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Bersani e la decisione di realizzare il polo di neurochirurgia a Parma

L’intervista di Pier Luigi Bersani a “L’Espresso” svela una riflessione provocata dal malore del gennaio 2014

Ha parlato del presente e del futuro del centrosinistra, ma anche della sua malattia. L’intervista di Pier Luigi Bersani a L’Espresso (firmata da Stefania Rossini e dal titolo “Bersani: la sinistra è un fiore di campo, prima o poi passa qualcuno e la prende”) contribuisce a svelare alcune interessanti riflessioni dell’ex candidato premier piacentino. Bersani, oltre ad esporre la sua analisi, si sofferma a discutere anche del malore subito nel gennaio 2014. «Molti l’hanno pensato – risponde Bersani a Rossini - e invece il coccolone mi è venuto in un momento in cui stavo bene, sentivo di aver fatto tutto il possibile e avevo passato la merce a Enrico Letta. Questi malanni possono venire anche quando vai a comprare il giornale». Ha avuto – chiede l’intervistatrice - molta paura? «Sentivo che era una faccenda seria, ma in quei momenti le cose sono più semplici di quel che si crede. Un po’ perché l’unica cosa che vuoi è che ti passi il dolore, un po’ perché ti senti protagonista di un fatto eccezionale e scatta il senso di te. Io ci ho aggiunto la deformazione professionale. Sull’ambulanza che mi portava da Piacenza a Parma, pensavo: “Se ci lascio le penne faccio pure la figura del pirla, perché sono stato io a decidere che il polo di neurochirurgia fosse a Parma e a Piacenza solo il pronto soccorso”». Bersani si riferisce al suo periodo da presidente della Regione Emilia-Romagna, a metà degli novanta.

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