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Acer, inquilini morosi: mancano nelle casse 3 milioni di euro

Il presidente di Acer Massimo Savi, ascoltato in commissione 3, nega di aver dato trattamenti di favore al Pd, moroso nell’affitto della sua sede. Savi: «La sede del Pd non è residenziale e non è di proprietà del Comune». E intanto Polledri ha portato la “merenda” a tutti i consiglieri

È stato ascoltato nel corso della commissione 3 – dopo una richiesta avanzata da cinque consiglieri di minoranza lo scorso giugno - il presidente di Acer Massimo Savi. All’inizio dell’audizione, un fuoriprogramma: Massimo Polledri (Lega Nord) è arrivato in aula provvisto di merende per tutti i consiglieri presenti, rimarcando la sua presa di posizione contro la scelta dell’amministrazione di risparmiare i 40mila annui di costi per la merenda nelle scuole materne. «Abbiamo richiesto l’audizione – ha spiegato Maria Lucia Girometta (Forza Italia) – per parlare dei problemi di Acer. Il Pd era moroso verso l’Acer per la sede di via Martiri della Resistenza, e lo è stato per cinque mesi, poi ha provveduto a saldare le rate dell’affitto. Ciò non toglie che la vicenda sia stata grave. Da quando – ha chiesto Girometta - è iniziata questa morosità? Quando è stata accertata? Lei, presidente, al momento del suo insediamento, sapeva dell’ammontare del debito? Gli altri che hanno contratto debiti sono stati trattati allo stesso modo del Pd? La vicenda, secondo noi della minoranza, è stata alquanto imbarazzante».

«Il crescendo di notizie – ha spiegato Massimo Savi, presidente da gennaio di Acer - e smentite hanno fatto il bene dei media ma risultano non tanto efficaci dal punto di vista della verità. Pensavo che l’interesse della commissione fosse rivolto al tema della morosità in generale, non tanto alla vicenda specifica del Pd. La morosità non esiste più: l’immobile occupato dal Pd è un immobile commerciale, e non di edilizia residenziale pubblica. Inoltre è di proprietà di Acer e non del Comune. A poche settimane dal mio ingresso nel Cda di Acer (che è in carica del 2012), dovuto alla nomina di Cisini ad assessore, ovvero il 5 febbraio 2014, ho fatto ingresso negli uffici e non sono stato informato della morosità del Pd, come non sono stato informato di tutte le altre morosità: si parla di 3 milioni in tutta la provincia e 2 milioni e mezzo nel solo capoluogo. La situazione era però sotto controllo da parte degli uffici. Mi sento di tranquillizzare tutti dicendo che è stata usato nei confronti del Pd lo stesso identico iter usato con tutti gli altri. Sono d’accordo con Girometta che è stata imbarazzante la vicenda: non perché sono stato nominato dal centrosinistra e la morosità è proprio del Pd, ma perché coinvolge una formazione politica. Nell’immaginare collettivo posso capire che la gente ha pensato che ci fosse stata sudditanza psicologica nei confronti di un partito che non paga.Ma da qui a dichiarare sui giornali che la morosità andava a pesare sulla gestione del patrimonio immobiliare di Acer – come ha detto qualche intervistato - ce ne passa».

Il 5 agosto dell’anno scorso è stata mandata la prima diffida al partito: venne pagato tutto. Poi a febbraio 2014 una nuova diffida, perché mancavano alcune mensilità. C’è stato un antipatico imbarazzo: allora ho sollecitato il partito a procedere al pagamento. Io dissi al segretario, in modo informale, di risolvere la cosa: già il 18 giugno Molinari scrisse una lettera, e la notizia uscì il 23 giugno, giorno in cui la lettera è stata protocollata: la concomitanza delle due cose è stata una casualità. Sono stati pubblicati dai giornali dati sensibili di Acer: ciò non mi è piaciuto. La situazione si è chiusa comunque nel più breve tempo possibile».

«Non trovo sbagliato – ha detto Marco Colosimo (Piacenza Viva) - che sia uscito allo scoperto il nome dell’inquilino moroso, non si trattava di una persona fisica, ma di un partito. Gli inquilini, vedendo che il Pd non paga, che può permettersi tranquillamente di sanare la situazione, possono sentirsi in diritto di non provvedere neanche loro a pagare. Mi allarma il mancato incasso di 2 milioni e mezzo di euro in città: c’è chi non riesce veramente ad arrivare alla fine del mese e c’è anche chi fa il furbo. Dovete controllare chi è “veramente” la persona che vive nei vostri locali. Chi “ospita” ad esempio persone negli alloggi Acer dovrebbe sempre comunicarlo, come prevede il regolamento. Quante sono le persone che ve lo dicono? Credo molto poche».

«Il Pd è un soggetto pubblico – ha contestato Mirta Quagliaroli (M5) -, i partiti devono infatti rendere pubblici i propri bilanci e perciò non è stata lesa alcuna privacy. In più si vantano di essere trasparenti, perciò il discorso fatto dal presidente non tiene». «Con questi discorsi – ha rilevato Guglielmo Zucconi (Gruppo Misto) - siamo già entrati in campagna elettorale. Ero convinto di dover discutere della morosità verso Acer, non solo del Pd. Anche Forza Italia e Lega Nord hanno problemi economici. La morosità nelle case popolari è una questione antica come il mondo. Conosco tante persone che non hanno pagato negli ultimi cinquant’anni, e tanti che sono stati sfrattati. Molti piacentini, non solo stranieri, vivono di sussidi da cinquant’anni. Questa è una battaglia impari con la miseria». «Facciamo – ha spiegato Lucia Rocchi (Moderati) studi specifici sulla morosità di questi inquilini, pesano troppo su questo ente che dovrebbe aiutare i poveri».

«Ci può stare che un soggetto privato – ha evidenziato Laura Rapacioli (Pd) - non riesca a pagare in un particolare momento. Non si sta parlando di trasparenza o di interpretazione delle norme. La maggior parte delle persone che vivono negli alloggi popolari sono brave persone. Staniamo i furbi e aiutiamo coloro che sono in difficoltà». «La locazione per il Pd era vantaggiosa – ha detto Polledri – e invece che chiedere a Savi spiegazioni al riguardo, appena arrivato lo scorso gennaio, andava interrogato l’ex presidente Cisini. Comunque è difficile fare uno studio su questo: il confine tra povero e furbo è molto labile». 

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