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Addio al liberale reggiano Ercole Camurani, il ricordo di Sforza Fogliani

E' morto il giornalista e politico reggiano Ercole Camurani, aveva 78 anni, si è spento in seguito a una malattia all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove era ricoverato

Ciao, Ercole

Ercole era anzitutto un maestro. Già quando, lui Segretario regionale della GLI-Gioventù liberale italiana, lo conoscevo solo come “Camurani”, avevo ben compreso la sua stoffa, la sua forza di trascinamento, di indicare la strada. Poi, lo conobbi personalmente. E allora, alla considerazione che si deve a un maestro, unii la stima per un amico: amico amico, anche in politica (perfino – direi – in politica, dove di solito non esistono amicizie, ma solo alleanze).

Si distinse, fra l’altro, come studioso. Alla storia si dedicava con passione: quella di scoprire, di trovare esempi da imitare, da additare. E’ stato l’unico, vero studioso del Partito liberale: se la salute lo avesse assistito (e, invece, la sorte gli fu in materia avara, negli ultimi tempi) avremmo oggi una storia completa del movimento liberale, di un movimento che ha avuto eminenti personalità, che ha arricchito tanti movimenti politici e/o partitici che gli sono sopravvissuti. Personalità liberali si sono disperse da tante parti, non solo politiche: e da tutte le parti hanno portato il senso della moderazione nell’innovazione. “L’Italia l’hanno fatta i moderati” era solito dire Ercole, e aggiungeva, pressappoco: “Gli altri, quelli che oggi si celebrano, che vanno oggi per la maggiore, magari solo perché avevano la camicia rossa o combattevano la monarchia unificatrice, quelli l’unità l’hanno solo messa in pericolo”.

Il meglio di sé, Ercole lo diede – oltre che nello studio – quando Malagodi (col quale aveva curato la produzione della rivista “Libro Aperto”, fondata dal leader liberale) divenne ministro del Tesoro nel Governo Andreotti, e lo chiamò alla sua Segreteria particolare. Ercole s’improvvisò anche in questo ruolo, subito s’orientò nei meandri (non solo fisici, non solo materiali) del ministero, tenne sempre i dovuti contatti con il Partito e con gli amici, si pose al servizio di quell’idealità che aveva sempre ispirato ogni sua azione, fin dalla prima gioventù.

Camurani, da storico, si occupò anche di cose piacentine, e più volte. Memorabile lo studio su padre Francesco Saverio Brunani, presentato dal Sindaco Papamarenghi al Comune di Lugagnano. Fondamentale anche la sua collaborazione con la Banca di Piacenza: pubblicò con la sua Editrice i primi volumi anastatici di opere piacentine per conto dell’Istituto, del quale stava scrivendo la storia (se la salute non glielo avesse impedito) sulla base di documentazione inedita della Banca d’Italia che egli possedeva.

Ercole Camurani ci lascia il ricordo di un liberale autentico, entusiasta, che non è mai venuto meno alle sue idee, ai suoi ideali, anche nei momenti più difficili della vita. Il ricordo di uno studioso che ha sempre saputo unire le sue capacità di approfondimento intellettuale a  quelle  pratiche,  in  qualsiasi  cosa,  anche  minore. Che è esattamente quel che contraddistingue i grandi. 

Corrado Sforza Fogliani

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