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Borgo Faxhall, Bisotti: «Non vedo contraddizioni nel nostro percorso»

Discussione in consiglio comunale sulla riqualificazione dell’area. Polledri (Lega): «Con Coemi rischiamo». Opizzi (Fd’I): «Vi state nascondendo dietro alla parola “linee guida”». Rapacioli (Pd): «Si sono aperti nuovi sbocchi, perché non andare avanti?». Bisotti: «Ho ascoltato con attenzione le proposte della minoranza: non stiamo facendo favori a Coemi»

È ripresa nel pomeriggio del 3 novembre la discussione generale sulle linee guida del progetto di riqualificazione di Borgo Faxhall. «Rischiamo di avere un danno – ha esordito Barbara Tarquini del Movimento 5 Stelle - per le finanze pubbliche, l’Amministrazione deve fare l’interesse pubblico, non quello dei privati. Prendete le decisioni da soli, ma la minoranza deve fare il suo dovere. I cittadini in questa vicenda non hanno avuto nessuna responsabilità e saranno loro a pagare le spese. Il privato non ha rispettato i patti e piange pure miseria, mentre il Comune non ha fatto valere il suo interesse pubblico in tutti questi anni. Ogni singolo piacentino pagherà più tasse a causa di ciò o si vedrà erogare meno servizi. Facciamo nomi e cognomi di chi dovrebbe invece pagare per questi sbagli. Fosse stato per Fiazza e il Pd avremmo votato subito senza problemi: invece chiediamo di sapere almeno com’è andata a finire la fidejussione. Avete riso in faccia alla collega Quagliaroli quando vi citava dichiarazioni di Bisotti che garantiva l’assoluto rispetto di tutte le convenzioni del Comune. Castagnetti ci ha detto di provare vergogna per le nostre dichiarazioni: che stia tranquillo, non rischierà di essere confuso – come politico e come persona - con noi dell’opposizione. Diamo la precedenza alla commissione che si occupa del progetto, piuttosto che al welfare. Spesso non viene dato tempo ai consiglieri di studiarsi le carte, che meriterebbero analisi attente».

«Abbiamo usato toni accesi – ha ricordato Erika Opizzi (Fratelli d’Italia) - per avere dagli uffici i documenti richiesti, ma gli atti andavano consegnati a noi già in sede di commissione. La prima fidejussione sembra esserci ma forse è sparita, mi viene il dubbio che entrambe non ne esistano. Comunque si legge nel testo che le fidejussioni non coprano i costi delle opere garantite, quando mi risulta che le opere garantite non sono ancora state ben specificate. Non ho ancora capito se stiamo affrontando “linee guida” o una “transazione”: non potete nascondervi dietro ai termini, di cosa stiamo discutendo? Ho visto il bilancio di Coemi: ha all’attivo 7 milioni di rimanenze, di cui 3/4 derivanti da partecipazioni non solide. Ha debiti a breve per 9 milioni nei confronti delle banche. Ognuno interpreta i dati a modo suo, Coemi però non fa utili da tre anni».  

«Questo gruppo consiliare – ha preso la parola Laura Rapacioli del Pd - si prende la responsabilità: non ci troviamo di fronte a un mandato in bianco. Anche io mi sono posta domande sul progetto, soprattutto durante le commissioni potevamo chiedere e confrontarci con Bisotti. Qua stiamo facendo l’interesse pubblico, le esigenze nel tempo sono cambiate: si sono aperti nuovi sbocchi, grazie al piano caricatore e allo spostamento del mercato ortofrutticolo, perché non andare avanti?

È ritornato sull’argomento anche Filiberto Putzu di Forza Italia.  «Perché è stato consentito o consigliato – ha ribadito in aula - di fare un atto unilaterale d’obbligo che ha spostato al 2019 l’anno in cui la società avrebbe dovuto saldare il conto. Io ho due relazioni del Psc diverse. Quella plastificata e distribuita a marzo, si dice a pagina 16 che la stazione avrà una connessione con il nuovo terminale dei bus posto sicuramente sul retro della fascia binaria. A pagina 16 del secondo documento in mio possesso sparisce la frase e non viene specificato dove sia la presenza del terminal. Di conseguenza mi pare di capire che in questo momento stiamo votando che il terminal sarà a nord dei binari. Chiedo inoltre all’assessore se il progetto attuale ci consentirà di installare un nuovo centro commerciale nell’area».

