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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica

Caso Polledri, 5 Stelle: «Quando un sindaco non è libero di scegliere gli assessori che vuole, succede questo»

Pugni e Dagnino all’attacco dopo la revoca delle deleghe a Polledri: «Questa è la vecchia politica con la spartizione di poltrone col bilancino. Sono troppi i casi di liberi professionisti che dedicano all’assessorato i ritagli della loro giornata lavorativa»

«Ad aprile 2017 noi del Movimento 5 Stelle di Piacenza – spiegano in una nota i consiglieri Andrea Pugni e Sergio Dagnino - in merito all’assessore Polledri, scrivevamo quanto segue: “5 Stelle: «Le scelte culturali della Giunta sembrano un regolamento di conti». Movimento 5 Stelle all'attacco sul fronte culturale. Dopo le polemiche dei giorni scorsi relative al rischio di perdere anche il cinema all'aperto all'arena Daturi, i consiglieri grillini prendono una posizione netta, contestando l'atteggiamento dell'assessore alla cultura Massimo Polledri. «Prendiamo spunto - spiegano Andrea Pugni e Sergio Dagnino - dalle recenti polemiche suscitate dalla vicenda riguardante la rassegna cinema all’aperto, per esprimere alcune valutazione in merito alla gestione della componente cultura da parte della nuova giunta cittadina. Si è iniziato con la soppressione del Festival del Diritto, di Pulcheria e la chiamata a rapporto, con critiche nemmeno troppo velate, dell’associazione Teatro Gioco Vita. A seguire la pubblica lamentela (per cui si sono scatenate feroci discussioni sui social e sui quotidiani) del responsabile del Piacenza Jazz Festival, rassegna per la quale non si sono trovati contributi economici da parte del Comune (contributi “scomparsi” anche per l’evento del cinema all’aperto al campo Daturi). Il comune denominatore di tutte queste vicende è il comportamento dell’assessore alla cultura, che da quanto traspare, invece di gestire i rapporti con gli operatori del settore, improntati se non altro alla cortesia istituzionale (dovuta a tutti i cittadini ed in particolare a chi si prodiga, per la divulgazione della cultura in tutte le sue forme), ha dato sfoggio, politicamente parlando, di una certa supponenza così tanto invisa ai cittadini.  La vicenda del cinema all’aperto, dove abbiamo un responsabile che dice di non riuscire ad ottenere risposte da novembre da parte dell’amministrazione è (se vera) sintomatica del metodo usato. Ogni amministrazione, in quanto eletta democraticamente, ha il pieno diritto/dovere di programmare e sostenere le iniziative in cui crede, a patto però che vengano condivise con gli organi competenti, presentate per tempo alla cittadinanza e soprattutto in continuità con le precedenti manifestazioni. Chiudere ciò che ha funzionato fino ad oggi, senza aver preparato una soluzione alternativa, più che una programmazione sembra un regolamento di conti che non fa il bene della città”.

Ci sono voluti più di 6 mesi per riconoscere che avevamo ragione. Oggi si cerca di porre rimedio ad una scelta (come altre) sbagliata fin dall’inizio. Quando la vecchia politica, fatta di spartizione di poltrone, col bilancino, non consente a chi è eletto di scegliere liberamente i propri assessori, i risultati sono questi. A Piacenza è successo così. Manuale Cencelli alla mano il Sindaco ha riprodotto i rapporti di forze in Giunta senza scontentare nessuno. Si sono persi diversi mesi, conditi da polemiche e pubbliche discussioni che non hanno fatto certamente il bene della nostra città. I piacentini vogliono assessori attenti, presenti, competenti e impegnati a tempo pieno nel loro lavoro al servizio dei cittadini. Sono troppi i casi di liberi professionisti che dedicano all’assessorato i ritagli della loro giornata lavorativa… Vedremo se la lezione servirà, noi ci crediamo poco».

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