Al Milestone William Tatge + Last Call in Borderlands
Domenica 17 aprile al Jazz Club Milestone di via Emilia Parmense 27 William Tatge al pianoforte, con Dan Kinzelman al saxofono tenore, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria e percussioni, presenterà il suo progetto discografico Borderlands. Il concerto inizierà alle ore 21.15 (ingresso libero con tessera Piacenza Jazz Club o Anspi), ma già dalle 20.30 sarà possibile accedere alla sala.
Il progetto Last Call risale al 2007, quando William Tatge, Francesco Ponticelli e Dan Kinzelman registrano un primo demo in trio senza batteria sotto il nome “Move”. L’idea, forse un po’ ispirata al trio Giuffre/Bley/Swallow, è quella di creare un ensemble “da camera” in cui può essere affrontato materiale eterogeneo, dall’improvvisazione totale a pezzi completamente determinati, mantenendo una totale coerenza di suono e intenzione.
Nel 2008 Tatge si trasferisce da Firenze a New York ma la collaborazione continua e nel 2012 si aggiunge al gruppo il batterista Stefano Tamborrino. Si ampliano dunque le possibilità ritmiche e timbriche ma l’idea di base rimane intatta grazie alla capacità di Tamborrino di lasciare spazi aperti e di trattare la batteria anche come fonte di semplice punteggiatura.
Le composizioni del nuovo disco Borderlands, edito da Parco della Musica Records, sono tutte a firma di Tatge, tranne Marche Triomphale, In Balance e Lux che sono brani totalmente improvvisati. Ergo, Synopsis e Arrival risalgono al 2007 e sono brani in cui si alternano segmenti scritti a sezioni d’improvvisazione “libera”.
Borderlands e One Revolution sono invece di composizione più recente e portano il quartetto a confrontarsi con strutture più determinate, nel primo caso una “grande forma” e nel secondo caso una canzone.
Nel disco compaiono elementi di vario genere avvicinabili ora al linguaggio jazzistico, ora a quello della Neue Musik. Si sentono persino echi del tardo romanticismo o dell’espressionismo viennese. Il substrato che unifica il tutto è l’attenzione al suono, alla memoria, all’economia di mezzi e all’ascolto reciproco. Ciò è evidente soprattutto nei tre brani totalmente improvvisati in cui emergono vere e proprie forme, piene di rimandi e transizioni fluide, senza che mai sia raggiunto un punto di saturazione caotico.