«Questa che abbiamo in mano – è l’intervento di Massimo Polledri, Lega Nord -  è una ratifica di una transazione. Fiazza ha preso fischi per fiaschi parlando di visure camerali. 5 milioni sono posti da Coemi in società in perdita, ci sono debiti per 9 milioni e 800mila entro il prossimo anno, 8 milioni verso banche che possono staccare la spina quanto vogliono. Voglio sapere che garanzie offre Coemi: l’operazione, da una scala di 1 a 7, presenta una classe di rischio livello 6. Il nostro è un atto di fiducia di 4 milioni di euro, il resto del mondo è disposto a dare fiducie di 20mila euro. Non veniteci a dire che si faranno valutazioni, gli elementi ci sono già tutti per giudicare. A Fiazza – intervenuto nello scorso consiglio per tranquillizzare il consiglio sulla situazione di Coemi, nda – è stato dato un foglietto con scritto “va tutto bene”, nient’altro».

«Ho ben compreso – è l’intervento finale dell’assessore Silvio Bisotti - la fatica fatta da tanti per studiare atti che partono così da lontano. Ho compreso meno alcune espressioni eccessive e ingenerose pronunciate nei confronti degli uffici e dell’Amministrazione che hanno messo mano a una pratica così complessa. Non c’è un accento vittimistico in questo, e sto ascoltando pareri e valutazioni con molta attenzione. Assicuro i consiglieri intervenuti, che le loro riserve e i loro dubbi, sono stati in precedenza i nostri. La proposta è condizionata da scelte e vincoli del passato difficilmente modificabili – il tavolo non è sgombro, c’è il vincolo sul Berzolla, il divieto di Rfi iniziale, le esigenze del trasporto pubblico –.

La proposta del Movimento 5 Stelle è stata ascoltata ma non ha ricevuto pareri positivi. Non ho visto emergere dal consiglio elementi che contraddicono questo percorso politico-amministrativo. Siete chiamati a deliberare queste linee guida – forse definite con questo termine in modo un po’ anomalo e raro – un documento che porterà avanti una serie di condizioni che verranno sottoposte nuovamente alla vostra attenzione ed approvazione. Non darete un mandato in bianco all’amministrazione. La giunta se avrà l’approvazione procederà a esigere da Coemi l’accettazione formale delle condizioni generali del percorso proposto dal Comune. Sull’affidabilità non mi dilungo: siamo consapevoli su chi sia il nostro interlocutore, se tanti dubbi sono emersi guardando i loro dati, a maggior ragione i tentativi di un’azione legale contro di loro che esiti avrebbero potuto dare? Ecco perché abbiamo scelto questa via.

La delibera ci serve anche per far liberare tutte le aree necessarie per il progetto. In seguito faremo valutare i 3300 metri di uffici che acquisiremo da loro: la stima la farà il perito del Tribunale. Come quarto punto verranno redatti a organizzare i bandi per tutte le opere pubbliche della zona, ricevendo i pareri di tutti gli enti interessati per legge. Noi facciamo quattro cose con questa delibera, nessun’altra azione. Il consiglio comunale dovrà poi approvare i successivi atti, solo qualora fossero adempiuti tutti questi passaggi, altrimenti – ahimè – dovremo rinunciare. Garantiremo trasparenza per uscire da questa impasse. Non so – rivolgendosi a Putzu – se ci sono stati consigli all’Amministrazione, c’è stata una rivisitazione del progetto in corso d’opera, volevamo prenderci una pausa di riflessione sull’atto unilaterale d’obbligo.

Non nego – ha ammesso Bisotti - che la scomparsa del documento che certifica la prima fidejussione, sia un fatto grave. Non siete d’accordo sul valore dei diritti edificatori? Ci sarà un perito terzo che valuterà a suo modo. Non si stanno facendo favori a Coemi: il riconoscimento del debito di 4,5 milioni c’è eccome. Abbiamo approcciato in modo diverso la questione, non si può dire che c’è ancora tempo per riflettere: rischiamo che sei mesi diventerebbero poi sei anni. Il piano caricatore e l’ex mercato ortofrutticolo verranno messi a valore, aprendo a diverse soluzioni, fra cui a eventuali future sedi commerciali. Parlare di svendita dei due immobili del Comune è sbagliato. Nel Psc – Bisotti ha risposto ancora alle domande del consigliere Putzu – va letto il documento vero e proprio, non le bozze: abbiamo tutti compreso che il trasferimento dei binari sarà molto lungo in termini temporali. Intanto noi rispondiamo all’esigenza che la mobilità deve essere più vicina possibile e connessa con il trasporto urbano e con la ferrovia. Collocare il terminal dei bus nella grande area che contempla il piano caricatore e il mercato ortofrutticolo, è un’idea ritenuta troppo distante da questo e perciò scartata.  Non escludo che in un futuro la soluzione possa vedere il trasferimento dei binari merce della stazione, ora non possiamo fare un’azione invasiva su quell’area. Il nostro progetto non è così incompatibile con gli scenari futuri. Questa è una fatica che sta facendo una città intera, insieme agli amministratori e agli uffici. Le alternative non le vedo consistenti ed efficaci».

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