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Brand, oggi Piacenza produce per il marchio Parma

Parma solo 40 anni fa era dietro Piacenza su tutto, mentre oggi è il contrario. Però si continua a girare attorno al palo e a dire le stesse cose

Mi sembra che sul tema “brand Piacenza” si continui a girare attorno al palo e a dire le stesse cose. Per noi, come Api-Centro Studi, già nel 2013-2014 – grazie al lavoro fato dai nostri consulenti – avevamo avanzato pubblicamente sui media locali, oltre che in dettaglio nelle sedi istituzionali come presidente Provincia, Sindaco, Camera di commercio, una proposta ben chiara frutto di un lavoro poi arricchito, migliorato, dettagliato da parte di un noto architetto piacentino e di uno studio tecnico giovane, altamente qualificato e con contatti su Roma, Milano, Venezia, Torino.

Avevamo sottolineato l’urgenza di creare una nuova e diversa “Piacenza turismi” perché non si poteva fare senza, avevamo detto un “NO” secco al solo uso del marketing territoriale perché superato, alla costruzione di una Dmo perché bisognosa di fondi cospicui, all’ennesimo studio di fattibilità o ad un incarico a teorici che non vedono la realtà dei fatti, alla funzione di uffici Iat vecchi e inutili, oltre che cari. Avevamo anche fatto un calcolo di costi che si potevano risparmiare e a un meccanismo smart per far fruttare il brand come crowdfunding e privat company.

Tutto morto, perché sono arrivati i geni di Expo 2015: 2 milioni di euro spesi e mai documentati alla città, deus ex machina spariti dopo aver fatto danni, ritorno zero e. in quella occasione si sprecarono da parte di tutti i presidenti lodi immense sul brand “valore Piacenza”. Ora vediamo che non contenti, non capaci di esprimere  nuove idee, le stesse figure padronali ritornano a fare melina e la solita danza attorno al palo. Un progetto chiaro, concreto, c’è e a breve lo presenteremo al sindaco di Piacenza, compreso la strategia e le modalità di autofinanziamento. Così vedremo se dalla parole e dalle grida dal pulpito si passa ai fatti, a fare squadra veramente anche se a guidare non è un amico super fidato.  Nomisma è struttura che sa muoversi bene nelle pieghe politiche e imprenditoriali, interpella tutti, ha interpellato anche nostri professionisti-consulenti,  non solo una parte, presenta l’idea e il conto, non da patenti. Poi chi paga? Ancora una volta la cabina di regia pubblica stacca l’assegno, e gli industriali nulla? infine non facciamo lo stesso errore di Expo2015: non è che raccontandoci fra di noi che siamo belli, bravi, furbi, con qualche foto giornaliera su Libertà riusciamo a valorizzare Piacenza. L’operazione deve essere oggettiva, senza personalismi, molto oggettiva e trasversale perché l’autoreferenzialità e l’autoincensamento negli ultimi 15 anni (esatti, guarda caso!) non hanno prodotto nulla di positivo e di successo, anzi Piacenza ha più criminalità, più arretratezza di investimenti, più case invendute, più fatti di droga, più inquinamento, più difficoltà viaria e parcheggi...

L’esempio di Parma va benissimo: solo 40 anni fa era dietro Piacenza su tutto. Oggi Piacenza produce per il marchio Parma. Parma arriva sempre prima, ma gli industriali di Parma (quelli medio piccoli) hanno chiacchierato poco, ma speso molto. Treviso è un ottimo esempio, ma va letto bene e fino in fondo: là c’è stato un uomo-banchiere-politico che ha potuto fare…A Piacenza tutti si sono alleati per bloccare chi poteva farlo.  I milanesi sono corsi a Piacenza, sono fonte di reddito già dagli anni ’80. Se non comperavano loro case non avremmo venduto nulla. Ebbene oggi  stanno vendendo case, lasciano Piacenza per località di mare e montagna. Piacenza non può vivere del mordi e fuggi quotidiano perché non fa fatturato. Cari imprenditori ci vogliono soldi anche per un vero “brand Piacenza” e lasciamo perdere frasi teoriche virtuali  sul “value” che è senza una identità di patria. A New York è bastata una mela; a Parma un cuore… Piacenza cosa vuole? Troppa indigestione di aree e troppi progetti in attesa da anni, tutto in un colpo, senza idee e senza soldi? Adesso invece di “fare sistema” si chiama cordata?     

Federico Scarpa, presidente Consorzio Servizi Infrastrutture e Logistica Piacenza

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