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5 Stelle: «Ora serve un progetto del ponte definitivo basato sulle richieste del territorio»

Lenzino, il deputato Zanichelli: «Il provvisorio è un primo passo, ma si deve passare dalle parole ai fatti sul definitivo»

«La riapertura del ponte Lenzino avvenuta ieri risolleva la Val Trebbia da una situazione di disagio e isolamento che durava da quasi dieci mesi. Ma è soltanto un primo passo: l’immediato futuro ci presenta problemi e sfide che devono essere affrontate con la massima attenzione dalla politica». Lo scrive in una nota il deputato emiliano del Movimento 5 Stelle Davide Zanichelli, che in questi mesi ha seguito costantemente la vicenda al fianco degli amministratori locali.

«L’assenza in segno di protesta dei sindaci della zona all’ inaugurazione di ieri è un segnale che governo e Anas non possono ignorare», continua Zanichelli. «La preoccupazione dei cittadini della Val Trebbia è che questa soluzione tampone, un ponte provvisorio bailey, diventi definitiva. E soprattutto che non venga ascoltato l’appello a scegliere per il nuovo ponte un percorso alternativo, evitando di costruirlo sul tracciato del ponte crollato come inizialmente affermato. In questo senso, ritengo molto positivo che l’Anas abbia dichiarato proprio ieri a che, “a seguito dell’apertura manifestata dalla Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, si sono concluse approfondite valutazioni su soluzioni con tracciato diverso da quello precedentemente esistente”. Ora, però, si tratta di passare dalle parole ai fatti, mediante l’individuazione di una soluzione che sia condivisa con il territorio e fornendo tempi certi nel rispetto degli abitanti della Val Trebbia».

«La vicenda del ponte Lenzino non solleva solo preoccupazioni per il futuro ma trasmette anche un insegnamento per il passato e il presente», sottolinea ancora il deputato pentastellato. «Gli oltre quattro milioni spesi semplicemente per una struttura provvisoria dimostrano che, se non si cura la manutenzione, si finisce poi per spendere altrettanto e anche di più per riparare ai danni generati dall’incuria. Il Lenzino è crollato con le piogge di ottobre ma, in assenza di manutenzione, anche eventi di portata ordinaria possono generare disagi enormi e danni irreparabili: il crollo poteva anche causare il ferimento o la morte di qualcuno. Mi auguro poi che la vicenda serva a far capire a tutta la politica che prima delle grandi opere dev'esserci la manutenzione ordinaria. E la gente delle nostre splendide montagne, che vive in un territorio fragile, non può essere lasciata sola. Non devono esserci territori di serie A e territori di serie B».

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