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Blocco studentesco: «Non si può morire di alternanza scuola-lavoro»

Dopo l’ennesima tragedia di uno studente di diciotto anni morto come “stagista” mentre si trovava in alternanza scuola-lavoro, il movimento del fulmine cerchiato ha affisso fuori dalle scuole di centinaia di città un atto di accusa

Dopo l’ennesima tragedia di uno studente di diciotto anni morto come “stagista” mentre si trovava in alternanza scuola-lavoro, il movimento del fulmine cerchiato ha affisso fuori dalle scuole di centinaia di città un atto di accusa ben preciso verso i colpevoli di queste morti.

Quattro giorni fa un giovane studente di 18 anni è morto in fabbrica, colpito da una lastra di metallo. Era uno studente di un istituto tecnico di Portogruaro che stava svolgendo uno stage in azienda per “acquisire crediti”. Dopo Lorenzo Parelli, il nome di Giuliano de Seta si aggiunge alle vite spezzate da un sistema di sfruttamento gratuito degli studenti. Un’altra macchia sulla coscienza dei Partiti che hanno voluto questo micidiale connubio tra istruzione e precariato.

«Abbiamo deciso di usare l’ormai famigerato manifesto elettorale del Partito Democratico – spiega in una nota Paolo Gazzola, responsabile locale del Blocco Studentesco – perché riteniamo che l’unica speranza che il partito di Enrico Letta sta offrendo agli studenti italiani sia proprio quella di un atroce morte sul lavoro. Infatti, è stato proprio il suo Partito a varare la riforma della ‘Buona scuola’, in cui nel 2015 si istituiva l’obbligatorietà dello stage per tutte le scuole superiori ed è sempre il suo Partito che negli anni ha distrutto il mondo del lavoro sostenendo Monti e la Legge Fornero, cui seguirono gli otto decreti del Jobs Act. Ha la sindrome del pentimento?».

«Il sistema scolastico antifascista colpisce ancora – continua la nota – dimostrando che non può esistere alternanza dove il lavoro è quello precario e la scuola un’istituzione precarizzante, indirizzata da riforme come la Buona scuola a creare figure sfruttabili e facilmente sostituibili come lo stagista. Bisogna porre un freno immediato alle situazioni limite, istituire delle commissioni di valutazione ed inchiesta sulla sicurezza e la concorrenza, diminuire subito il numero di studenti impegnati in stage fin quando non verranno aboliti i contratti da tirocinante e tutte quelle modalità che favoriscono il precariato e non tutelano l’assunzione».

«Proprio in questi giorni – conclude la nota – in cui la campagna elettorale sta arrivando al termine, in cui a tenere banco non sono le colpe dei governi tecnici e della sinistra ma le marchette pubblicitarie per Bella Ciao, vogliamo ricordare a tutti che dal Partito Democratico non si devono accettare nessun tipo di lezioni: quando vi chiedono di abiurare, di scusarvi, di rinnegare, ricordatevi che il pizzo ve lo sta chiedendo quella stessa mafia che ha voluto la morte della scuola e del lavoro. Quindi no, non canteremo la vostra canzoncina».

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