Appalto mense, Scarpa all'attacco «porterò in Procura nuovi documenti»

«Dopo la sentenza del Tar, che ha bloccato l’appalto per le mense, porteremo in Procura l’integrazione all’esposto che avevamo già presentato sei mesi fa». Federico Scarpa, presidente della Lac (Libera associazione artigiani) torna alla carica sul maxi appalto da 60 milioni di euro per i pasti nelle scuole e all’Ausl. Scarpa contesta sia l’accorpamento di due enti nello stesso appalto, sia la durata di 9 anni: «In genere è buona norma per un sindaco uscente non fare appalti così lunghi». Il riferimento è all’ex sindaco Roberto Reggi. Nell’integrazione all’esposto in procura, Scarpa ha spiegato «il perché diciamo no all’accorpamento, in quanto ci sono diverse esigenze da considerare per anziani, bambini e dipendenti comunali».

Ma il presidente della Lac va oltre e parla anche di alcune anomalie che, secondo lui, si sarebbero verificate durante i lavori della commissione che preparava l’appalto. «L’Ausl - ha affermato Scarpa - decise di non mettere nella commissione un proprio dirigente, mentre il Comune mandò un suo tecnico, il responsabile mense dell’Amministrazione. Il direttore generale esautorò così l’ufficio tecnico dell’Ausl e vi mise un funzionario vicino allo stesso direttore. L’Ausl, inoltre, disse anche che non c’erano spazi adeguati per creare una cucina all’interno dell’ospedale. Ma a me risulta che lo spazio ci fosse per una cucina. Avremmo così avuto una struttura che avrebbe fatto risparmiare dei soldi, ad esempio limitando i viaggi che ogni giorno vengono compiuti dal centro pasti di La Verza verso l’ospedale». Al Comune, invece, Scarpa ha mandato il messaggio di stare attento: «Siete convinti delle vostre scelte, ma i nostri esposti hanno già causato diversi problemi».