file di colorati visitatori ai musei che contrastano con le monumentalità del nostro habitat, hanno fatto cogliere all'autrice il senso più ironico del significato di muoversi e, più che parlare di etimologia, le è parso così del tutto naturale (anche fotograficamente) riconsiderare l'unità di misura del nostro minuscolo viaggiare per vederci come colonie di insetti, esseri incidentalmente ospiti di uno spazio, degli anonimi ed impercettibili viaggiatori del mondo.