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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Aumento dell’addizionale Irpef dal 2018: «Doloroso ma necessario»

Ok in commissione agli aumenti. Colosimo: «Siete la sinistra che aumenta le tasse». Gazzola: «Ci prendiamo la responsabilità per chi viene dopo, o ritocchiamo o tagliamo i servizi. Questa Amministrazione ha speso 86 milioni di euro in meno del primo mandato di Reggi»

Per far fronte ai bilanci del 2018 e 2019 occorre ritoccare l’Irpef del Comune di Piacenza. La proposta è stata accolta in commissione 1, dopo un aspro dibattito. «Per il 2017 – ha spiegato in aula presentando la modifica l’assessore al bilancio Luigi Gazzola - si confermano gli importi del 2016 e del 2015: le addizionali Irpef sono infatti al momento bloccate dalla Legge di Stabilità. Per il 2018 e 2019 è nota la difficoltà di tutti i comuni a predisporre bilanci previsionali con minori entrare e maggiori spese. O mettiamo mano alle aliquote, o s’interviene tagliando diversi servizi». L’assessore ha confermato il disavanzo di 3,3 milioni nel 2018 e 4,3 milioni nel 2019, che impone un drastico intervento per riequilibrare i conti. Ecco l’idea di rivedere l’addizionale Irpef: «Ci farebbe introitare 2 milioni e 500mila euro all’anno in più, con una modifica che non la porta al massimo, ma è un aumento progressivo. Ci sarebbero però più esenzioni, alzate al tetto dei 13mila euro: così avremmo 2924 contribuenti esenti in più rispetto ad ora (sono circa 24mila i piacentini esenti). Scatterà il prossimo anno, se non si riuscirà a trovare risorse, è una clausola di salvaguardia per il Comune. Rimane il tetto dei 15mila euro per le famiglie numerose».

«È una misura dolorosa – ha osservato Gazzola -, difficoltosa e forte per i contribuenti, non ho problemi a dirlo. I comuni hanno risentito maggiormente dei tagli del governo centrale. Ci sono state misure inique sugli enti locali: o ritocchiamo le aliquote o mettiamo mano ai servizi». Un sacrificio che costerà 3 euro e mezzo al mese di aumento per i redditi intorno ai 15mila euro, 5,50 euro fino a 28mila euro, 7,1 euro per quelli fino a 55mila e 7,3 euro fino ai 75mila euro di reddito».

Contrario al provvedimento il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. «Sui servizi – ha ribattuto Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) - facciamoci un esame di coscienza e tagliamo qualcosa. Non possiamo continuamente far pagare di più ai cittadini. La coperta è corta. Il centrosinistra alza le aliquote solo sui redditi medio-bassi, questo mi sembra strano». «Stiamo andando a colpire – ha dichiarato Marco Colosimo (Piacenza Viva) - con aumenti di 42 euro i giovani che vivono da soli e lavorano da poco tempo e le giovani famiglie. Questa è la sinistra? I contribuenti fanno fatica a capire questo aumento delle tasse. Mi auguro che il centrodestra possa essere in grado di dimostrare alla guida della città di recuperare almeno il 70% di questi 2,5 milioni di euro di aumenti in altro modo. Siete la sinistra che aumenta le tasse, non oggi, ma da domani, dal 2018».

Mirta Quagliaroli, capogruppo 5 Stelle, ha elencato una serie di spese già da tempo nel mirino dei grillini. «Ricordo i 300mila euro dati ad Auser, soldi per “volontari” anziani che poi vi votano sempre. L’autobus per i bambini possiamo toglierlo, ma gli anziani no. Ricordo anche l’esenzione per gli over 65 sui bus cittadini, altra cosa che incide sulla spesa. Qua siamo in campagna elettorale e sulla spesa non si vuole intervenire». Quagliaroli, di fronte ai problemi di pagamento della retta delle mense scolastiche comunali, ha chiesto che venga data la possibilità ai bambini di poter portare da casa un panino. 

I Moderati hanno appoggiato il ritocco dell’Irpef. «È impopolare – ha osservato Lucia Rocchi -, ma mi sento in dovere di approvare la delibera. Purtroppo questa Amministrazione non le ha aumentate quando poteva, cioè due anni fa. Solo noi due dei Moderati eravamo favorevoli all’epoca. Un’amministrazione di centrosinistra non può tagliare i servizi, non vuole lasciare indietro nessuno. Il centrodestra ci ha incalzato per ridurre le spese, poi però la commissione welfare non è servita a niente, non ha prodotto tagli. Una buona fetta di cittadini sono esenti da aumenti, perché non sono coinvolti dall’addizionale». «Si può andare a rivedere – ha aggiunto Federico Sichel (Pd) -se c’è la possibilità di qualche efficienza di spesa. L’investimento della piscina rischia di essere un po’ azzardato, per fare un esempio».

Ha risposto alla minoranza Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi). «È il centrodestra che è in campagna elettorale. “Dio ce ne scampi” che siano loro ad amministrare la città nei prossimi anni».

«Non piace a nessuno – ha aggiunto il vicecapogruppo Pd Laura Rapacioli - aumentare le tasse. Non si tratta di grandi cifre e non è vero che alziamo le tariffe solo per le famiglie medio-basse. Per le famiglie più abbienti sono già al massimo. La razionalizzazione della spesa è già stata fatta in modo pesante nel 2015 e 2016, va proseguita, ma nei limiti del possibile». Rapacioli ha poi criticato la proposta della grillina Quagliaroli di dare la possibilità ai bambini di portare il panino da casa nella mensa scolastica: «Tutti i bimbi devono avere un pasto completo, si creerebbero disuguaglianze, è un discorso di equità sociale, senza contare possibili problemi di igiene»

«Noi di proposte – ha incalzato ancora la maggioranza Lucia Girometta (Forza Italia) - in questi anni le abbiamo fatte, ma sono state bocciate quasi sempre. E la commissione welfare (citata da Lucia Rocchi) è stata voluta dall’ex capogruppo Pd Daniel Negri, non dal centrodestra».

La replica dell’assessore Gazzola non è tardata ad arrivare. «Ci prendiamo noi la responsabilità di questa misura per chi verrà dopo. La spesa è stata ridotta e i servizi sono stati razionalizzati. Abbiamo speso 86 milioni di euro rispetto al Reggi I e 28 milioni di euro in meno spesi rispetto al Reggi II, capirete che si fa molta più fatica. Chiudiamo questo mandato senza aumentare le tasse, chi lo dice racconta una balla. Con 5 euro al mese in più di spese noi assumiamo più agenti di polizia municipale, chi paga la vigilanza privata ne spende 100 al mese. Chi è più in difficoltà viene esentato». Gazzola ha punzecchiato l’opposizione sulla commissione welfare, nata per tagliare alcune voci dei servizi sociali e poi conclusasi con un documento scritto d’intenti che non ha portato modifiche per le casse comunali. «La Commissione welfare – ha tuonato l’assessore - si è riunita 17 volte, costando 16mila 821 euro di gettoni di presenza e non ha prodotto un fico secco di riduzione della spesa. Questo è il risultato che porta chi dice che vuole tagliare la spesa».

Al termine del dibattito, la maggioranza – compatta – ha fatto passare il provvedimento con 17 voti favorevoli. Contrari centrodestra e 5 Stelle. Si è invece astenuto Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza). La palla passerà ora al consiglio comunale.

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