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Autonomia, Bonaccini: «Chi ci accusa di spaccare il Paese dovrebbe leggere di cosa si tratta»

Il presidente Bonaccini: «15 competenze sulle 23 possibili e non un euro in più dallo Stato. Chiediamo di gestire direttamente le risorse che già ora vengono spese»

Ora si guarda alla possibile intesa con il Governo: «Rivendico il percorso comune fatto con Lombardia e Veneto, che, ribadisco, sono convinto debba essere portato fino in fondo insieme, ma a un percorso comune corrispondono progetti che ognuno ha pensato per sé. L’Emilia-Romagna ha presentato il suo: spetta ora all’esecutivo formulare una proposta di intesa che, a giorni, il presidente del Consiglio, Conte, dovrebbe illustrarci. Ci aspettiamo risposte chiare rispetto al confronto in sede tecnica e ministeriale avviato a luglio, risposte che non saranno tanto al sottoscritto, bensì agli emiliano-romagnoli. Ma fin d’ora- chiude il presidente della Regione- ci tengo a ringraziare la Bonaccini e platea-2ministra Stefani per la disponibilità dimostrata fin da subito: credo si stia cercando di fare un buon lavoro insieme, ora, però, tocca al Governo chiudere il cerchio».

IL REGIONALISMO DIFFERENZIATO NELLA COSTITUZIONE

L’articolo 116 della Costituzione, al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Nell’ottobre 2017, la Regione Emilia-Romagna, dopo aver definito il proprio progetto di maggiore autonomia insieme a tutte le parti sociali riunite nel Patto per il Lavoro e averlo sottoposto all’Assemblea legislativa regionale, che voto il mandato al presidente Bonaccini, fu la prima Regione a firmare con l’Esecutivo nazionale la Dichiarazione d’intenti per l’avvio del confronto, cui segui dopo poche settimane l’avvio del Tavolo paritetico col Governo insieme anche a Lombardia e Veneto. Percorso che il 28 febbraio 2018 portò le tre Regioni a siglare uno storico Accordo preliminare con l’allora Governo in carica, e poi ad avviare il negoziato con l’attuale.

 IL VIA LIBERA DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

Lo scorso 18 settembre, l’Assemblea legislativa ha approvato di fatto il progetto definitivo votando una  risoluzione per la maggiore autonomia – con la richiesta della Regione di poter acquisire la gestione diretta di 15 competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro; internazionalizzazione delle imprese, ricerca e innovazione; istruzione; sanità; tutela dell'ambiente e dell'ecosistema; relazioni internazionali e rapporti con la Ue –, impegnando il presidente Bonaccini a proseguire il confronto con il Governo, aggiornando il parlamento regionale trasmettendogli lo schema d’Intesa prima della sua formale sottoscrizione. Nessun voto contrario, con il sì della maggioranza - Pd, Si e Misto-Mdp - e l’astensione delle opposizioni: Lega, M5s, Fi, Fdi, Mns, AltraER.

COPERTURA FINANZIARIA

A copertura delle competenze richieste, la Regione Emilia-Romagna ha proposto la propria compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibili al suo territorio, da definire in sede di negoziato con il Governo sulla base del costo delle funzioni che chiede le vengano trasferite. Non intende quindi aumentare la spesa pubblica complessiva. Ha puntato a massimizzare le opportunità di investimento sul territorio regionale rispetto a risorse già presenti, senza oneri aggiuntivi sul bilancio regionale e riducendo l’overshooting, ovvero il non utilizzo di risorse destinate agli investimenti stessi.

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