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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Aipo: «Le difese spondali di Roncaglia e Fossadello erano uguali»

Audizione sull’alluvione che ha colpito Roncaglia in commissione d’inchiesta per i vertici dell’Agenzia Interregionale del fiume Po. Valente: «Negli ultimi anni abbiamo realizzato difese spondali che potessero reggere a una piena che capita una volta ogni duecento anni»

Commissione speciale d’inchiesta, sull’alluvione che ha colpito lo scorso 14 settembre la frazione di Roncaglia – provocando ingenti danni materiali a imprese e cittadini -, ancora al lavoro: nel pomeriggio del 29 ottobre a Palazzo Mercanti è stata ascoltata in audizione l’Aipo, l'agenzia interregionale per il fiume Po. In apertura di seduta – i lavori sono affidati al presidente Paolo Garetti – il sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha voluto ancora tornare sui fatti di quella notte precisando alcune considerazioni.  «Il sistema di rilevamento e allarme – ha esordito Dosi - così come è stato concepito finora, non ha consentito di poter capire con anticipo quanto stava accadendo. Questo ha creato un effetto di ricaduta sulla valle, che ha avuto una irritualità tale da provocare disagi laddove non c’erano criticità possibili contenute nel Piano di protezione civile. Dal 14 settembre ad oggi ci siamo impegnati nella riprogettazione delle difese del Nure a Roncaglia. Con tutti i sindaci abbiamo lavorato per una riprogettazione completa anche dei sistemi d’allarmi nelle nostre vallate. I pluviometri, così come sono concepiti adesso, sono superati. C’è stato un confronto con gli esperti in queste settimane per capire come fare in futuro. Ci vogliono tempi di rilevamento più brevi e un sistema d’allerta che avvisi meglio e che arrivi direttamente anche ai singoli cittadini».

«A Roncaglia – ha ricordato Dosi - durante l’assemblea pubblica (che si terrà venerdì 30 ottobre, nda) - spiegheremo questo e le iniziative che vedono il Comune coinvolto e discuteremo delle esigenze più urgenti che ci chiedono i privati. Le prime risorse arrivate da Regione e Governo servono per l’urgenza e per i danni dei beni pubblici. I danni dei privati non vedono un intervento diretto economico immediato: da quello che abbiamo capito il Governo ha messo a disposizione 1 miliardo e mezzo per le emergenze nazionali e tra le 45 aperte ci siamo anche noi. Immagino che a breve avremo indicazioni più dettagliate per far fronte alle richieste di risarcimento dei cittadini. Otto dipendenti del Comune nel frattempo saranno di supporto ai cittadini di Roncaglia per compilare le schede di risarcimento dei singoli individui e imprese».

«Non abbiamo nessun compito di allertamento – ci ha tenuto a precisare la dirigente di Aipo Mirella Vergnani - è un compito della Regione dato in capo alla protezione civile. Nelle prime ore della mattina il personale è entrato in servizio. L’evento del 14 settembre è un evento superiore ai 200 anni, il sistema di sicurezza non ha garantito la difesa spondale di Roncaglia perché si trattava di un evento più grande. Comunque l’Aipo ha precise responsabilità e funzioni: l’ingegner Valente non doveva segnalare alcunché all’ingegner del Comune, e responsabile della protezione civile del capoluogo, Fedele. Poi ovvio che tra esperti ci si sente, ma non ci sono responsabilità di Aipo nella fase di allerta meteo».

«Abbiamo fatto – è l’intervento di Massimo Valente, responsabile Aipo di Piacenza - numerosi interventi sugli argini del tratto di Roncaglia dal 1994, anno di una storica piena del Po. Si erano accumulati materiali sull’alveo, la vegetazione era molto sviluppata. Nel 1999 e nel 2000 altre piene del Nure misero in evidenza i problemi di quel tratto. Facemmo allora interventi su tutto il bacino del Po. Verso monte vennero investiti 850mila di euro di intervento nel 2003: era in programma la realizzazione degli argini a Roncaglia e a Fossadello nel comune di Caorso. Era stato fatto un pezzo di argine – dalla parte di Caorso - e dall’altra no. Allora ci siamo impegnati direttamente come Aipo con un nostro intervento per completare l’opera. Non è vero che i due argini presentavano caratteristiche diverse».

I lavori erano stati svolti per reggere a una piena di 200 anni. «Una piena di 100 anni significa che in un anno c’è la possibilità che questa avvenga l’1%, in 200 anni la percentuale si abbassa allo 0,5%. Ci sono sempre le eccezioni però. A Genova sono avvenuti due avvenimenti temporali con la stessa violenza in pochi mesi».

Nel corso degli anni sono stati effettuati altri lavori a Roncaglia: in più riprese Aipo si è impegnata per pulire la vegetazione e l’alveo su cui c’era materiale depositato. Sono state tagliate piante e sistemate altre opere di difesa vicino ai canali che sfociavano nel Nure. Nei dintorni Aipo ha realizzato opere di intercettazione dell’acqua: quando c’era la piena il Nure finiva per travolgere i canali che sfociavano in esso, allagando i campi. Con delle paratoie l’acqua nelle giornate di piena veniva bloccata.

«Con il Consorzio di Bonifica – ha proseguito nella sua relazione l’ingegner Valente - in queste settimane abbiamo ripulito la zona e sistemato gli argini della zona. Il lato di Roncaglia ha subito la piena di 30 centimetri in più, tutto qua. Per poco non esondava anche dal lato di Fossadello, l’acqua da monte è uscita scontrandosi contro i ponti uscendo lateralmente, ha proseguito lungo i canali e dalla parte del Po i terreni sono leggermente più bassi e così ha raggiunto Roncaglia. C’erano 80 centimetri in più d’acqua rispetto alla piena record precedente che tenevamo come riferimento».

L’Aipo ha competenze limitate al Po e i suoi affluenti negli ultimi chilometri: Fossadello per quanto riguarda il Nure e Rivergaro per il Trebbia, per fare due esempi. «Dopo di che – ha proseguito Vergnani - è competenza del Servizio Tecnico di Bacino. Comunque è molto semplice valutare a posteriori e dire che era un evento prevedibile. Era difficile capire la portata di quella piena, nessuno poteva avere idea degli effetti dell’alluvione. In tempo reale non era proprio semplice. In quel momento come Aipo potevamo solo dire “c’è una piena importante, allertiamo i nostri tecnici e volontari per andare a controllare”».  

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