rotate-mobile
Scuola

Scuola primaria: come si legge la nuova pagella, niente voti ma giudizi

Con il nuovo anno sono cambiati i parametri di giudizio: al posto dei vecchi voti numerici sono stati inseriti i giudizi descrittivi

Addio alle vecchie pagelle: con il nuovo anno infatti, sono cambiati anche i parametri di giudizio per la scuola primaria. In poche parole sono spariti i vecchi voti numerici e sono stati inseriti i giudizi descrittivi.

I livelli individuati dal Ministero dell’Istruzione sono in totale quattro: 

Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.

Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.

Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.

In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente

Come si definiscono i livelli?

Il Ministero dell’Istruzione, all’interno delle sue linee guida, offre anche indicazioni precise agli insegnanti in merito a come assegnare i diversi livelli

giudizio descrittivo. È possibile individuare, nella letteratura pedagogico-didattica e nel confronto fra mondo della ricerca e mondo della scuola, quattro dimensioni che sono alla base della definizione dei livelli di apprendimento.

Le quattro dimensioni sono:

- l’autonomia dell’alunno nel mostrare la manifestazione di apprendimento descritto in uno specifico obiettivo. L’attività dell’alunno si considera completamente autonoma quando non è riscontrabile alcun intervento diretto del docente;

- la tipologia della situazione (nota o non nota) entro la quale l’alunno mostra di aver raggiunto l’obiettivo. Una situazione (o attività, compito) nota può essere quella che è già stata presentata dal docente come esempio o riproposta più volte in forme simili per lo svolgimento di esercizi o compiti di tipo esecutivo. Al contrario, una situazione non nota si presenta all’allievo come nuova, introdotta per la prima volta in quella forma e senza specifiche indicazioni rispetto al tipo di procedura da seguire;

- le risorse mobilitate per portare a termine il compito. L’alunno usa risorse appositamente predisposte dal docente per accompagnare il processo di apprendimento o, in alternativa, ricorre a risorse reperite spontaneamente nel contesto di apprendimento o precedentemente acquisite in contesti informali e formali;

- la continuità nella manifestazione dell'apprendimento. Vi è continuità quando un apprendimento è messo in atto più volte o tutte le volte in cui è necessario oppure atteso. In alternativa, non vi è continuità quando l’apprendimento si manifesta solo sporadicamente o mai.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scuola primaria: come si legge la nuova pagella, niente voti ma giudizi

IlPiacenza è in caricamento