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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Bonaccini: «In cinque anni pressione tributaria in discesa. Liberato un punto di Pil regionale»

Così il presidente Stefano Bonaccini al confronto fra i candidati alla guida della Regione voluto nel pomeriggio da Cna Emilia-Romagna a Bologna

«Negli ultimi 5 anni il rapporto fra entrate tributarie e Pil regionale in Emilia-Romagna è sceso dal 6,62 al 5,92: -10,5%. E con il bilancio triennale della Regione che abbiamo approvato poche settimane fa, a inizio dicembre, scenderà ulteriormente al 5,64 nel 2022: un punto secco. In termini reali, dal 2015 il calo della pressione tributaria ha consentito una crescita del Pil regionale senza alcuna imposizione di un miliardo e mezzo di euro. È anche per questa ragione se siamo la regione che cresce di più nel Paese, dove abbiamo pressoché dimezzato la disoccupazione portandola dal 9% a ridosso del 5%, grazie a politiche condivise con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro». Così il presidente Stefano Bonaccini al confronto fra i candidati alla guida della Regione voluto oggi pomeriggio da Cna Emilia-Romagna a Bologna.
 
«Inoltre, aggiungo che da un anno a questa parte abbiamo reso strutturali misure di restituzione (fiscale o tariffaria) per ulteriori 100 milioni di euro all’anno, per famiglie a reddito medio-basso e per aziende che operano in contesti più complicati. Nel primo caso con l’abolizione dei superticket sanitari, il taglio delle rette dei nidi, il bus gratis per i pendolari, il bonus affitti per le famiglie in difficoltà. Nel secondo con l’esenzione totale dell’Irap per tre anni per chi apre un’attività in montagna o per le aziende più piccole, o il dimezzamento per quelle più grandi: 13 mila imprese, compresi artigiani, commercianti e lavoratori autonomi. Intervento sull’Irap che adesso abbiamo esteso anche al basso ferrarese».
 
Bonaccini ha quindi accolto la proposta di Cna di abbassare il carico fiscale nella prossima legislatura: «Vogliamo proseguire sulla stessa strada, pur nei limiti dalla legge nazionale ma anche usando tutta l'autonomia, che auspichiamo ci venga concessa al più presto. In particolare, come voi proponete, per sostenere le imprese nella transizione verso la sostenibilità (rifiuti, energia, materiali, ecc.) e per riconoscere in particolare che le piccole e piccolissime imprese hanno bisogno di strumenti più robusti e interventi più incisivi, anche sul fronte fiscale».
 
Una risposta anche a chi, fra i suoi avversari, propone di tagliare l’addizionale Irpef e l’aliquota Irap: «Sono ‘regionali’ solo a parole, essendo in realtà molto rigide. Una quota di addizionale Irpef è statale e l'aliquota Irap si può ritoccare solo parzialmente: lo abbiamo visto bene quando il precedente Governo ci ha impedito di ridurre l'Irap in montagna, come avremmo voluto fare noi, costringendoci ad andare a bando, a proposito di chi crea burocrazia, soprattutto per le imprese più piccole. Spiego queste cose perché in questa campagna elettorale ho sentito cose che non le salta neanche un cavallo. E con le imposte regionali, qui viene garantita la migliore sanità, il più alto fondo per la non autosufficienza in Italia, politiche educative, formative, diritto allo studio, investimenti culturali e nel turismo come nessun'altra regione. Non intendo dunque arretrare su questo. E a chi dice di privatizzare la nostra sanità rispondo che finché ci sarò io un povero e un ricco avranno lo stesso diritto di accedere alle migliori cure».

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