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Barbieri: «In alcune regioni e all'estero rifiutano servizi e merci provenienti dal nostro territorio»

Per la terza volta in pochi giorni il sindaco di Piacenza scrive al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo aiuti immediati: «Insisto per un intervento urgente a favore del nostro tessuto economico»

«Facendo seguito alle mie precedenti sollecitazioni, mi permetto di insistere per un intervento urgente a favore del nostro tessuto economico in conseguenza dell’emergenza Coronavirus. Come noto Piacenza vanta un sistema importante di industrie, imprese, attività cooperative, ditte, professionisti, artigiani, etc che stanno rischiando ripercussioni insostenibili con possibile chiusura delle loro attività». Per la terza volta in pochi giorni, Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, scrive una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere che il capoluogo venga aiutato in questa fase di emergenza come i comuni della zona rossa del lodigiano. Barbieri ha scritto la lettera da casa sua: si trova infatti in isolamento, essendo risultata positiva al Coronavirus. «Ciò che trovo oltremodo inaccettabile – spiega Barbieri - è che in altre regioni d’Italia, ma soprattutto, all’estero, non venga più consentito ai nostri operatori di consegnare merci, di inviare merci e di portare a termine le consuete operazioni commerciali. Le nostre imprese e le nostre attività vengono considerate “indesiderate” e molte nazioni si sentono autorizzate a escluderci completamente dagli scambi che sono a poco tempo fa consentivano a Piacenza di essere considerata un’eccellenza mondiale».

«Tale atteggiamento – rileva nella missiva il primo cittadino - è divenuto ormai consueto anche da parte di alcune regioni, che rifiutano i servizi e le merci provenienti dal territorio piacentino. Ritengo quindi che, oltre alla reiterata richiesta di misure straordinarie che sono indispensabili per le nostre attività, si imponga un immediato, doveroso e necessario chiarimento di politica nazione e internazionale perché il nostro territorio, già duramente penalizzato sul piano sanitario, non venga colpito anche da un atteggiamento inaccettabile e ingiustificato con riguardo alle politiche economiche».

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