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Borgo Faxhall, il centrodestra: «Pratica gestita solo dalla sinistra»

I consiglieri di Lega, Fd’I e Fi: «La sinistra pretende di insegnare come si amministra, facendo propaganda con la legalità. Ma la superiorità morale si scioglie come neve al sole»

«Il centrodestra non ha mai speculato sulle iniziative assunte dagli organi giudiziari deputati ad esprimersi sugli atti amministrativi e neppure lo farà oggi per quanto riguarda la vicenda Borgo Faxhall. Abbiamo lasciato sempre al fronte politicamente a noi opposto di imbastire campagne per la legalità, quando queste politicamente convenivano ad esso, seguite da scontate richieste di dimissioni a raffica, e di limitarsi a poche righe di circostanza quando le vicende toccavano esponenti della sinistra». Così intervengono tutti i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega in Consiglio comunale a Piacenza in merito alla vicenda di Borgo Faxhall che coinvolge l’ex assessore Silvio Bisotti e l’ex dirigente comunale Taziano Giannessi.

«Una politica della doppia verità, che la sinistra pratica in ogni ambito e che ne mostra i limiti, politici ed etici. Nei fatti, il centrodestra ha sempre sostenuto che è nel contraddittorio delle parti che le vicende giudiziarie, non solo quelle penali ma anche quelle contabili, si possono, o meno, chiarire. Una cosa è comunque certa: fin dall’esame della transazione in Consiglio comunale, il centrodestra non ha mai assunto una posizione di pregiudizio politico sulla stessa, ma aveva avanzato ampie riserve sotto il profilo della effettiva tutela dell’interesse. Il sindaco Barbieri a detta tutela ha ispirato la propria azione amministrativa e le azioni intraprese al riguardo ne sono la conferma, senza altre sottostanti motivazioni, a maggiore ragione di rivalsa politica».

«La transazione riguardante Borgofaxhall è stata gestita dall’amministrazione Dosi nei suoi vari aspetti, sia sul piano amministrativo, sia sotto il profilo della responsabilità politica: l’augurio è che alla fine non risulti che a rimetterci sia stato il Comune di Piacenza. Pare evidente, comunque, che a differenza di quanto contestato dalla Corte, che inevitabilmente ha circoscritto la propria azione nei confronti di coloro che se ne sono principalmente occupati, non si può non rilevare che la transazione è stata sotto il profilo politico fatta propria sia dalla Giunta Dosi, che ne ha proposto l’approvazione al consiglio, sia da parte della maggioranza politica che la sosteneva, che il provvedimento ha condiviso e sostenuto in Consiglio comunale».

«Dopo il pasticcio della sinistra sulla pratica riguardante l’appalto dei lavori dell’ex Macello, che è costata ai piacentini 4 milioni di euro, un altro supposto danno milionario viene oggi ipotizzato a danno del comune di Piacenza: in entrambi i casi le vicende sono ascrivibili alla responsabilità politica della sinistra. La proclamata superiorità morale dei nostri avversari si scioglie, alla prova dei fatti, come neve al sole. Anziché pretendere di insegnare al centrodestra come si amministra, facendosi propagandisticamente scudo della legalità, meglio farebbe la sinistra ad ispirarsi a comportamenti meno eclatanti ma più virtuosi, magari preoccupandosi - come ha fatto il sindaco Barbieri in questi anni - di spendere bene i soldi dei piacentini: nei fatti, non a parole».

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