Vigoleno, I Promessi Sposi
In programma a Vigoleno due serate dedicate all'opera di Alessandro Manzoni "I Promessi Sposi", nell'ambito del progetto "La letteratura nei luoghi della storia". Il progetto nasce dal desiderio di valorizzare luoghi storici attraverso la riscoperta dei classici della letteratura e consiste nella lettura recitata, ad una o più voci, anche con sottofondo musicale, di alcuni brani delle opere di importanti autori.
Venerdì 5 agosto vedrà come protagonista "Don Rodrigo" e sabato 13 agosto sarà in scena "La Peste".
Le voci recitanti sono di Mino Manni e Marta Ossoli, affiancati dal violino Alessia Rosini il 5 agosto e da Paola Tezzon il 13 agosto, con luci e fonica di Acidstudio.
Ingresso libero
"I Promessi Sposi" - Don Rodrigo - La Peste
Venerdì 5 e sabato 13 Agosto 2016 ore 21.15
Borgo di Vigoleno - Piazzetta della Fontana
Don Rodrigo (capitoli V, VI, XXXIII, XXXV):
I capitoli de I Promessi Sposi in cui compare Don Rodrigo sono senza dubbio fra i più celebri e coinvolgenti di tutta l'opera. Egli è l'antagonista per antonomasia, colui che, invaghitosi di Lucia, cerca di rapirla sia per una scommessa col cugino Attilio che per abitudine indiscussa ad essere ubbidito. Mino Manni e Marta Ossoli interpreteranno il famoso Capitolo V, in cui Fra Cristoforo sale al palazzo di Don Rodrigo per tentare di distoglierlo dal suo progetto criminale: nella descrizione della tavolata di "signorotti" che il frate trova al suo arrivo, sembra quasi di ritrovare alcune scene del "Padrino" o di "Gomorra". Manzoni vede intorno a quel tavolo l'eterna corruzione dell'Italia in cui l'uomo di potere, in questo caso un criminale impunito, ride e beve con gli stessi custodi della legge che dovrebbero condannarlo. Verrà poi affrontato il capitolo XXXIII, fra i più gotici e onirici del romanzo, in cui Don Rodrigo, colpito dalla peste, viene derubato e tradito dal suo "braccio destro", il Griso, che lo consegna senza scrupoli nelle mani dei monatti.
Don Rodrigo è destinato a finire i suoi giorni al lazzeretto, ed è proprio qui che Renzo lo vede per l'ultima volta: nel capitolo XXXV, fra Cristoforo indica al giovane l'oramai agonizzante nemico, come a dimostrare che se in terra può sembrare non esserci "giustizia, in cielo c'è, esiste, basta solo riconoscerla nel cuore di ognuno di noi".
La Peste (capitoli XXXII, XXXIII, XXXIV, XXXV, XXXIV):
La peste è uno dei temi più importanti del romanzo e durante la serata seguiremo il peregrinare di Renzo in cerca di Lucia attraverso una Milano fatiscente, ridotta a una sorta di inferno terreno. Il giovane è qui testimone di episodi toccanti (uno su tutti l'estremo saluto di una povera madre alla figlia Cecilia morta di peste prima che venga gettata sul carro dei monatti) ma anche dolorosi e terrificanti, in cui la follia e la stupidità umana arriva al suo culmine condannando poveri innocenti con l'accusa di essere untori, ovvero portatori di peste. Le descrizioni di Manzoni di una città sconvolta, ostile, in cui le norme della quotidianità sono rovesciate, sono macabre e molto realistiche: un inferno che tutt'oggi possiamo trovare in paesi e luoghi molto più vicini a noi di quello che pensiamo.