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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Autonomia, il Carroccio protesta in Regione contro Bonaccini ed espone le bandiere

La protesta della Lega Nord arriva in Assemblea legislativa, con tanto di bandiere esposte come un vessillo in direzione dei banchi dell’Amministrazione. Contro quella che viene giudicata una «proposta annacquata e che non inciderà in direzione di una vera autonomia regionale, da parte del Pd e del governatore Bonaccini»

La protesta della Lega Nord arriva in Assemblea legislativa, con tanto di bandiere esposte come un vessillo in direzione dei banchi dell’Amministrazione. Contro quella che viene giudicata una «proposta annacquata e che non inciderà in direzione di una vera autonomia regionale, da parte del Pd e del governatore Bonaccini». Si sono materializzate così, nel pieno del dibattito sulla risoluzione riguardante il tema, le bandiere del territorio: dall’Emilia alla Romagna, esposte come un vessillo in aula per dimostrare la vicinanza del Carroccio ai territori. La presidente dell’Assemblea, Saliera, ha invocato i questori, dando ordine ai commessi di rimuovere le bandiere, sospendendo la seduta per alcuni minuti. «Hanno provato a zittirci in questo modo – dice il capogruppo regionale della Ln, Alan Fabbri – ma non ci fermeranno nel sottolineare che questa discussione è una farsa, perché la risoluzione di Bonaccini è una cosa pasticciata, ben diversa dalle richieste autonomiste del Veneto e della Lombardia».  "Abbiamo protestato - aggiunge il consigliere regionale piacentino Matteo Rancan - in aula contro la finta autonomia della sinistra di Bonaccini in Regione. Finta perché non si parla minimamente di residuo fiscale e quindi non ci sarà nessuna richiesta di trattenere più risorse sul nostro territorio. Una farsa, noi vogliamo una vera autonomia". 

POLLEDRI (LEGA NORD): "INIZIATIVA PER LA COMPLETA AUTONOMIA REGIONALE DEI TERRITORI DELL’EMILIA"

"Dopo - spiega in una nota Massimo Polledri della Lega Nord - la Lombardia e il Veneto, bisogna avviare anche in Emilia un percorso di maggior federalismo. Il residuo fiscale è costato complessivamente ad ogni piacentino quasi tre mila euro all’anno. La cifra si alza ancora se prendiamo in considerazione tutta la regione: più di quattro mila euro pro capite.  Il federalismo è uno strumento indispensabile per ridurre la pressione fiscale per i nostri cittadini. Bisogna prendere esempio da un progetto ben avviato come quello della Lombardia, ed è ora che anche in Emilia si cominci a pensare ad intraprendere un percorso di questo tipo. Siamo ormai colonizzati e per tornare ad avere un futuro nel quale un popolo ha la possibilità di ottenere quanto esattamente gli spetta, l’autonomia deve indispensabilmente tornare al centro del dibattito politico. In questo senso, penso anche agli spiacevoli eventi accaduti il 1 ottobre in Catalogna: sono molteplici i problemi che i catalani stanno incontrando nella strada che porta alla democrazia, ritrovandosi contro un regime che si sta dimostrando sempre più repressivo e autoritario. Preso atto che l’autonomia politica e amministrativa delle Regioni è un valore di rango costituzionale sancito dall’articolo 114, secondo comma, della Costituzione, la cui estensione è disciplinata dal Titolo V della Costituzione e da altre leggi costituzionali e deve essere intesa quale processo di crescita sociale del Paese, attraverso l’organizzazione ottimale dei soggetti istituzionali che costituiscono la Repubblica ai sensi dell’articolo 114, primo comma, della Costituzione, in un’ottica che valorizzi il principio di sussidiarietà e che non sia di ostacolo a un’autonomia anche differenziata. Una maggiore indipendenza dell’Emilia garantirebbe ad essa maggiori benefici, grazie alla virtuosità dei propri territori e delle proprie tradizione civiche che vantano una elevata capacità produttivacontributiva e fiscale. Credo che l’obiettivo di ottenere una maggiore autonomia regionale è oggi la migliore soluzione, sia per contrastare la crisi economica, facendo leva sulla virtuosità del nostro territorio, sia per ristabilire corretti meccanismi di responsabilizzazione, trasparenza e partecipazione dei cittadini e dei rappresentanti politici, a beneficio dell’interesse esclusivo della comunità emiliana e la sua autodeterminazione.

Visti l’articolo 116 della Costituzione, il cui terzo comma prevede la possibilità di attribuzione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in determinate materie, con legge statale, sulla base di un’intesa fra lo Stato e la Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119 della Costituzione; altresì, gli articoli 114, 117, 118, 119 e 132 della Costituzione;  Chiedo di indire un referendum consultivo rivolto alla popolazione iscritta nelle liste elettorali dei comuni delle province dell’Emilia (Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Modena), per l’espressione del voto sul seguente quesito: “Volete voi che il vostro comune, in considerazione della sua peculiarità culturale, storica e geografica costituisca una entità regionale autonoma denominata “Regione Emilia” con propria Assemblea Regionale e un proprio Governatore, senza ulteriori costi per la finanza pubblica, in attuazione dell’articolo 132, della Costituzione?”.

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