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5 Stelle su Iren: «Perché vendere le azioni e pretendere di decidere?»

I consiglieri comunali pentastellati: «I nostri amministratori dovranno scegliere da che parte stare: questa politica "cerchiobottista" tra pubblico e privato crea solo confusione nella gestione dei servizi»

«Voto maggiorato Iren: minori quote e maggior controllo. Questo ha dichiarato l'assessore in consiglio. Ma noi – fanno sapere i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle - vogliamo porre l'attenzione sui servizi pubblici attualmente in gestione a Iren e che dovrebbero essere oggetto di gara presso Atersir. Dovrebbero perché in effetti i servizi sono da tempo gestiti in proroga ma di gara non se ne parla nonostante le nostre richieste di chiarimento. La gara in questione dovrà essere europea, seguendo appunto le regole dell’Europa, per questo motivo sarà determinante il capitolato d'appalto. Se la gara europea per l'affidamento del servizio idrico e rifiuti sarà regolare, non ci pare chiaro il senso dell'operazione. Oppure avrebbe senso nel caso in cui la gara sia "fittizia", ad esempio se si volesse di fatto un affidamento diretto a Iren. A questo punto, se vincesse la gara Veolia o Hera, sarebbe un bel pasticcio e l'operazione votata in consiglio solo qualche giorno fa risulterebbe inutile e dannosa. I capitolati d'appalto costituiscono un passaggio molto complesso e spinoso nell'iter di una gara, attraverso i capitolati infatti si possono addomesticare le gare e dirigere le stesse finanche a costruire una gara su "misura" ad un'azienda "eletta" che potrà partecipare e vincere senza grandi sforzi, il tutto confezionato con una bella cornice di legalità...chiunque può imparare come fare su internet. 

Ad esempio inserendo nel capitolato d'appalto caratteristiche vincolanti di partecipazione tali da inibire l'intervento a quegli enti che non possiedono tali caratteristiche oppure prevedendo punteggi più alti per quegli enti che le possiedono. Le caratteristiche possono essere ragionevoli, ma anche molto "creative".  La cosa è talmente semplice e usuale che un terzo degli appalti pubblici è notoriamente assegnato in maniera irregolare e il danno patrimoniale, tra sprechi della pubblica amministrazione, truffe e finanziamenti pubblici irregolari, è pari a 4 miliardi come emerge dal Rapporto annuale della Guardia di finanza relativo al 2015, che precisa che nell'ambito di 2.644 accertamenti svolti, su delega della Corte dei conti, sono state 8.021 le persone per le quali si ipotizza responsabilità erariale. Considerato che la gara deve ancora essere effettuata e che Iren potrebbe non essere più il gestore del servizio idrico e di raccolta rifiuti, ci chiediamo quale sia il senso di questa lattiginosa operazione perché lo scopo di una buona amministrazione dovrebbe essere chiaro e semplice: il controllo pubblico di un servizio  pubblico nell'interesse pubblico. Temiamo invece che l' intento dell'operazione non sia la golden share, ovvero il rafforzamento del ruolo pubblico, l'opposto invece!

Il documento approvato dal Comune di Piacenza porta il controllo pubblico al 40%, abbattendo il tabù che già Hera ha varcato. Ciò consentirà il controllo della società: ma fino a quando? Paradossalmente a noi sembra uno "scivolo dorato per i comuni": vendere le azioni, a un prezzo peraltro in recupero, e nel giro di qualche anno togliervi di torno. Sottolineiamo che, alla scadenza del nuovo patto, se il cda Iren dovesse decidere di togliere il voto maggiorato, nel giro di due anni i soci pubblici non conterebbero più nulla, perché di fatto la realtà è che le quote di proprietà pubblica saranno pari al 40 per cento quindi non sufficienti per avere la maggioranza senza il voto maggiorato.

Perché vendere le azioni per incassare i soldi, ma rinunciando di fatto ad avere la maggioranza per poi pretendere comunque di decidere? Sia chiaro non vogliamo che Iren sia gestita dai privati, ma vogliamo invece che i servizi pubblici essenziali relativi a gestione e distribuzione dell'acqua e raccolta e smaltimento dei rifiuti siano controllati da una società completamente in house comunale, quindi una gestione completamente pubblica come da volontà espressa dai cittadini. 
Questi colossi ormai sono diventati degli ibridi ingestibili, lontano dai territori e dai loro problemi, troppo complessi e troppo finanziarizzati. Non si può avallare che i voti pesino di più delle quote possedute anche se l'intento è governare Iren, perché è antidemocratico e risulta sproporzionato il peso della quota di proprietà rispetto a quella decisionale.

E' giunto il momento di decidere e i nostri amministratori dovranno scegliere da che parte stare: questa politica "cerchiobottista" tra pubblico e privato crea solo confusione nella gestione dei servizi. La scelta si impone: pubblico o privato, tertium non datur (non è ammessa una terza possibilità) e questa "creativa" terza via di fatto non permette ai cittadini di capire come e se il loro interesse sia attuato e tutelato. Noi siamo per il pubblico». 

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