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Riqualificazione di Borgo Faxhall, l’opposizione sulle barricate: «Sospendiamo la delibera»

Pesanti critiche da Forza Italia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Lista Sveglia e Piacenza Viva. Garetti: «Il socio di maggioranza di Coemi è in concordato preventivo». Fiazza (Pd) difende il progetto: «Fra dieci anni renderete conto del vostro comportamento alla città». Castagnetti: «Provo vergogna per le vostre osservazioni»

Terza seduta di discussione generale sulle linee guida del progetto di riqualificazione di Borgo Faxhall, quella del 30 ottobre in consiglio comunale. Il consigliere di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, in apertura ha ravvisato un ritardo nella consegna di alcuni documenti da parte degli uffici comunali. «I pareri dell’avvocatura – ha dichiarato - non sono stati ricevuti a 24 ore dal consiglio comunale, bisogna dare modo agli assenti di conoscere questi atti». Il consiglio è stato sospeso per mezz’ora dal presidente Claudio Ferrari per discutere della segnalazione presentata da Foti. La seduta è poi ripresa normalmente perché – ha espresso Ferrari, riportando la volontà del segretario generale Vincenzo Filippini e dei due dirigenti chiamati in causa - «i documenti messi a disposizione dai dirigenti, l’architetto Taziano Giannessi e l’avvocato Elena Vezzulli rappresentano elementi già contenuti nella proposta già presentata, sono stati illustrati in consiglio comunale e non sono importanti al fine della discussione generale». «Io ho già esaurito il tempo della discussione generale – è la critica rivolta da Marco Tassi (Pdl) – e la perizia è stata inviata dopo, nel bel mezzo dei consigli. Dovevamo riceverlo prima, ora non possiamo più confrontarci: è un parere su questioni legali, lo ritengo importante al fine della discussione».

«Il multipiano – è l’analisi di Tommaso Foti - si poteva fare, non è vero che c’è la questione delle Ferrovie in ballo. La concessione edilizia è del 2005, in questo parere si legge che è stata fatta decadere. Non mi paiono irrilevanti questi documenti. La controparte fa scadere due concessioni edilizie, di cui una aveva un interesse prevalentemente pubblico (l’autostazione delle corriere). Nella delibera queste cose non sono scritte né nelle premesse né nelle conclusioni. Queste linee guida che dobbiamo discutere, delegano alla giunta le transazioni? Un altro conto è deliberare cose incerte come la vendita dei due immobili comunali. Sono linee guida, o linee guida propedeutiche a una transazione?». «Facciamo una breve – ha osservato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Mirta Quagliaroli - consultazione dei capigruppo. Molte persone hanno esaurito il tempo a disposizione, io sono citata in questi pareri e mi deve essere permesso di replicare». «Abbiamo calendarizzato – è stata la risposta di Christian Fiazza quattro consigli comunale per discutere del progetto, discutiamone, andiamo avanti».

«È il progetto più importante sul tavolo – è l’intervento di Marco Colosimo (Piacenza Viva) - da quando sono in questo consiglio. Ricordo che fra un anno c’è Expo, quella zona è il nostro biglietto da visita. Ho dubbi sull’iter procedurale della delibera, siamo già stati fregati due volte, speriamo questa non sia la terza. Andiamo a svendere un patrimonio come quello di via Verdi, importante per il contesto storico e quello di via Scalabrini, per andare a comprare i 3300 metri dalla società, siamo sicuri? Questa minoranza non vuole intralciare il progetto, non vogliamo fare delle chiacchere. Nessuno si deve permettere di accusarci di ostruzionismo, la minoranza vuole fare chiarezza: capire chi detta le regole sul progetto, sapere i dati economici. Questa seduta è iniziata solo perché la minoranza c’era, se si alzava – viste le presenze della maggioranza – impediva questa discussione. Stiamo parlando di occupazione e sviluppo della nostra città».

