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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Acer, Cavalli (Lega Nord): «Grave debito del Pd, serve una stretta contro i morosi»

Nel frattempo il Carroccio piacentino medita di cambiare sede, spostandosi da via Trieste. Il segretario provinciale Pietro Pisani. «Il Pd lascia debiti, noi cambiamo sede per risparmiare»

La Lega Nord porta in Regione il “buco” di Acer,  di circa 3milioni di euro, e parla di “potenziale conflitto d’interessi” del Pd, che occupa proprio locali di edilizia residenziale pubblica, con tanto di debiti contratti per canone non pagato. Intanto il segretario provinciale leghista Pietro Pisani annuncia che la Lega «sta cercando una nuova sede, per risparmiare perché non è l’apparenza ma le idee che contano». In Regione il consigliere Stefano Cavalli, in un’interrogazione presentata il 27 giugno, chiede conto alla giunta degli aumenti del canone per gli alloggi popolari, annunciati dal presidente Acer Massimo Savi. «Aumenti ingiustificati - contesta Cavalli – perciò serve una stretta contro i morosi e per il recupero dei crediti. Non è ammissibile che siano i buoni pagatori a doversi sobbarcare il carico degli inadempienti. Queste sono politiche discriminatorie». Cavalli parla inoltre di “corto circuito” riferendosi alla presenza del Pd in locali di proprietà Acer in via Martiri della Resistenza (per questi spazi il Partito democratico ha accumulato debiti pregressi a colpi di canone non pagato). «La situazione è di potenziale conflitto di interessi - rileva il consigliere leghista -: Acer è infatti un ente pubblico economico controllato da Comuni in buona parte guidati proprio dal Pd. Un corto circuito che non aiuta la trasparenza e che va chiarito». 

«Mentre il Pd si fa la reggia e manca di pagare i locali che dovrebbero essere destinati a chi ne ha bisogno - dice Pisani -, noi preferiamo la sobrietà, convinti che la sostanza non stia nell’apparenza, ma nelle idee: ci stiamo attrezzando per cambiare sede e risparmiare sull’affitto, come buoni padri di famiglia». Pisani se la prende anche con il Comune: «I veri discriminati sono i piacentini, costretti alla convivenza forzata con immigrati che non ne vogliono sapere di rispettare le regole e che il Comune si ostina a difendere ad ogni costo, mentre tanti piacentini attendono locali da anni e si vedono superati dagli ultimi arrivati».

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