Nelle ultime due sedute è parso molto critico – rispetto al recente passato – sul progetto Filiberto Putzu (Forza Italia). «Se noi abbiamo fretta – ha dichiarato in consiglio - di portare avanti un bando per il canile non va bene, se invece chiediamo di ragionare su Borgo Faxhall ci criticate. Il terminal, secondo la perizia generale, era vicino ai local, ora lo leggo a nord dei binari. I lavori dovevano essere completati nel 2004, Il Comune non ha fatto alcunché e ha fatto scadere i termini della convenzione. C’è stata una condotta omissiva del Comune, che non è esente da responsabilità. “Acqua passata non macina più” è un detto che non può valere qua dentro. C’è stata una denuncia di smarrimento del titolo giuridico, della carta che prova l’esistenza della prima fidejussione da 2 miliardi e mezzo di vecchie lire, ciò è incredibile. La seconda fidejussione, di 700mila euro, non è mai stata chiesta dal Comune. È stato smarrito anche questo atto d’obbligo? C’è stato un adempimento degli accordi, perché il Comune non si è impegnato contro Coemi per rescindere? Mi dispiace che sia nata una polemica tra commercianti e consiglieri – dopo le parole del presidente del consorzio dei commercianti Cesare Bertola, nda -. Questo è un provvedimento mal preparato e inopportuno, capisco la voglia di uscire dalla critica del “sindaco che dorme” e del “cambio di passo”, è comprensibile, ma non così. Dovremmo fare il terminal dei pullman nell’ex piano caricatore a raso, invece che portarlo vicino ai binari. Chi ha fatto carriera, i nostri parlamentari, hanno fatto male – come Reggi – e non deve passare l’idea che si è sbagliato e si va avanti come nulla fosse»

«Vedo il consiglio molto distratto su questo tema – ha rilevato Maria Lucia Girometta (Forza Italia) – io sono d’accordo con Putzu: noto tanta fretta nel voler deliberare questa pratica al più presto». «Nessuno della maggioranza ha parlato – ha proseguito Massimo Polledri (Lega Nord) - volete portare a casa subito questo provvedimento senza discutere. Perché avete bisogno dell’atto di indirizzo unilaterale per andare a fare una trattativa che è già dettagliata? Mettiamo già i diritti edificatori a due milioni – diritti mai usati - così l’ente avrà un danno erariale imponente, ma intanto ci siamo persi la fidejussione, l’abbiamo smarrita. Coemi, secondo alcuni dati, non ha il potere contrattuale di discutere. Non abbiamo mai mandato una letterina di messa in mora, non siamo mai andati a riscuotere quello che ci spettava».

«Chiedo che questa delibera – ha tuonato Paolo Garetti (Lista Sveglia) venga sospesa, l’azionista di maggioranza ha un concordato preventivo. Martignoni Renato, socio al 51% è segnalato per il motivo che le sue società in concordato preventivo, sono sottoposte a un curatore. Andiamo a vedere le loro partecipazioni, sono tutte in società in rosso. Che futuro ha una società che ha debiti verso banche per 8 milioni, verso fornitori per 469mila euro. Non voglio fare la cassandra ma qua rischiamo di riscontrare enormi debiti: guardate bene quello che andate a votare».

«Ci sono osservazioni subdole – lamenta Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi) – per cui provo vergogna. Mi vergogno di essere qua presente a sentire queste cose da parte di qualcuno, non ci sto. Qualche consigliere ha parlato l’ultima volta di manette e loschi affari da cui qualcun altro trarrebbe vantaggi, vergognatevi». «Le osservazioni della minoranza – ha provato a replicare a tutti gli interventi Christian Fiazza del Partito Democratico - hanno arricchito noi e gli uffici e ringraziamo perciò i consiglieri. Questa maggioranza si vuole assumere la propria responsabilità su questa pratica, perché ha la consapevolezza che è necessaria una riqualificazione dell’area. Ringrazio l’assessore Bisotti per il lavoro di queste ultime settimane, non ha mai rifiutato il confronto. Negli uffici comunali ci sono grandi professionalità, alcuni colleghi con parole arroganti e improvvide hanno messo in dubbio le loro capacità. Non sono al servizio di questa giunta o di questa maggioranza, ma della città. La fidejussione comunque non è scaduta, non c’è ragione per aprire diatribe con la proprietà, ci sono state mancanze da entrambe le parti. Anche noi abbiamo fatto le nostre visure camerarie, e non ci risultano problemi dentro Coemi, solo il socio Martignoni ha alcuni problemi personali, ma non si può dire che sia a rischio fallimento. Chiarisco un altro punto: non lo decidiamo noi se gli atti presentano “giusti prezzi” o meno. La strada tracciata sui diritti edificatori è ragionevole, se andiamo a espropriare l’area senza questi diritti, rischieremmo di pagare in seguito una cifra più grande rispetto a tutto il progetto. Ora stiamo seguendo questo linee guida su un determinato progetto e le stiamo discutendo con voi: se poi ci sarà qualche variante – ad esempio la vendita dei due immobili – ritorneremo in aula per discutere delle modifiche da fare all’intero progetto. Assumetevi la responsabilità - rivolgendosi alla minoranza – di votare contro il provvedimento, dopo tutto quello che è stato fatto. Un giorno, magari fra dieci anni, ne renderete conto alla città». La discussione proseguirà nel consiglio comunale di lunedì 3 novembre.

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